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S. Teresa del Bambin Gesù, spiritualità luminosa di una grande mistica
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La fausta ricorrenza della solennità liturgica con cui si onora Santa Teresa del Bambin Gesù, nel giorno del suo Dies Natalis, ci immette subito nell’affascinante mondo della mistica, in cui si possono ammirare, fra tante altre, le opere ispirate alla straordinaria originalità della grande contemplativa carmelitana. La cui vita presenta luminosi insegnamenti, intessuti di espressioni tanto semplici e scontate quanto ricche di elevato misticismo assai proficuo per il cammino di ascesi spirituale. Come quelle comprese nella sua opera chiamata anche “teologia della piccola via” o dell’infanzia spirituale, che fonda la pratica dell’amore per Dio non nelle grandi azioni, ma negli atti quotidiani pur apparentemente insignificanti.
Teresa stessa lo spiega nella sua autobiografia: “Non c’è che una cosa da fare: gettare a Gesù i fiori dei piccoli sacrifici”. E ancora: “Io voglio insegnare i piccoli modi che mi sono riusciti”.
Morta quasi sconosciuta a 25 anni, nel monastero di Lisieux, da dove non si mosse per tutta la vita, è divenuta una santa venerata a livello mondiale, “In soli 24 anni di vita terrena ha impresso una traccia indelebile nel cristianesimo. Dichiarata dottore della Chiesa e invocata per la protezione contro le malattie infettive, è patrona delle missioni nonostante sia stata una suora di clausura che mai si è allontanata dal suo convento. È morta di tubercolosi e ha scritto ‘Storia di un’anima’, uno dei capolavori della spiritualità di tutti i tempi, dove, tra l’altro, racconta la dolorosa esperienza di un’epidemia che l’ha coinvolta in prima persona”.
Giovanni Paolo propone il suo esempio a tutti i cristiani e in particolare ai giovani, proclamandola dottore della Chiesa e spiegandone l’originalità: “Di fronte al vuoto di tante parole, Teresa indica come alternativa l’unica Parola di salvezza che, compresa e vissuta nel silenzio, diventa sorgente di vita rinnovata. Ad una cultura razionalistica e troppo spesso permeata di materialismo pratico, ella contrappone con semplicità disarmante la ‘piccola via’ che, rifacendosi all’essenziale delle cose, conduce al segreto di ogni esistenza: la divina Carità che avvolge e permea ogni umana vicenda”.
La fama mondiale di santa Teresina trae sicuramente motivo dal fatto che ella ha lasciato le sue memorie, riflessioni, crisi spirituali, raccolte nei diari pubblicati dalla sorella Pauline, diventata madre Agnese dopo la sua morte. Storia di un’anima, pubblicata per la prima volta nel 1898, non è solo un testo religioso ma raccoglie poesie, opere teatrali, lettere e preghiere che raccontano l’itinerario spirituale di un’anima eccelsa, a dispetto dell’umiltà e del nascondimento della sua vita terrena.
Teresa entra in monastero all’età di 15 anni per il permesso concesso da papa Leone XIII, e si consacra con il nome di Teresa di Gesù Bambino. Nome al quale si aggiungerà “e del Volto santo”. La novità della sua spiritualità, chiamata anche “piccola via”, consiste nel ricercare la santità, non nelle grandi azioni, ma negli atti quotidiani anche i più semplici a condizione di compierli per amore di Dio. Dopo la sua morte, la voce di questa umile carmelitana percorre la Francia e il mondo, colpisce gli intellettuali, suscita anche emozioni e tenerezze popolari.
“La concentrazione del pensiero di Teresa su Gesù non era altro che l’atto di amore “Gesù ti amo”. Questo atto d’amore fu la sua ultima parola, il suo ultimo soffio. Era come il suo respiro continuo, come il battito del suo cuore. E’ anche il centro di tutto il suo insegnamento, il motivo dominante delle sue preghiere e poesie. Ne troviamo un’espressione splendida in tre versi della poesia Vivere d’Amore: “Ah tu lo sai, Divin Gesù ti amo/ Lo Spirito d’Amore m’incendia del suo fuoco/ Amandoti attiro il Padre”.
Teresa muore nel 1897, ma il suo è solo un apparente commiato perché è convinta di non interrompere la sua missione: “Conto molto di non restare inattiva in cielo, il mio desiderio è di lavorare ancora per la Chiesa e per le anime”. Beatificata nel 1923 da Papa Pio XI che la considera la “stella del suo pontificato”, viene poi canonizzata nel 1925.
A conclusione di questa breve rassegna di ricordi della grande santa, ci sembra essenzialmente significativo, della sua spiritualità, il richiamo delle semplici parole di totale affidamento al Signore che Santa Teresa era solita ripetere: “Tutto è grazia!”.
Redazione da Ag di inf.