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Il Presepe. Importanza nel mondo di oggi: “Fonte di evangelizzazione che trasmette la genuinità della fede”
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In una società che viene definita spesso consumistica, sempre più attratta da ciò che è effimero, banale, terreno, in cui vengono svalutati anche valori essenziali ed eterni che fanno capo a principi di fede basilari, acquista particolare importanza per i cristiani l’efficacia di una rappresentazione simbolica di grande significato edificante religioso: il Presepe.
La parola “praesepe” deriva dal latino e significa mangiatoia. Riporta alla storia raccontata nei Vangeli di Luca e di Matteo, dove si narra che nella stalla fu collocato il Bambino Gesù alla sua nascita. In tempo di Avvento, questa pratica di devozione ha un significato unico e profondo che dà forma tangibile alla nostra attesa del Natale. Attraverso il presepe, di generazione in generazione si trasmette la genuinità della fede in quell’evento di salvezza sempre nuova che fa venire Gesù nelle nostre case; così come noi andiamo da lui, immedesimandoci chi in uno, chi in un altro dei tanti personaggi che nella nostra rappresentazione si avvicinano a quel bambino appena nato.
Una tradizione che proprio quest’anno festeggia un anniversario importante: sono, infatti, trascorsi esattamente 800 anni da quel Natale del 1223, in cui Francesco d’Assisi, reduce dalla Terra Santa, vide nelle grotte del paesino laziale di Greccio una somiglianza con Betlemme e manifestò il geniale desiderio di rievocare tangibilmente in quel luogo la nascita di Gesù. Francesco Chiese al Papa Onorio III di mettere in scena la natività, uscendo dal convento, perchè in quei tempi le rappresentazioni sacre non potevano tenersi in chiesa. Il primo presepe della storia venne così realizzato in un bosco, vicino al paese, in una grotta. In questo primo presepe c’erano il bue, l’asino e la paglia, ma non c’erano la Vergine Maria, S. Giuseppe ed il bambinello.
La partecipazione, in quell’occasione, fu numerosa ed il Santo, cosi dicono le cronache del tempo, narrò ai presenti, molti non sapevano leggere, la storia della nascita di Gesù. Fu questo il primo presepe vivente, anche se non completo, In seguito, data la grande influenza che ebbe S. Francesco nella cristianità, cominciarono ad apparire nelle chiese rappresentazioni di natività, con statuine scolpite e accanto dipinti che narravano della Divina Nascita. Il primo presepe, infatti, con tutti i personaggi è del 1283.
La meditazione del mistero dell’Incarnazione ha trovato espressione, in molti Paesi cristiani, in canzoni natalizie dagli accenti allegri e profondi, a commemorazione dell’evento di Betlemme. A valorizzare e rivitalizzare tale preziosa tradizione, intrisa di profonda pietà popolare, sono state rivolte molteplici iniziative di fedeli in diversi Paesi del mondo.
Già il 1° dicembre 2019, Papa Francesco, in occasione della sua visita al Santuario di Greccio, ci ha donato una breve quanto intensa lettera apostolica (Admirabile signum), in cui incoraggia i nonni, i genitori e tutte le famiglie a tenere vivo questo “esercizio di fantasia creativa” che è allestire il presepe: Comporre il presepe nelle nostre case ci aiuta a rivivere la storia che si è vissuta a Betlemme.
Naturalmente, i Vangeli rimangono sempre la fonte che permette di conoscere e meditare quell’Avvenimento; tuttavia, la sua rappresentazione nel presepe aiuta a immaginare le scene, stimola gli affetti, invita a sentirsi coinvolti nella storia della salvezza, contemporanei dell’evento che è vivo e attuale nei più diversi contesti storici e culturali. La pressoché universale diffusione della consuetudine del presepe ha fatto sì che le iniziative volte a ravvivare, promuovere, coltivare e incrementare tale tradizione cristiana siano state presenti in diverse parti del mondo.
In modo particolare, fin dall’origine francescana il presepe è un invito a “sentire”, a “toccare” la povertà che il Figlio di Dio ha scelto per sé nella sua Incarnazione. E così, implicitamente, è un appello a seguirlo sulla via dell’umiltà, della povertà, della spogliazione, che dalla mangiatoia di Betlemme conduce alla Croce. Tante sono le persone che ogni Natale si fermano davanti al mistero di Dio fatto uomo, rappresentato con delle statuine, che in tanti casi sono autentici capolavori d’arte per pregare, riflettere e scoprire l’amore di Dio che si fa bambino per noi”.
La tradizionale esposizione internazionale “100 Presepi”, giunta alla sua 43ª edizione, da quest’anno si trasferisce da Piazza del Popolo in Via della Conciliazione in Vaticano, sotto la diretta responsabilità del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. L’esposizione sarà inaugurata domani, alle 11.30. Saranno presenti, tra gli altri ospiti, anche l’ambasciatrice di Panama presso la Santa Sede, Miroslava Rosas Vargas, come rappresentante del Paese che, dal 22 al 27 gennaio 2019, ospiterà la Giornata mondiale della gioventù.
La mostra da quest’anno sarà denominata “100 presepi in Vaticano” e si terrà nel periodo natalizio, da domani fino al 13 gennaio, presso la Sala San Pio X in via della Conciliazione. L’ingresso della mostra è in via dell’Ospedale 1. La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 20.00.
Redazione da s. di inf.