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“Dov’è Colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”. È il Vangelo di Matteo a narrare l’episodio della visita dei Magi a Gesù Bambino, i quali, nato Gesù, partono da Oriente e giungono a Gerusalemme per adorarlo. ”. In un significato teologico i Magi simboleggiano gli stranieri e i pagani che riconoscono la venuta del vero Dio.
Ma le interpretazioni di questo evento esaltante sono numerose. I Padri della Chiesa ne hanno date diverse. Tertulliano, nel II secolo, concede ai Magi la qualifica di Re; nello stesso periodo Sant’Ireneo spiega il significato dei tre doni: la mirra e l’olio, tradizionalmente utilizzati per la sepoltura, e allude alla Passione di Cristo, l’oro è simbolo di regalità, l’incenso è riservato a Dio. Personaggi misteriosi, i Magi, che si sono messi in cammino e non hanno spento in se stessi il loro desiderio di ricerca del soprannaturale, perchè l’uomo è chiamato dal suo desiderio a divenire un cercatore della Divinità. Ma può imbattersi in Erode, nei falsi maestri che cercano di impedire all’uomo di raggiungere la Presenza di Dio e ridurre Gesù Cristo al grande maestro della solidarietà dove la Divinità è espulsa dalla storia».
Ora, ascoltiamo di nuovo quanto l’apostolo ci ha detto nella seconda lettura: «I Gentili …sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, ad essere partecipi della promessa per mezzo del Vangelo». E come ci dice papa S. Leone Magno: «Riconosciamo …nei magi adoratori di Cristo, le primizie della nostra vocazione e fede, e con animi esultanti celebriamo gli inizi della beata speranza». Sì: oggi celebriamo l’inizio, la nascita della nostra speranza. Stupenda descrizione dell’uomo che cerca e trova la salvezza di Dio. Se infatti Dio ci offre la sua salvezza per pura misericordia, l’uomo è chiamato ad aprirsi a questo dono, a corrispondere a questo Amore. Come? il Vangelo di oggi ci descrive precisamente il cammino dell’uomo fino all’incontro con Dio stesso.
Ma tutto questo non accade per caso. Si tratta di un “mistero”, cioè di una decisione, di un progetto pensato da Dio stesso, «non manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come al presente è stato rivelato». Progetto e decisione divini che trovano la loro prima manifestazione-realizzazione nel fatto che «nato Gesù a Betlemme …». Trattasi del fatto che Dio «vuole che tutti gli uomini si salvino e giungano alla conoscenza della verità». Egli non chiude il suo cuore a nessuna persona poiché «la sua misericordia si estende di generazione in generazione».
Questo è precisamente il Mistero della Misericordia che oggi celebriamo anche noi, anche ciascuno di noi oggi è chiamato a possedere la stessa eredità dei figli, noi che eravamo morti per le nostre colpe e i nostri peccati. Anche ciascuno di noi oggi è chiamato ad essere partecipe della stessa promessa. Quale diritto avevamo? quale diritto potevi vantare davanti a Dio, quale titolo per essere chiamato “a formare lo stesso corpo”? Nessuno. E’ stata solo la sua Misericordia. È questo il Mistero che oggi ha avuto inizio: il Mistero della misericordia di Dio che offre la sua salvezza a tutti e a ciascuno, senza più nessuna discriminazione. Offre il suo perdono a tutti coloro che lo cercano con cuore sincero. Se infatti Dio ci offre la sua salvezza per pura misericordia, l’uomo è chiamato ad aprirsi a questo dono, a corrispondere a questo Amore. Come? il Vangelo di oggi ci descrive precisamente il cammino dell’uomo fino all’incontro con Dio stesso.
Come inizia questo cammino o chiamata di Dio alla salvezza? Dio chiama attraverso dei “segni”, la luce di una “stella”. Nella persona umana, in ogni persona umana c’è una luce interiore, una “stella” che significa ed indica una Presenza, una Realtà che trascende l’uomo: «Signore tu ci hai fatto per Te, ed il nostro cuore è inquieto fin che non riposa in Te». C’è nella persona un desiderio profondo, inestinguibile, di verità, di bontà, di bellezza, in una parola, di beatitudine, che nessuna verità creata, nessun bene limitato, nessuna bellezza finita potrà soddisfare. Tutto il bene che è l’universo creato è incapace di soddisfare il desiderio umano. Questa è la “stella” che significa-indica il cammino: «Cerca sopra di noi», ci dice ogni creatura.
I tre magi si sono messi in cammino: non hanno spento in se stessi il loro desiderio. L’uomo è chiamato dal suo desiderio a divenire un cercatore di Dio. I Magi hanno preso la decisione di soddisfare la loro ricerca; l’uomo non deve decapitare, limitare l’estensione del suo desiderio secondo la misura delle creature. Ed è a questo punto che l’uomo può imbattersi in Erode «che cerca di uccidere il Bambino». Può imbattersi in falsi maestri che cercano di impedire all’uomo di raggiungere la Presenza di Dio.
Quali sono oggi i falsi maestri? Sono coloro che riducono Gesù Cristo al grande maestro della solidarietà negando che Egli è Dio venuto nella carne per incontrare l’uomo. Sono coloro che riducono la persona umana ad un fascio impersonale di bisogni psico-fisici da soddisfare. In questa situazione l’uomo non sa più dove cercare Dio: è stato limitato alla sua misura infinita; è stata espulsa dalla storia la presenza di Dio. I Magi possono ugualmente continuare la loro ricerca; l’uomo che cerca con sincerità la verità, che è fedele alla sua coscienza non può mai essere ucciso dalla nostra cultura di morte. Dio stesso protegge sempre chi lo cerca con umiltà.
Dove trovarono Dio i Magi? «Videro il bambino con Maria sua Madre». La presenza di Dio è Gesù Cristo: Egli è precisamente Dio fattosi carne per poter essere trovato dall’uomo. All’infuori di Lui l’uomo può solo cercar Dio come a tentoni e nel buio. «La grazia della verità – scrive S. Giovanni – accade per mezzo di Gesù Cristo». La grazia della verità, l’incontro con Dio è un avvenimento che accade nella vita dell’uomo: non è in primo luogo l’apprendimento di una dottrina o il risultato di una ascesi. E’ l’incontro col Dio fattosi uomo.
Redazione da s. di inf.