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Caritas italiana e Intesa Sanpaolo, alleati contro le povertà: aiutate 40.000 persone e 1 milione di interventi in 3 anni
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Il bilancio di tre anni di alleanza tra Caritas italiana e Intesa Sanpaolo, è stato presentato questa mattina a Roma con i risultati e gli sviluppi del programma “Aiutare chi aiuta” contro l’aumento delle povertà in Italia. 4,5 milioni di euro dall’inizio della pandemia ad oggi. 1 milione di interventi realizzati tra pasti, posti letto, farmaci e indumenti. Oltre 40.000 persone aiutate in 80 Caritas diocesane. (Sir)
Una iniziativa confermata per il quarto anno, nel biennio 2023-2024, con un focus sul mondo del carcere e sul reinserimento delle persone detenute. A questo proposito sarà inaugurato venerdì prossimo, nel carcere minorile di Casal del Marmo, un pastificio che darà lavoro a una ventina di giovani detenuti. Tra gli ambiti di intervento privilegiati dalla collaborazione: l’offerta di beni e aiuti materiali, casa e accoglienza, sostegno nella ricerca di lavoro e nell’avviamento di nuove imprese.
Nel secondo anno l’attenzione è stata rivolta alle persone anziane, nel terzo alla povertà giovanile e all’inclusione della popolazione anziana. Per coordinare il lavoro è attiva una apposita “cabina di regia” che tiene conto dei bisogni e delle risposte necessarie, cercando di raggiungere in maniera capillare i territori che hanno meno risorse.
L’intervento di quest’anno privilegerà il mondo del carcere, ha spiegato Paolo Bonassi, executive director Strategic Initiatives and Social Impact di Intesa Sanpaolo, e “si svilupperà lungo quattro direttrici: promozione dei valori e del rispetto delle regole, della legalità; distribuzione di beni primari e di prima necessità, in particolare pasti, indumenti, prodotti per l’igiene sia in carcere sia presso strutture protette, a cui si aggiungono servizi di accoglienza e accompagnamento per i detenuti in permessi premio, agli arresti domiciliari o che hanno da poco concluso il percorso di pena. formazione, con corsi professionalizzanti e di accompagnamento al lavoro all’interno e all’esterno del carcere, con incarichi lavorativi durante e al termine del periodo di detenzione”. L’alto tasso di recidiva al 70% scende infatti al 2% “per chi in carcere ha appreso un lavoro”, ha aggiunto Bonassi.
“Non distogliere mai lo sguardo dai poveri”. “Viviamo un tempo difficile – ha detto don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana – la guerra ci ricorda che tutto può essere stravolto da un momento all’altro. In Italia aumentano povertà e lavoro povero. Di fronte ad una sfida del genere dobbiamo costruire comunità solidali e dare risposte complesse”. “Non dobbiamo distogliere mai lo sguardo dai poveri – ha sottolineato – è la nostra forza e ciò che ci motiva e ci spinge a stringere nuove alleanze.
Il progetto con Intesa Sanpaolo permette di costruire “comunità solidali che vedano la partecipazione di tutti, soprattutto dei poveri. Altrimenti continueremo a fare assistenzialismo, noi invece vogliamo la promozione delle persone. Non possiamo delegare a qualcuno il bene comune, non possiamo dare per carità ciò che è dovuto per giustizia”.
Il 10% delle persone in povertà assoluta si rivolge alle Caritas. La Caritas, attraverso le sue reti, riesce a mappare la povertà in Italia. Dal 2009 raccoglie infatti ed elabora dati provenienti dai centri d’ascolto e dalle parrocchie italiane, che intercettano il 10% dei 5 milioni di poveri assoluti in Italia (circa 500.000 persone). Il 40% sono italiani. Il 70% di chi si rivolge alla Caritas lamenta gravi problemi economici, disoccupazione, assenza di casa, senza dimora. Nel 2022 la rete Caritas ha realizzato 3 milioni e mezzo di interventi.
Tra i servizi Caritas che hanno usufruito delle risorse messe a disposizione da Intesa Sanpaolo c’è l’Ostello “Luigi di Liegro” a via Marsala, accanto alla stazione Termini di Roma. Da 35 anni offre ospitalità notturna, cibo, ascolto professionale e accompagnamento a 185 persone senza dimora, con disagio psichico, ex detenuti, migranti, anziani soli con problemi sanitari.
Nel carcere minorile di Casal del Marmo. Il cappellano del carcere minorile di Casal del Marmo, a Roma, è don Nicolò Ceccolini. Qui sarà inaugurato venerdì 10 novembre, che darà lavoro progressivamente a una ventina di giovanissimi detenuti. “Il carcere ti cambia in meglio o in peggio – ha detto -. Dipende dalle persone che trovi: alcuni ti possono aiutare a diventare una luce, altri no. Il rischio che il ragazzo esca dal carcere più incattivito è molto alto. Quando arrivano sono come navi alla deriva che si scontrano contro una scogliera, abbandonati a sé stessi. Tanti pezzi che bisogna riassemblare. La prima opera risanatrice è quindi far sentire ogni ragazzo degno di stima”.
Redazione da Ag. di inf.