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CEI, Card. Bassetti: “Nulla sarà più come prima, la Chiesa è un ospedale da campo”
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Il Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI, aprendo i lavori del Consiglio episcopale permanente, ha affermato che “I mesi imprevedibili e sconvolgenti da cui veniamo ci testimoniano che davvero nulla sarà come prima”. Il Cardinale, riferisce Marco Mancini (AciStampa), ha dichiarato che la tempesta pandemica, “per quanto inattesa, ha incontrato la reazione e l’impegno quotidiano di Istituzioni nazionali, regionali e locali; il coraggio e la dedizione umana e professionale di operatori sanitari, cappellani di ospedale e volontari delle Caritas e di altre associazioni. E che dire della testimonianza solidale offerta dalle nostre Chiese? Diocesi, parrocchie, comunità religiose, sacerdoti e laici sul territorio si sono fatti carico di vecchi e nuovi bisogni, a partire da chi si è ritrovato senza lavoro e alle prese con gravi difficoltà economiche, esposto a un’incertezza lacerante”.
Di particolare rilievo l’appello all’unità del Cardinale Bassetti: “più forte delle difficoltà come di ogni legittima differenza, che ci fa Chiesa, Popolo di Dio; un’unità che matura, appunto, radicandosi nella relazione con il Signore”.
“Il nostro contributo alla ripresa – ha poi sottolineato – ha la forma di un annuncio essenziale, radicato nel Crocifisso Risorto, che rimane l’unica vera novità che abbiamo da offrire al Paese; un annuncio lontano dalla tentazione di ridurre il Cristianesimo a una serie di princìpi, a una morale o a uno spiritualismo disincarnato; un annuncio che muove da un ascolto paziente, fino a lasciarsi interrogare e coinvolgere a fondo da quello che accade, sviluppando in noi un’umile comprensione e una solidale compassione per le persone ferite; un annuncio che rende liberi, perché introduce alla verità e narra la fedeltà di Dio anche in questo scenario; un annuncio che risponde a responsabilità educative, passa dalla celebrazione dei sacramenti e si concretizza in stili di vita e in segni visibili di servizio, di carità e giustizia, che ridonano speranza e rendono fraterna l’esistenza”.
La Chiesa oggi è un ospedale da campo – è la conclusione di Bassetti – “realtà che attende e impegna la nostra risposta: lontani dall’essere nostalgici, lamentosi o ripiegati su improbabili scorciatoie, sentiamo la responsabilità di affrontare strade nuove, lungo le quali ridisegnare il volto della nostra presenza ecclesiale. Si tratta di prendersi a cuore le persone, la loro dignità, la casa comune, il creato; di curare e custodire le relazioni, di coltivare e alimentare il dinamismo della comunione, che vive di incontro e di reale condivisione; di tessere con convinzione e gratuità una rete di alleanze sociali per promuovere insieme il bene comune, di ciascuno e di tutti”.
In mattinata il Cardinale Bassetti ha celebrato una Messa in occasione del 30° anniversario dell’uccisione del Servo di Dio Rosario Livatino.
“Per lui – ha detto il porporato – tutto questo era questione di vita o di morte, ma prima ancora di vita vera e di fede limpida. Livatino riuscì a ritrovare una sintesi tra religione e diritto che non appare scontata”.
“Abbiamo bisogno di tanti piccoli e grandi eroi del quotidiano che si sentano chiamati mentre attendono al loro lavoro, che sappiano comportarsi in fedeltà alla missione ricevuta – ha affermato a chiusura del suo intervento il Cardinale – che donino umilmente la vita giorno per giorno là dove si trovano a vivere e a operare, che abbiano il coraggio della fedeltà nonostante i limiti e le umane debolezze, che onorino il proprio mandato – qualunque esso sia – con estrema dignità. Davvero beato un popolo, un paese che ha uomini e donne così. Beate le istituzioni che sono presidiate da figure simili. Beati quei malcapitati, quei poveri, quei soggetti meno fortunati che ricorrono a una giustizia amministrata da persone simili”.
Redazione da Ag. di i.