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TURISMO RELIGIOSO: Risorsa da valorizzare
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Sono sempre più numerosi coloro che si interessano di Turismo religioso: un
fenomeno in ascesa che, proprio per questo, richiama l’attenzione di diversi tipi di
operatori turistici e non, pubblici e privati. Per cui se ne sente parlare spesso, ma il più
delle volte senza tanta cognizione di causa e con idee programmatiche piuttosto
approssimative, se non addirittura confuse e inconcludenti.
I risultati, dunque, almeno dalle nostre parti, nonostante tante dissertazioni e progetti di varia origine e
impostazione, appaiono deludenti Tra queste iniziative destinate all’insuccesso, va
annoverato anche qualche progetto istituzionale, presentato magari con un bando
promettente, ma che poi risulta improduttivo in quanto propone schemi di
partecipazione generici, o anche farraginosi se non astrusi e complicati, e quindi
praticamente inefficaci.
Simili progetti risultano improduttivi anche se sono associati a
risorse finanziarie, perché le somme erogate sono perlopiù insufficienti, sia perché
l’aiuto economico viene solitamente distribuito a “pioggia”, quindi con effetti
dispersivi; oppure, forse perchè i flussi economici finiscono sempre col premiare i
soliti privilegiati di turno? Del cui operato. di solito, si registra il mancato controllo,
necessario per verificare se, e come. i suddetti finanziamenti sono stati impiegati.
Sappiamo infatti che non mancano certo coloro che hanno il vizio di utilizzare il
denaro pubblico in modo, a dir poco, scorretto a discapito degli interessi collettivi e
territoriali.
E allora? Forse, come al solito, c’è poco da aspettarsi in termini di risultati
concreti a vantaggio della collettività?. Lo farebbero pensare i risultati finora
fallimentari dei numerosi tentativi condotti da più parti, compresi quelli prodotti da
certi sedicenti esperti della materia, spesso velleitari, presuntuosi e accentratori.
I quali si muovono entro il “paraocchi” delle loro presunte competenze tecniche, ignorando
gli apporti interdisciplinari e agendo con modalità organizzative di corto respiro;
soprattutto perchè pensano di poter ottenere risultati improbabili, saltando a piè pari i
passaggi preparatori intermedi, quelli cioè, necessari per affrontare in modo
culturalmente adeguato un piano di valido sviluppo del Turismo religioso integrato
(mai disgiunto cioè da quello culturale).
A parte il vezzo bizzarro secondo cui, specie in ambito pubblico, accade spesso che al fine di organizzare la ripresa di un’attività in
crisi, vengono preposti proprio gli stessi operatori che tale crisi hanno concorso a
determinare e perpetuare.Naturalmente, tali comportamenti deprecabili inducono facilmente a
scoraggiamenti deprimenti; ma il Turismo religioso è di così grande importanza per
una città come Messina, e per gli altri territori limitrofi, da spingere, nonostante tutto,
a cercare con tenacia soluzioni possibili.
Il turismo infatti, dalle nostre parti,rappresenta “l’industria” principale su cui puntare per una proficua possibilità di
sviluppo socioeconomico, che sia quindi logica risultanza di una vera ed efficace
“produzione culturale” ad ampio raggio. Quanto cioè, in senso antropologico,
permette di far leva su qualcosa di valido, quale fattore di crescita e sviluppo, come
può esserlo il grande patrimonio tradizionale, storico e spirituale che conferisce a
Messina un’impronta identitaria caratterizzata da una forte componente religiosa,
finora del tutto disattesa.
Un fattore che, invece, ha potenzialità di grande valore
propulsivo, in quanto ben si coniuga con la naturale vocazione turistica, incentrata
sulle straordinarie caratteristiche paesaggistiche e felice posizione geografica. della
nostra terra.
Anastasio Majolino
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