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Messina – Montevergine, “Eustochia modello attuale di santità”, fonte di fiducia e speranza
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E’ stata una celebrazione in tono minore, ma certo intensamente sentita, la commemorazione del 536mo anniversario del Dies Natalis di Santa Eustochia Smeralda, avvenuta nella chiesa del monastero di Montevergine in un momento difficile che crea sofferenze, limitazioni e muove ad invocare l’aiuto divino.
Il profondo raccoglimento dei pochi fedeli che hanno invocato l’intercessione della grande santa concittadina, anche in nome del popolo messinese, nella mistica atmosfera del tempio a lei dedicato, ha fatto avvertire una più intima consonanza con la spiritualità dell’umile clarissa figlia di Santa Chiara d’Assisi.
Una spiritualità che ha ispirato tanta religiosità, vocazioni alla vita consacrata, infinite donazioni mistiche e benedizioni. Facendo sì che Eustochia, pur nell’isolamento della vita claustrale, come ha sottolineato l’Arcivescovo, poiché esaltata dall’intima unione con la Divinità, ha esteso smisuratamente la sua protezione a beneficio delle anime attraverso i misteriosi canali del suo spirito luminoso. E’ così nata una relazione straordinaria verso tutti: di carattere mistico, universale, che ha diffuso “luce per chi vive le fatiche della fede, balsamo per chi soffre nel corpo e nello spirito e speranza per i poveri”.
Un mistico rapporto che continua a irradiarsi ormai da più di cinque secoli, e che si realizza anche in modo diretto e visibile mediante la realtà del corpo incorrotto della Santa che, esposto nell’atmosfera suggestiva di Montevergine, fa sentire ancor più viva e comunicativa la “presenza” di Eustochia nella cappella sopra l’altare, dove rimane perennemente presente e benedicente per tutti.
Una “Presenza” incoraggiante, quella della mistica francescana, che continua a “comunicare” anche attraverso la fiorente comunità delle clarisse, sue seguaci, che perpetuano santamente l’opera della Madre fondatrice, rappresentando una delle realtà più preziose e di più alto valore spirituale che Messina possiede.
“L’esperienza della croce vissuta a causa della pandemia che ha sconvolto ogni espressione di vita sociale – ha detto mons. Accolla – richiama al bisogno di una fede autentica, ad un ritorno all’essenziale attraverso il quale cogliere la bellezza di Dio nell’incontro con il prossimo; e mentre le norme sanitarie impongono il distanziamento fisico, siamo chiamati a vivere in modo solidale gli uni per gli altri mediante scelte di austerità responsabili”.
Durante la celebrazione presieduta dall’arcivescovo Giovanni Accolla, in segno di perenne di devozione e preghiera in nome della città, il sindaco Cateno De Luca ha acceso la lampada votiva che arderà davanti alla Santa, e offerto l’olio che alimenterà la sua fiammella.
In questo contesto celebrativo rassicurante, fonte di fiducia e speranza, Eustochia è stata indicata da mons. Accolla quale “modello attuale di santità” a cui guardare e rivolgere l’implorazione perché ci ottenga la liberazione dalla pandemia. Un proposito intensamente partecipato dai presenti che ha conferito alla celebrazione un particolare segno di fede e di speranza, cui ha contribuito intensamente la presenza orante e rasserenante delle clarisse con l’abbadessa Madre Agnese Pavone, insieme al cappellano mons. Pietro Aliquò.
Anastasio Majolino