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Attacco ad Israele, card. Pizzaballa: “emergenza molto grave”. Attivata la Caritas Jerusalem.
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All’alba di oggi, dalla Striscia di Gaza verso il sud e il centro di Israele (Tel Aviv e Gerusalemme comprese), sono stati lanciati almeno 5mila razzi. Nel contempo numerosi miliziani armati di Hamas sarebbero penetrati, a sorpresa, in 14 luoghi di Israele situati lungo il confine con Gaza arrivando anche dal mare e in parapendio. Mohammad Deif, uno dei comandanti delle Brigate ʿIzz al-Dīn al-Qassām, il braccio armato di Hamas a Gaza, ha definito l’operazione “Alluvione al-Aqsa” motivandola con il rifiuto di Israele di liberare “i nostri prigionieri” e con “la profanazione dei luoghi santi a Gerusalemme”.
Al momento le vittime israeliane sarebbero numerose e non quantificabili. Tra i morti anche il presidente del Consiglio regionale di Shaar Hanegev, in cui si trova Sderot, uno dei due settori delle comunità israeliane vicino alla Striscia.
“Siamo davanti ad una situazione molto grave, scoppiata improvvisamente senza troppi preavvisi, ha dichiarato al Sir il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, “La presa di ostaggi israeliani, fenomeno in nessun modo giustificabile – sottolinea il porporato – non farà altro che favorire una maggiore aggressività da ambo i lati, soprattutto da parte israeliana”. Il patriarca rivolge poi lo sguardo alla piccola comunità cristiana gazawa, poco più di 1000 fedeli dei quali solo un centinaio cattolici, appartenenti all’unica parrocchia latina della Striscia, dedicata alla Sacra Famiglia, e incoraggia “i cristiani della Striscia, impauriti”: “Sappiano che, come sempre, non saranno lasciati soli e che questo è un momento in cui dobbiamo essere uniti più mai”.
Hamas, poco fa, ha pubblicato delle foto che mostrerebbero la cattura di soldati israeliani e di alcuni civili, tenuti in ostaggio. Negli ospedali di Gaza, secondo fonti locali, da questa mattina, sono 161 i morti e quasi mille (931) i feriti. Pronta la reazione israeliana. “C’è stato un attacco combinato con l’aiuto di parapendii”, ha confermato alla stampa il portavoce dell’esercito israeliano, il tenente colonnello Richard Hecht, che ha aggiunto che le Forze armate israeliane stanno combattendo in diversi punti della Striscia di Gaza.
Nessuna conferma da parte del portavoce delle notizie della cattura di soldati israeliani da parte di combattenti palestinesi. Confermata, invece, la chiamata dei riservisti destinati a operare a Gaza, ai confini con il Libano e la Siria, e nella Cisgiordania occupata. Il premier Netanyahu ha parlato di “guerra” e ha annunciato la controffensiva denominata “Spade di ferro”, con decine di aerei che stanno attaccando Hamas a Gaza.
Da Betlemme, dove è in attesa di entrare nella Striscia, “spero di farlo domani”, riferisce il parroco latino della parrocchia della Sacra Famiglia, l’unica cattolica di Gaza, padre Gabriel Romanelli: “il valico di Erez è chiuso. Le notizie che arrivano da Gaza sono molto brutte – dice al Sir – fortunatamente i nostri parrocchiani stanno bene anche se la paura si sta diffondendo. Alcuni di loro hanno chiesto rifugio alla parrocchia dove già da qualche mese abbiamo approntato una sorta di rifugio, con cibo, acqua, materassi, dove poter avere riparo durante le emergenze dovute alle continue campagne militari.
Preghiamo perché i combattimenti cessino ma temo che le cose possano volgere al peggio”. Padre Romanelli riferisce che anche “a Betlemme la tensione è alta. Alcuni religiosi che da Betlemme si sono recati a Gerusalemme hanno trovato i check point chiusi”.
A confermare la morte di “numerosi soldati e civili israeliani” e il rapimento di “molti altri a Gaza” è la Caritas Jerusalem che in una nota pervenuta al Sir ricostruisce le prime ore dell’attacco di Hamas e la reazione israeliana. “Attualmente – dicono da Caritas Jerusalemme – tutti i posti di blocco della Cisgiordania sono chiusi e anche tutti gli accessi che conducono alla città vecchia di Gerusalemme sono chiusi. L’ingresso è consentito solo ai civili di età superiore ai 30 anni”.
In via precauzionale la Caritas Gerusalemme ha sospeso “le sue operazioni a Gaza per garantire la sicurezza del suo personale e ha temporaneamente chiuso il centro sanitario”. Tuttavia, fa sapere la Caritas, “il piano di emergenza, che doterà le nostre équipe mediche di kit di pronto soccorso e medicinali essenziali, è pronto per fornire assistenza man mano che la situazione si chiarirà”. Quanto sta accadendo in queste ore, per la Caritas Jerusalem, “segna uno dei periodi più significativi degli ultimi decenni e, sfortunatamente, la situazione è destinata a peggiorare ulteriormente”.
Redazione da Ag. di inf.