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Edith Stein: filosofa, mistica e martire alla ricerca della verità
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In questo mese ricorre il 79° anno da quando suor Teresa Benedetta della Croce, mistica dell’Ordine delle Carmelitane Scalze, fu prelevata dalla Gestapo il 2 agosto del 1942, poichè ebrea, e deportata nel campo di sterminio di Auschwitz – Birkenau, dove il 9 agosto è morta nella camera a gas. Giovanni Paolo II la definì “una personalità che portò nella sua intensa vita una sintesi drammatica del nostro secolo”. Nel 1998 San Giovanni Paolo II la proclamò santa e l’anno successivo la dichiarò copatrona d’Europa. Di fronte alla persecuzione nazista, difese la sua origine ebraica, la sua fede cristiana e non vacillò quando dovette affrontare il sacrificio supremo donando la propria vita.
(Acistampa) Edith Stein prima di abbracciare l’ordine religioso del Carmelo è stata donna di studio, donna coraggiosa, che avrebbe segnato le pagine della storia contemporanea anche se non fosse divenuta santa. Nella sua densa vita, ha avuto la possibilità di entrare in contatto con alcune delle più brillanti menti del Novecento come Edmund Husserl, Max Scheler, Martin Heidegger a Jacques Maritain.
Edith Stein era l’allieva e assistente prediletta del filosofo tedesco Husserl, a Friburgo. Da lui, assorbì il metodo di ricerca e di indagine filosofica. Edith, descriverà così il suo maestro: “Il suo modo di guidare lo sguardo sulle cose stesse e di educare a coglierle intellettualmente con assoluto rigore, a descriverle in maniera sobria, fedele e coscienziosa, ha liberato i suoi allievi da ogni arbitrio e da ogni fatuità nella conoscenza, portandoli a un atteggiamento cognitivo semplice, sottomesso all’oggetto e perciò umile”. La figura del filosofo tedesco per la Stein fu così fondamentale che contribuì – inconsciamente, forse – non solo alla sua formazione accademica, ma anche a quella della sua personalità.
L’opera filosofica più importante della Stein rimane “Essere finito ed Essere eterno”: un libro che rappresenta una sublime sintesi di filosofia e mistica. La sua ricerca è incentrata – soprattutto – sullo studio della condizione antropologica dell’uomo in riferimento all’Eternità. La visione metafisica della Stein, le pone alcune domande che rappresenteranno il punto d’inizio della sua ricerca di studiosa: “Che cos’è l’uomo?” e “Qual è la sua natura?”. “Quando noi parliamo di natura dell’uomo intendiamo l’essenza dell’uomo in quanto tale e in essa è incluso il fatto che egli è persona”, così scriverà Edith nel citato trattato. Questa sua attenzione all’uomo, alla “persona” diverrà – poi – l’incipit per approfondire la Persona (con la “P” maiuscola) Una e Trina: Dio.
Stein comprende attraverso l’approfondimento del pensiero cristiano che non si può cogliere la realtà autentica dell’essere umano senza prendere in considerazione l’Essere “primo” dal quale l’uomo stesso trae origine e vita. Inoltre, questo Essere si pone per ogni uomo come fine ultimo del suo agire e del suo esistere. Inevitabilmente, l’uomo diventa – così – egli stesso specchio di quell’Essere trinitario che è Dio. E, poiché l’anima dell’uomo è spirito, si innalza sopra se stessa nella sua vita spirituale. Questa, in estrema sintesi, la teoria espressa nell’importante volume “Essere finito ed Essere eterno” che rimane una pietra miliare del pensiero filosofico contemporaneo.
Nella vita della Stein avviene, poi, un qualcosa di straordinario: l’incontro con Dio. Per Edith questo fondamentale incontro passa per la ragione, per la lettura, e – soprattutto – per una incessante ricerca della verità. Tutto il suo studio filosofico, il suo travaglio interiore, andrà ad accompagnarsi – sempre più – a un senso mistico dell’esistenza umana. Il punto cruciale della sua conversione non solo religiosa ma anche intellettuale, sarà l’incontro con una grande figura del Cristianesimo: Santa Teresa d’Avila.
Era il 1921. Edith trascorre un periodo di vacanza nella casa di campagna di alcuni suoi amici: che le lasciano le chiavi della biblioteca perché si devono assentare brevemente. In una notte in cui Edith non riesce a dormire, si aggira per la casa fino a quando si addentra nella biblioteca. E’ lei stessa a raccontare l’episodio: “Presi casualmente un libro dalla biblioteca; portava il titolo “Vita di santa Teresa narrata da lei stessa”. Cominciai a leggere e non potei più lasciarlo finché non ebbi finito. Quando lo richiusi, mi dissi: questa è la verità”. Dopo tanto peregrinare, dopo tanto studio, dopo tanta ricerca per la verità, Edith riesce ad approdare all’unica grande Verità: Cristo.
Solo allora comprende che la verità non è un’idea, un concetto, ma una persona, anzi quella Persona che è Dio fatto uomo. Così la giovane filosofa ebrea, la brillante assistente di Husserl, nel gennaio del 1922 riceveva il Battesimo. La filosofia “perderà” una brillante mente, la Chiesa “acquisterà” un’aureola.
Redazione da Ag. di inf.