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Allarme Caritas: per “caro casa” e mutui a tassi variabili sempre più famiglie in difficoltà
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L’allarme lanciato della Caritas per la “situazione preoccupante” che vede il continuo rialzo dei tassi d’interesse deciso dalla Bce nell’ultimo anno per frenare l’inflazione, mette in risalto il fatto che le rate mensili dei mutui a tasso variabile siano “schizzati” a prezzi divenuti insostenibili per molte famiglie italiane sempre più in difficoltà.
Le stime parlano di una spesa aggiuntiva di oltre 300 euro al mese, con il rischio che gli importi “possano salire ancora”. Le conseguenze dei rincari generalizzati – compresi quelli delle utenze – si sono da tempo già fatte sentire sui bilanci familiari, come confermano al Sir le Caritas di Milano, Torino, Firenze e Catania.
Chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile sa bene come da qualche tempo il costo delle rate mensili sia “schizzato” in alto. Nel suo ultimo “Dossier mutui e credito al consumo” nel quale viene analizzato “l’aumento dei tassi d’interesse decisi dalla Bce e gli effetti sui prestiti alle famiglie”, la Federazione autonoma bancari italiani ha rilevato che per quanto riguarda i vecchi mutui non è emersa “nessuna differenza per quelli a tasso fisso, mentre le rate di quelli a tasso variabile hanno subito aumenti fino al 75%”. Questo, spiega la Fabi, “vuol dire che chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga, al mese, 875 euro ovvero 375 euro in più”. Ed , “è molto probabile” che, per via del nuovo innalzamento dei tassi d’interesse deciso dalla Bce, “le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano salire ancora”.
“La situazione è abbastanza difficile, direi preoccupante”. Non usa giri di parole, Giuliana Rossi, referente del Fondo diocesano di solidarietà della Caritas di Firenze, per descrivere quanto le famiglie, soprattutto giovani e con figli, si sono trovate a dover affrontare negli ultimi mesi per l’aumento delle rate del mutuo a tasso variabile. In un numero sempre crescente di casi sono di fatto diventate “insostenibili”, con rincari di oltre 300 euro al mese.
“Per i mutui a tasso variabile stipulati qualche anno fa – spiega Rossi – si è verificata un’impennata di non poco conto”. “Negli ultimi giorni – racconta – abbiamo avuto a che fare con alcuni casi: una famiglia che pagava 900 euro al mese ora ne deve pagare 1.200; e un’altra che ne pagava 550 ora ha una rata di 850 euro mensili”. Si tratta di nuclei che si sono rivolti alla Caritas per la prima volta, persone che “finora con un po’ di fatica che la facevano da sole. Si trovavano in quella ‘zona grigia’ nella quale senza questi aumenti non avrebbero avuto bisogno di aiuti, mentre ora rischiano di finire nella povertà”.
Per far fronte a questa situazione, continua Rossi, “abbiamo per ora concordato di farci carico dell’incremento della rata per tre mensilità, nella speranza che si riesca a trovare un lavoretto integrativo. Abbiamo anche tentato con le banche chiedendo di passare al tasso fisso, di fatto non ne abbiamo trovate. In ogni caso, in questo momento non è che ci sarebbe un grosso vantaggio, considerato che lo propongono al 3,5%-4,5% a trent’anni”. Per la referente del Fondo diocesano di solidarietà della Caritas di Firenze, “al momento le banche non sono sensibili a nessun intervento. Non ci stanno dando una mano, in nessuna maniera.
Servirà un intervento statale per convincere le banche ad un atteggiamento diverso, a dare una dilazione o a rinegoziare, perché se i tassi d’interesse decisi dalla Bce dovessero ancora aumentare i tassi variabili non scenderanno”.
In una situazione nella quale le famiglie, anche per via dell’inflazione, devono fare i conti con incrementi generalizzati delle spese. Nel frattempo “come Caritas faremo il possibile per aiutare ma, si sa, le disponibilità non sono molte. E il rischio è che a settembre, riaprendo i nostri uffici, il problema si acuisca e si rivolgeranno a noi altre famiglie.
Redazione da Ag. di inf.