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Santa Teresa d’Avila: grande mistica carmelitana e maestra di vita spirituale
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La recente ricorrenza della solennità liturgica della grande contemplativa carmelitana, Santa Teresa d’Avila, ci fornisce una felice opportunità di accesso al meraviglioso mondo della mistica. Verso cui, in questa nostra era post-moderna, si registra un rinnovato interesse che appare come una ventata di spiritualità tonificante in un periodo di particolare crisi e torpore religioso. Atteggiamento che sembra motivato da una diffusa sensibilità tesa a privilegiare “l’intuizione e l’esperienza personale a scapito della ragione o della verità, sino al rifiuto di ogni mediazione ecclesiale in favore di un incontro immediato col Divino”.
Una realtà esistenziale che nella vita della Santa d’Avila ha avuto un posto di grande rilievo: quale cammino verso l’Assoluto da parte di un’anima che “ha saputo intuire le ragioni del cuore e dare parola al sentire interiore”.
Fu la prima donna a divenire Dottore della Chiesa. Titolo che fu il riconoscimento del “prezioso insegnamento che Dio ci ha trasmesso attraverso i suoi scritti e la testimonianza della sua vita”. Così ha scritto, a suo tempo, Papa Francesco al vescovo di Ávila in occasione dei 50 anni dal conferimento del Dottorato a Santa Teresa d’Ávila avvenuto nel 1970.
A distanza di cinque secoli, “la fiamma che Gesù ha acceso in Teresa continua a brillare in questo mondo sempre più bisognoso di testimoni coraggiosi, capaci di abbattere qualsiasi muro, sia esso fisico, esistenziale o culturale”, scrive ancora il Papa, che cita anche l’intelligenza e la tenacia di questa donna contemplativa, a cui si univano “una sensibilità per la bellezza e una maternità spirituale verso tutti coloro che si avvicinavano al suo lavoro”, e che fu esempio del “ruolo straordinario che le donne hanno svolto nel corso della storia nella Chiesa e nella società”.
La Santa d’Ávila parla ancora oggi grazie ai suoi scritti; e il suo messaggio e il suo esempio sono per tutti, continua Francesco, “per chi sente la chiamata alla vita religiosa”, ma anche “per tutti coloro che desiderano progredire sulla via della purificazione da ogni mondanità, che porta all’unione, alle alte dimore del ‘castello interiore’”, come chiamava Teresa la condizione dell’anima abitata da Sua Maestà. “Averla come amica – è l’indicazione – compagna e guida nel nostro pellegrinaggio terreno, conferisce sicurezza e tranquillità”. In fine il Papa ricorda la grande devozione di Teresa per San Giuseppe, con l’incoraggiamento a continuare ad approfondirne il messaggio e l’insegnamento.
Di questa grande contemplativa che occupa un posto rilevante nell’affascinante mondo della mistica femminile, sappiamo che fu donna di eccezionali doti intellettuali e umane, e che fu riformatrice dell’Ordine del Carmelo con la collaborazione di San Giovanni della Croce. Beatificata nel 1614, fu canonizzata nel 1622. A testimonianza della sua vita spirituale rimane l’Autobiografia o Libro della vita.
Tra i doni mistici che caratterizzarono la sua vita di religiosa contemplativa, ci furono i fenomeni delle stigmate, dell’odore di santità e
soprattutto l’esperienza della levitazione. E’ la stessa santa che, nell’autobiografia, parla di quest’ultima manifestazione che avveniva nel corso dei suoi prodigiosi “rapimenti”.
In un capitolo del suo libro si legge: “Durante questi rapimenti, sembra che l’anima non sia più nel corpo, tanto che questo, sensibilmente, sente che viene a mancare il calore naturale e a poco a poco si raffredda, anche se con grandissima soavità e diletto. Qui non c’’è alcun rimedio per resistere (….) anzi spesso, prevenendo ogni pensiero e ogni possibile cooperazione, viene un impeto tanto rapido e forte che vedete e sentite sollevarsi questa nube, e questa potente aquila prendervi sulle ali”.
Amuel