S. Teresa di Gesù Bambino: la mistica che ha risvegliato una nuova comprensione di Dio come Amore e come Padre.

Redazione1
di Redazione1 Ottobre 15, 2024 00:33

S. Teresa di Gesù Bambino: la mistica che ha risvegliato una nuova comprensione di Dio come Amore e come Padre.

Di fronte a condizioni drammatiche che appaiono senza rimedio, come quelle che affliggono il mondo di oggi, per i cristiani diventa spontaneo sentire l’esigenza di rivolgersi all’aiuto dei santi, “che incarnano l’amore di Cristo nella loro esperienza di fede per poi donarlo agli uomini”. Tra le anime sante che hanno promesso di intervenire presso Dio in aiuto di chi ne fa richiesta, emerge la figura eccezionale della mistica carmelitana Teresa di Gesù Bambino, che viene richiamata dalla ricorrenza della sua Solennità liturgica avvenuta il primo di questo mese. “Una Santa che attraverso la sua vita e i suoi scritti ha risvegliato una nuova comprensione di Dio come Amore e come Padre che aiuta chi lo invoca”.

Teresa è stata capace di tradurre il mistero dell’Amore misericordioso di Dio in un messaggio elementare, capace d’illuminare la vita anche delle persone più semplici. La sua dottrina spirituale e morale è tutta concentrata nell’adesione totale a Cristo, nell’abbandono ad un Amore senza riserve. Attraverso i suoi scritti continua anche oggi a fornire solido e sicuro sostegno spirituale per quanti sentono bisogno dell’intercessione dei santi presso Dio.

Quando si parla di devozione a Santa Teresina, Santa Teresa di Gesù Bambino – il suo nome originario era Teresa Martin – si abbracciano tante preghiere, tante ritualità, tante espressioni. Santa Teresina è conosciuta in tutto il mondo innanzitutto come la “patrona delle missioni” (e pensare che non uscì mai dal monastero di Lisieux) e come “patrona di Francia”, insieme a Giovanna d’Arco. Ma non solo.

Santa tanto amata da Papa Francesco, da Giovanni Paolo II e dal mondo intero, Teresina è stata una carmelitana francese proclamata dottore della Chiesa nel 1997, terza donna, a quella data, a ricevere tale titolo dopo Caterina da Siena e Teresa d’Avila. Il postulato di Teresa comincia con la sua entrata al Carmelo il 9 aprile 1888, nel monastero di Liseaux. La “piccolezza” di Teresa, i suoi limiti divengono per lei motivo di gioia e speranza. Proprio perché è nei suoi limiti che si va ad esercitare “l’amore misericordioso di Dio per lei”. Nei suoi manoscritti Teresa dà a questa intuizione teologica il nome di “piccola via”, e a partire dal febbraio 1895 inizia a firmare regolarmente le sue lettere associando la parola “piccolissima” prima del suo nome. La “piccola via”, divenne la sua filosofia di vita basata sui piccoli gesti quotidiani. E che tutti possono imitare.

Le principali pratiche di devozione hanno come riferimento le definizioni da lei stessa pronunciate poco prima della sua morte, nel 1897. Da queste parole sono nate molte pratiche di devozione popolare. “Non piangete. Io vi sarò più utile dopo la mia morte e vi aiuterò più efficacemente di quando ero in vita. Passerò il mio cielo a fare del bene sulla terra. Vedrete che cascata di rose farò piovere su di voi!”, disse Santa Teresina. Tutto ciò si rispecchia nella famosa “novena delle Rose” di Santa Teresa di Lisieux. Una pioggia di rose e una pioggia di miracoli.

La pratica devozionale delle rose di Santa Teresina nasce con il gesuita padre Putigan. Il 3 dicembre del 1925 chiese una grazia per intercessione della santa amata in tutto il mondo. Come pegno della richiesta ebbe in dono una rosa attesa come segno della benevolenza della carmelitana.

La rosa è il fiore che rappresenta le grazie che Teresa vuole, per intercessione del Padre, donare al mondo e a quanti si affidano alla sua protezione ed amore. Dopo poco tempo – così si tramanda – arrivò infatti per il gesuita l’importante grazia. Al miracolo, documentatostoricamente, ne seguirono altri. Fu da allora che il gesuita decise di diffondere la preghiera per testimoniare la mitezza della santa nella vita degli uomini di tutti i tempi. I devoti della mistica di Lisieux la praticano dal 9 al 17 del mese. Santa Teresina è anche venerata e ricordata nelle preghiere di tutti coloro che soffrono di angoscia e depressione.

A raccontarlo è anche un libro di Don Marcello Stanzione e Pino di Missaglia nel volume “Preghiere di guarigione e liberazione nella sofferenza”, casa editrice Ancilla. Racconta che Tremori, convulsioni, allucinazioni, deliri e fobie che la assalirono in una notte senza fine, cessarono quando la visione della Madonna le fece tornare a splendere luminoso il sorriso. “Ad un tratto la Vergine Santa mi parve bella, tanto bella che non avevo mai visto niente di simile. Il suo viso spirava bontà e tenerezza ineffabili”. Per questo motivo la Santa francese è ricordata con una particolare preghiera nei momenti di profonda depressione.

Santa Teresina è anche invocata nelle pratiche di devozione di tutti coloro che soffrono di malattie infettive. Morì giovanissima, 25 anni, a causa della tubercolosi. E il miracolo che venne scelto per la beatificazione di Teresa fu proprio la guarigione di un giovane seminarista da una diagnosi nefasta di tubercolosi polmonare, era il 29 aprile 1923. Il medico che lo seguiva testimoniò: “I polmoni distrutti e danneggiati sono stati rimpiazzati da nuovi polmoni, che esplicano le loro normali funzioni e stanno facendo rivivere l’intero organismo”.

 

 

 

Redazione da ss. di inf.

 

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