Europei 2020. “Una vittoria che simboleggia rinascita per l’Italia tanto martoriata negli ultimi due anni”
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Richiamare, a mente fredda, il momento di esaltante gioia collettiva dovuto alla vittoria dell’Italia contro l’Inghilterra, nella finale del torneo di calcio Europei 2020, ci sembra un modo propizio per riassaporarlo con più sottile e pervasivo piacere. Un evento capace di scatenare coinvolgimenti emotivi di massa così irrefrenabili, infatti, come quelli vissuti alla fine della partita di Wembly, che mostra i segni caotici di un’eccitazione generale poco consona a farne assimilare meglio i valori che rappresenta, merita una rivisitazione precisa, arguta e misurata. Ce ne fornisce un valido esempio l’appropriato commento di Gabriella Forlese.
Gli azzurri tornano sul tetto d’Europa e lo fanno dopo 53 anni. La gioia esplode fra la gente italiana, che trova nel “miracolo azzurro”, fra restrizioni e distanze, un motivo per splendere, per ritrovare quella voglia di normalità e di fratellanza così tanto compromesse dalla pandemia ancora in corso.
Un’Italia unita nella fede calcistica e nel patriottismo, con il nostro inno cantato a squarciagola, mano al petto con orgoglio, nelle case Italiane e dai pochi fortunati tifosi presenti allo stadio. Emozioni pure che a causa della pandemia tutti avevamo dimenticato, assopiti nel grigiore di una quotidianità alterata fatta di restrizioni e distanze con la paura costante di un nemico invisibile ma presente a limitare le nostre libertà.
Una gioia che esplode al termine del match sofferto contro l’Inghilterra dopo i temuti rigori, con canti e festeggiamenti. Una fede calcistica fervente, traboccante di felicità in grado di unire grandi e piccini, tifosi e meno tifosi, amanti del calcio e non, in nome dell’Italia.
Una notte indimenticabile, fra lacrime di gioia, abbracci, sorrisi pieni di vita e l’incredulità di Gigio Donnarumma che, dopo aver parato il rigore decisivo non realizza immediatamente la vittoria della sua squadra, della nostra Italia, tanta la concentrazione del momento. Emblematica la scena dei suoi compagni che letteralmente lo assalgono per festeggiare e lui che solo dopo qualche istante realizza e finalmente esulta per la vittoria.
Una rinascita per l’Italia così tanto martoriata in questi due anni, “una botta di vita” vera e propria a ricordarci che sappiamo ancora emozionarci, sorridere e vivere in modo unito, forte ed armonioso. Siamo un popolo, una nazione. Siamo tutti fratelli di un’Italia, a motivo di una vittoria che va al di là dello sport e della fede meramente calcistica.
Una squadra armoniosa e unita quella italiana, in grado di fare realmente “team” nell’accezione più profonda del termine. Dove i talenti e le peculiarità di ogni giocatore, sotto la guida sapiente di Mancini, Vialli ed i vari collaboratori, hanno dato vita ad uno spettacolo meraviglioso fatto di passaggi, contropiedi, azioni difensive ed attacchi in perfetta armonia ed espressività, massima rappresentazione del motto “l’UNIONE FA LA FORZA”.
A Wembley è storia, ed il cielo è azzurro sopra Londra. Grazie ragazzi!
Gabriella Forlese