- Guerra in Ucraina. L’arcivescovo Shevchuk: “Una pace ingiusta sarà causa di altre guerre”
- Movimento per la vita. Casini (presidente): “Fare di tutto per accogliere la vita e difenderla”
- Censis su religiosità italiani, Nembrini: “Tornare alle origini e seguire la strada tracciata dai santi di oggi”
- La Santa Sede dopo l’elezione di Trump, l’augurio del Segretario di Stato Parolin
- Clarisse di Sicilia. Monastero di Castelbuono, l’elevazione dello spirito a Dio tra preghiera, lavoro e fraternità
- Alluvioni in Spagna, tra i volontari che aiutano anche tanti sacerdoti, suore e giovani delle diocesi.
Terremoto in Turchia e Siria, P. Bahjat: “Una tragedia immane, non abbandonateci”. CEI stanzia 500mila euro dai fondi 8xmille
Articoli collegati
Il terremoto, di magnitudo 7,8 della scala Richter, che questa mattina alle 4.17 ora locale (le 2.17 in Italia), ha colpito la Turchia meridionale e il centro e nord-ovest della Siria, ha prodotto effetti devastanti con enormi danni ovunque. Nelle zone colpite il bilancio provvisorio parla di morti che hanno già raggiunto il numero di qualche migliaio, ma il bilancio resta provvisorio e i numeri si accavallano di ora, in ora per di più in condizioni assai critiche, per cui i soccorsi sono resi difficoltosi anche dal maltempo che affligge le zone terremotate.
“Ci sono macerie ovunque. Le prime notizie che abbiamo qui parlano di almeno 36 palazzi completamente distrutti con gente rimasta sotto le macerie. La parrocchia latina dove sono ha avuto anch’essa dei danni ma al momento non registriamo altre criticità”. È la testimonianza resa al Sir da padre Bahjat Elia Karakach, frate della Custodia di Terra Santa e parroco latino di Aleppo, con i primi momenti subito dopo il terremoto.
“La scossa è stata tremenda – dice il parroco con la voce provata – la gente è scesa in strada in preda al panico, almeno chi è riuscito a farlo, tanti, come dicevo, sono rimasti intrappolati. Qui piove e fa freddo ho visto persone scalze e con indumenti leggeri, in pigiama, fuggire in cerca di un luogo sicuro. In parrocchia abbiamo aperto dei locali non danneggiati e offerto delle bevande calde e qualcosa da mangiare. Abbiamo anche pregato per chiedere la protezione di Dio.
Non c’è energia elettrica, siamo in una situazione drammatica. Aspettiamo che i soccorsi arrivino ovunque, adesso è prioritario cercare di salvare quante più vite umane possibile tirandoli via dalle macerie”. Fare un bilancio adesso è difficile se non impossibile per l’alto livello di distruzione”.
“Confidiamo nell’aiuto internazionale, qui siamo tutti sotto shock per quanto accaduto. Non bastava la guerra, non bastava la povertà, ora il terremoto” dichiara padre Bahjat che lancia un appello alla comunità internazionale: “rimuovete o sospendete le sanzioni alla Siria almeno per permettere e facilitare l’arrivo e la movimentazione degli aiuti umanitari di cui abbiamo estremo bisogno.
Moltissime le le vittime, migliaia le persone ancora intrappolate sotto le macerie, numerosi gli edifici colpiti. Un bilancio ancora provvisorio che, secondo le Caritas locali, crescerà drammaticamente: in Turchia la zona interessata è molto vasta e difficile da raggiungere, anche per le rigide condizioni climatiche.
“La Cattedrale di Iskenderun è crollata, scuole ed episcopio non sono agibili, anche la chiesa della comunità siriaca e quella ortodossa sono andate totalmente distrutte. La situazione è in continuo divenire”, fa sapere il vescovo Paolo Bizzeti, vicario apostolico dell’Anatolia e Presidente della Caritas in Turchia. In Siria il sisma ferisce un Paese già dilaniato dalla guerra e dove oltre l’80% della popolazione vive in povertà.
Come prima forma di aiuto alle vittime del violento terremoto che ha devastato la Turchia e la Siria, di cui ha dato comunicato la Caritas Italiana, la Conferenza episcopale italiana (Cei) ha deciso lo stanziamento di 500mila euro ricavati dai fondi otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica.
“A nome della Chiesa che è in Italia esprimo profondo cordoglio e vicinanza alla popolazione provata da questo tragico evento, assicurando preghiere per le vittime, i loro familiari e i feriti.
Mentre ci stringiamo a quanti sono stati colpiti da questa calamità, Auspichiamo che la macchina della solidarietà internazionale si metta subito in moto per garantire una rapida ricostruzione”, afferma il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. Lo stanziamento della Cei aiuterà a far fronte alle prime necessità.
Caritas Italiana, impegnata da anni nei due Paesi, è in costante contatto con le Caritas locali e la rete internazionale per offrire aiuto e sostegno. Il direttore, don Marco Pagniello, fa appello a “un’attenzione solidale da parte di tutti verso aree del mondo già segnate da conflitti dimenticati e da povertà estrema”.
Redazione da Ag. di inf.