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Messina – L’evento miracoloso che ha portato alla canonizzazione della Beata Eustochia nel 1988
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Siamo convinti che Il grande patrimonio tradizionale, storico e spirituale di Messina, sia un valido fondamento identitario su cui fare leva per approfondire consapevolezza delle radici, sviluppare potenzialità sociali ed evidenziare i preziosi valori che contraddistinguono la nostra comunità. Crediamo anche che mettere in risalto la memoria dei luoghi sacri della nostra città, le diverse grandi figure dei santi che ne fanno parte, insieme allo stuolo di altri personaggi già avviati nell’iter di canonizzazione, concorra a ridestare e rinvigorire la nostra identità collettiva. Un’identità strettamente intrecciata con quella culturale che, avendo tra le sue componenti principali la religiosità, fa di Messina una privilegiata “Terra di santi”, propiziatrice di santità.
Sulla base di queste premesse, abbiamo trovato interessante riferire sulla segreta e misteriosa dimensione delle relazioni mistiche che, mediante l’intervento dei santi, intercorrono tra l’uomo bisognoso di aiuto e la Divinità. In particolare, ci siamo più volte soffermati a raccontare di grazie ricevute per intervento di Eustochia Smeralda Calafato, fondatrice del monastero di Montevergine, di cui hanno dato testimonianza le persone beneficiate con il loro grato e commosso riconoscimento. Sono accadimenti che sanno di miracoloso, grazie particolari, donazioni mistiche, guarigioni prodigiose, molte delle quali però rimangono sconosciute perché non rivelate, che costituiscono una quantità cospicua di segni mistici da cui sono derivati fatti straordinari.
Fatti significativi ma inspiegabili sul piano della razionalità, che però non possono essere catalogati come miracoli, riconosciuti tali dalla Chiesa, perché non corredati da documentazioni scientifiche che ne attestino la veridicità, mediante la dimostrazione della precisa e inoppugnabile condizione di male incurabile realmente guarito.
Il fatto qui riportato non è una semplice testimonianza di grazia riferita da chi l’ha ricevuta, bensì una breve sintesi dell’evento miracoloso, ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa Cattolica, che ha dato felice conclusione all’iter di canonizzazione della clarissa messinese, per cui, l’11giugno 1988 a Messina, Giovanni Paolo II ha inscritto nell’Albo dei santi Eustochia Smeralda Calafato.
Il signor Mangano Letterio il 26 ottobre del 1964 è vittima di un incidente automobilistico. Trasportato d’urgenza all’Ospedale “Regina Margherita”, vi rimane per tre settimane; Poi è dimesso e non ancora ben ristabilito, torna a casa in convalescenza. Il 15 febbraio 1965, a seguito di sopravvenuti nuovi disturbi, il sig. Mangano è nuovamente ricoverato in ospedale, dove i medici gli diagnosticano una “meningo-mielite a sede cervicale superiore da pregresso trauma cranico”. Il 15 febbraio i medici fanno sapere ai familiari che lo stato di salute del paziente precipita in maniera irreversibile. Tornato a casa, il medico curante provvede a somministrare la terapia prescritta. La famiglia intanto prega per chiedere a Dio la guarigione del malato, per l’intercessione della Beata Eustochia di cui è devota. Successivamente il malato entra in coma profondo, in cui rimane per cinque giorni. Il 21 marzo alle ore 21 il medico avverta la famiglia che la morte del Mangano è imminente, e si congeda dicendo di chiamarlo non appena il moribondo sia spirato, per redigere l’atto di morte. Alle 22,30 il malato dà improvvisamente segni di vita, manifesta interesse per ciò che lo circonda, prende qualche cucchiaio di caffé e di acqua zuccherata, poi mangia con soddisfazione una minestrina. Al mattino il medico, chiamato, constata che il paziente è tornato dalla morte alla vita. Dagli esami risulta che non ha più nulla di anormale.
A.M.