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Maternità surrogata: “No al commercio di bambini su ordinazione, i figli sono soggetti di diritti”
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La diffusione delle immagini di decine di neonati provenienti da madri surrogate, in attesa in un albergo di Kiev, perché a causa del lockdown da Coronavirus i genitori-acquirenti non avevano potuto ritirarli, ha fatto tornare prepotentemente alla ribalta il vergognoso mercato dell’utero in affitto. Una forma di progettazione dei “figli come beni di consumo da fabbricare su ordinazione per coppie etero o omosessuali che li commissionano”.
L’Ucraina sta diventando il luogo dove sempre più coppie straniere si recano per una maternità surrogata. La gravidanza surrogata si ha quando una donna si presta a portare a termine una gravidanza su commissione di single o coppie incapaci di generare o concepire un bambino. Lo afferma Marina Casini, presidente del Movimento per la Vita, in un’intervista rilasciata all’Aci.
Le coppie straniere sono arrivate in Ucraina dal 2015, spiega la Casini, quando in Asia i centri più noti per ricorrere alla maternità surrogata hanno iniziato a chiudere, a seguito di molti scandali per sfruttamento delle donne che hanno coinvolto quei poli. Infatti in Ucraina è permessa la pratica della maternità surrogata, o dell’utero in affitto, e non è molto regolamentata, cosicché in molti si rivolgono a società ucraine per avere un bambino da una madre surrogata. Il contratto è delineato nei minimi dettagli. Una volta nato, il bambino viene portato via dalla madre naturale e dato alla coppia ‘committente’.
Insieme alla Russia l’Ucraina ha le leggi in materia più permissive d’Europa, che consentono di pagare una ‘madre surrogata’, come si legge sul sito della clinica BioTexCom, da € 39.000 se è ‘standard’, fino ad € 65.000 se è ‘Vip’. E alle donne va al massimo il 2%. Da qui l’appello dei vescovi delle Chiese cattoliche per ‘bandire il traffico internazionale di bambini a livello legislativo in Ucraina’.
si tratta di una nuova forma di schiavitù, ha sottolineato la presidente italiana del Movimento per la vita, Marina Casini Bandini. “Ho provato tristezza e tanta amarezza pensando a quello che c’è dietro: sfruttamento, miseria, pretesa di possesso, commercio di esseri umani, cosificazione della vita umana sin dal suo venire all’esistenza, progettazione dei figli come beni di consumo da fabbricare su ordinazione per coppie etero o omosessuali che li commissionano. Nel caso di Kiev, non c’è atteggiamento di accoglienza, ma di prepotenza”.
“l’utero in affitto è una barbarie ” hanno dichiarato i vescovi cattolici ucraini; infatti, precisa la Casini, è una pratica legata allo sfruttamento e al commercio di esseri umani e cioè di donne (già vittime di condizioni di miseria) e bambini; una vergognosa forma di ‘cosificazione’ della vita umana sin dal suo venire all’esistenza, alla progettazione dei figli come beni di consumo da fabbricare su ordinazione per coppie etero o omosessuali che li commissionano, alla pretesa di possedere persone come fossero cose e a una concezione radicalmente distorta dei diritti. Insomma, è un commercio che umilia il senso materno, insulta quell’intimo legame che dal primo istante si crea tra la madre e la creatura che giorno per giorno vive e cresce dentro di lei, calpesta i diritti del bambino riducendolo a oggetto di scambio. Siamo di fronte ad una nuova forma di schiavitù connessa ad un giro di affari e che implica anche eugenismo e traffico di gameti e di embrioni umani, distorsione del legame di filiazione, della genitorialità e della famiglia.
E’ chiaro che questo approccio alla vita che inizia, sottolinea la presidente la Casini, si riflette sulla vita in toto: segnala un modo generale di guardare l’altro disprezzandone la dignità. Per questo ogni attentato nei confronti di ogni essere umano chiamato all’esistenza è un attentato a tutto l’uomo, in ogni fase ed in ogni circostanza. La storia ci ha insegnato che il vero progresso sta nel riconoscere la piena umanità dell’altro, la sua uguale dignità. Oggi, purtroppo, stiamo assistendo al rinnovarsi di antiche tendenze che vanno contro il vero progresso civile corrompendo la teoria moderna dei diritti e pretendendo di legittimare presunti diritti per sottoporre alcuni esseri umani a logiche di potere, possesso e sfruttamento”.
Al fine di contrastare questo fenomeno, è necessario, “tanto per cominciare – ribadisce Marina Casini – condividere l’appello al Governo italiano perché intervenga sul Governo ucraino per consentire l’adozione dei bambini abbandonati in Ucraina e dare loro una famiglia, nel rispetto delle leggi dello Stato Italiano e di quelle sulle adozioni internazionali”. In tal modo questa triste vicenda uscirebbe dalla logica della genitorialità come affare di mercato, regolato dalla legge della domanda e dell’offerta. In generale, a dire la verità nella carità, afferma la presidente del Movimento per la Vita, bisogna riconoscere che non basta dire dei ‘no’, ma è necessario proclamare dei ‘sì’, costruendo l’avvenire su un più alto livello di civiltà e di umanità, superando il male con la forza persuasiva del bene.
Occorre, pertanto, promuovere anche una visione antropologica che faccia leva sulla bellezza di ciò che è vero e giusto in ordine alla vita umana, alla maternità, alla famiglia, alla meraviglia dell’esistere come figli generati e non commissionati. Qui si apre il vastissimo spazio dell’educazione, della formazione specialmente delle giovani generazioni, ma anche della dimensione pubblica, politica, perché è in gioco il bene comune. Sono però battaglie di civiltà di cui tutti siamo responsabili”.
Redazione da ag. di i.