MESSINA – Per un turismo religioso capace di rispondere a esigenze di cultura e religiosità
Articoli collegati
- Messico, Festa della Vergine di Guadalupe, nel suo nome una preghiera di pace per il Messico e il mondo intero
- Ucraina. Due anni di invasione, appello delle Chiese per una “pace giusta” e rientro dei bambini e civili deportati
- Allarme Caritas: per “caro casa” e mutui a tassi variabili sempre più famiglie in difficoltà
Turismo religioso: territorio, accoglienza e comunicazione
Prendendo ancora spunto dall’esperienza del Giubileo del 2000, Mons. Carlo Mazza, attuale Vescovo di Fidenza e già Direttore Ufficio Turismo, Sport e tempo libero della CEI, questi i tre elementi di rilievo del Turismo religioso.
1°) Le tracce della fede sul territorio.
«Una prima istanza si identifica nella intrinseca correlazione tra turismo religioso e
territorio. Un significativo turismo religioso non si attua efficacemente se non si innesta nel tessuto delle realtà vitali territoriali, viste nella loro specificità storicoreligioso-culturale-economico-sociali. L’annotazione non è ovvia in quanto le tante incertezze e difficoltà che il turismo religioso incontra a essere traino e stimolo di riferimento sulla concreta identità del territorio, mostrano l’acerbità del rapporto territorio-turismo.
Di fatto sul territorio – considerato come unità sistemica e dinamica –si concretizzano le diverse opportunità del turismo religioso per il fatto che esprime e valorizza le testimonianze storico-culturali del territorio stesso in un circuito dinamico e interrelato. In tal senso il territorio, rivalutato e rivitalizzato – spiega Mons. Mazza – consente un turismo religioso capace di rispondere a esigenze di cultura e di religiosità, in relazione con le opportunità economiche e commerciali. Infatti il territorio è un corpo vivente e ogni suo “elemento” deve essere reso adatto a entrare “in rete” turistica».
2°) Una nuova mentalità dell’accoglienza.
Secondo le valutazioni del Vescovo di Fidenza, un’altra caratteristica base del Turismo Religioso sta nelle forme e nei modi dell’accoglienza. «Se è vero che nel turismo – egli scrive – la forma dell’accoglienza assume rilievo pratico nel rapporto tra la qualità dei servizi e la soddisfazione dei clienti, tanto più questo deve accadere nel turismo religioso dove il profilo di tale rapporto è costituito dalla virtù teologale della carità coniugata e accompagnata dalla virtù cardinale della giustizia. L’accoglienza secondo carità e giustizia acquista un valore nobile e di alta efficienza: nell’accogliere appare tanto decisiva la disposizione del cuore e il corretto dispositivo economico che diventano gli standards richiesti agli operatori del settore».
Mons. Mazza porta ad esempio il «circuito delle “Case di accoglienza”» come «l’attenzione concreta della Chiesa locale verso l’ospitalità e misurarne la qualità dell’attività degli operatori e lavoratori del turismo».
3°) L’ineludibile ruolo della comunicazione.
«Un’altra istanza si manifesta: quella del ruolo dominante della comunicazione. Essa appare come ineludibile anche nel turismo religioso, in quanto garantisce un’efficace trasmissione non solo dell’informazione ma anche del messaggio di salvezza che i “monumenti religiosi” veicolano. La scienza della comunicazione assume sempre di più un ruolo decisivo nella convivenza umana. […] La rivoluzione della comunicazione e dei siti internet interessa i “luoghi” d’arte, i santuari, gli itinerari di fede, storia e cultura. L’adeguamento tecnologico perciò non si manifesta come operazione meramente occasionale e strumentale, come potrebbe apparire, ma riguarda le profonde modalità del servizio all’uomo e dell’incontro con altre culture».
Domenico Siracusano