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Messina “Terra di santi”, una guarigione prodigiosa per amorevole intercessione di Eustochia
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Nei momenti difficili in cui la minaccia di gravi pericoli per la nostra esistenza si fa più incalzante, specialmente se ad essere minacciato è il bene prezioso della salute, come accade in questi momenti preoccupanti della pandemia che stiamo attraversando, si avverte più forte il bisogno di chiedere l’aiuto della protezione divina. E naturalmente, per dare più efficacia alla nostra preghiera di petizione siamo portati ad affidarci al soccorso dei santi, perché intercedano in nostro favore per farci ottenere la grazia della salvezza da ciò che ci minaccia.
Ora, riguardo all’importante ruolo di intermediazione che fa di ogni santo un ponte fra l’essere umano e la Divinità, da messinesi, siamo in particolar modo portati a cercare l’aiuto divino mediante l’intervento della nostra concittadina Santa Eustochia Smeralda. L’umile clarissa innamorata del Crocifisso e Fondatrice del Monastero di Montevergine, da cui irradia una spiritualità che da secoli è foriera di tante donazioni mistiche e ispiratrice di religiosità e vita consacrata. Non solo, ma anche per il fatto che la testimonianza delle tante persone che ne hanno invocato l’intercessione, ha messo in evidenza il suo carisma di propiziatrice di grazie particolarmente premurosa e comunicativa. Una santa che risponde sollecita a chi le si rivolge con fede per chiederle aiuto nei momenti difficili, ottenendone straordinari favori divini che si accompagnano spesso con dei segni straordinari: principalmente profumo di incenso, oppure di rose, o di altri fiori, o con apparizioni in sogno, visioni e sensazioni di intensa gioia.
Riteniamo pertanto importante, oltre che edificante, continuare a riferire di queste testimonianze di grazie ottenute da messinesi e non, raccolte dalle clarisse seguaci della grande mistica francescana e custodite nell’antico monastero di Montevergine.
Una di tali attestazioni riguarda la prodigiosa, e duplice, guarigione ottenuta da una persona gravemente malata e senza più speranza. Evento che appare ancora più straordinario perchè associato alla misteriosa e amorevole manifestazione di Eustochia che appare in visione alla figlia dell’ammalato, che l’aveva invocata.
Ce ne dà testimonianza la stessa devota, Enza Cacopardo, che afferma di aver ricevuto una doppia grazia dalla nostra Santa prima della sua canonizzazione, e così ce la racconta. “Già una volta mio padre era stato oggetto di un evento quasi miracoloso. Affetto da una gravissima malattia al polmone destro, non si era ottenuto l’esito desiderato neanche con un intervento chirurgico e con altri rimedi di cui disponeva la scienza medica. Era guarito invece in seguito alle mie preghiere rivolte alla Beata Eustochia, e alla mia promessa di entrare a far parte della Sua Associazione. Inizialmente partecipai alle riunioni di preghiera ma poi con indolenza me ne allontanai.
In seguito mio padre ebbe una ricaduta. Questa volta senza speranza di guarigione. Una notte, non posso asserire se fu un sogno o una visione, ma certamente vidi una monaca, che altro non poteva essere che la nostra Beata, che vegliava al capezzale del mio povero padre. Umiliata, mi ricordai del mio mancato voto e, pentita, mi rivolsi ad Eustochia con le preghiere più fervide, assicurando che non avrei più commesso il precedente errore.
Il male frattanto condusse mio padre in fin di vita e i medici affermavano che solo un miracolo avrebbe potuto salvarlo. Ed è stato proprio così. Mio padre guarì tra lo stupore di tutti. Infatti ancora ora non trovo parole per esprimere l’illimitata riconoscenza verso la nostra Beata per la sua tenera attenzione ai nostri bisogni”.
Redazione