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Giornata dell’8xmille, dalle diocesi “l’impegno per i più deboli nella pandemia”
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Grazie all’8xmille, dal 1990 ad oggi la Chiesa cattolica ha potuto realizzare migliaia di progetti, diffusi in modo capillare sul territorio, che si contraddistinguono per la forte rilevanza sociale, il sostegno attivo all’occupazione, la tutela del patrimonio storico-culturale e artistico, la promozione dello sviluppo nei Paesi più poveri.
“C’è un Paese che non ha mai smesso, nemmeno per un istante, di prendersi cura dei più deboli”, è lo slogan. E domani, 2 maggio, si celebra la Giornata Nazionale dell’8xmille alla Chiesa Cattolica. Un’occasione per ricordare l’importanza di una scelta che può cambiare la vita di molti come è stato possibile toccare con mano in questo lungo periodo segnato da forti tribolazioni. Nel quale la pandemia ha scavato in modo indelebile la vita di tutti, si legge sul sito: una “condizione particolarmente dura, in cui tante famiglie e persone sole non sono state sopraffatte dagli eventi grazie alla solidarietà di quei 13 milioni di italiani (dati 2019) che, con la loro firma, hanno contribuito a destinare alla Chiesa Cattolica l’8xmille del gettito IRPEF”.
L’8 per mille non è una tassa in più, ma semplicemente una tua libera scelta di destinare una percentuale della quota totale IRPEF allo Stato per scopi umanitari e sociali, o a confessioni religiose per scopi religiosi e caritativi. Non ti costa niente, ma è un piccolo gesto che può fare la differenza. E’ una presenza costante della Chiesa anche nell’ultimo anno di pandemia. (Acist.)
Tra le iniziative finanziate dalla Chiesa italiana attraverso i fondi dell’8 per mille ci sono: Centri di accoglienza notturni per persone bisognose, per malati e le loro famiglie, orti solidali, mense, scuole primarie per bambini nei Paesi poveri, case di accoglienza per donne in difficoltà e per persone con fragilità, asili nido multietnici, accoglienza per persone senza fissa dimora.
Un solo dato: fino ad oggi 237,9 milioni di euro provenienti dai fondi dell’8×1000 alla Chiesa cattolica italiana per far fronte all’emergenza Covid19. Sono stati attivati centinaia di progetti a supporto delle fasce più deboli della popolazione del nostro Paese.
E l’iniziativa durante la pandemia è di una portata senza precedenti che ha consentito alle Caritas diocesane di tutta Italia di aiutare migliaia di famiglie pressate per la prima volta dall’indigenza, prive di una qualsiasi fonte di reddito a causa della pandemia. Gli stanziamenti hanno permesso di “provvedere a generi alimentari, farmaci, prodotti per l’igiene; di pagare bollette, affitti, rate di mutui; di sostenere imprese famigliari e liberi professionisti piegati dalla crisi; di impedire che i debiti li spingessero nelle mani degli usurai e della malavita”.
Un apporto rilevante a fianco di chi ha avuto più bisogno senza escludere i progetti già in corso come quelli che si possono vedere sul sito dell’8X1000 e come quelli caritativi a favore del Terzo Mondo. Nell’ultimo incontro sono stati approvati 87 progetti: 34 in Africa, 36 in America Latina, 15 in Asia e uno in Medio Oriente e uno per un progetto nell’Est-Europa. E ancora cura dei beni artistici e architettonici e tante iniziative pastorali e sociali in molte delle quasi 26.000 parrocchie italiane.
È per questo che da domani è “importante che tutti, credenti e non credenti, ricordino che una firma per destinare l’8xmille alla Chiesa Cattolica rappresenta un gesto di comunione, di partecipazione e di solidarietà che va a beneficio di tutto il Paese”.
I vescovi “ringraziano coloro che – credenti e non – hanno permesso alla Chiesa cattolica di aiutare molte persone in situazioni di emergenza”. Proprio a motivo dei bisogni crescenti determinati dalla crisi che ancora continua ad aggredire i più deboli, i membri della Conferenza episcopale lombarda invitano i fedeli a contribuire al “flusso di bene” attivato dall’8 per mille alla Chiesa cattolica con sempre maggiore consapevolezza: “Insieme con il grazie, chiediamo un vostro aiuto e una maggiore assunzione di impegno” verso una scelta che non è solo “una questione economica, ma un evidente e incisivo atto di comunione ecclesiale”.
Redazione da Ag. di i.