lntelligenza artificiale, Papa Francesco: “strumento di servizio amorevole o di dominio ostile”

Redazione1
di Redazione1 Gennaio 25, 2024 23:28

lntelligenza artificiale, Papa Francesco: “strumento di servizio amorevole o di dominio ostile”

La nuova ondata di intelligenza artificiale generativa che si presenta ricca di opportunità, ma anche di rischi, spinge il Papa a delineare le sfide che ne conseguono nel Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali ((che si celebrerà il 12 maggio), il cui tema è “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore. Per una comunicazione pienamente umana”. (Ac.st.)

Papa Francesco denuncia: “Non è accettabile che l’uso dell’intelligenza artificiale conduca a un pensiero anonimo, a un assemblaggio di dati non certificati, a una deresponsabilizzazione editoriale collettiva”.

È il secondo messaggio dell’anno dedicato all’intelligenza artificiale, dopo quello per la Giornata Mondiale per la Pace, ed è un tema su cui la Santa Sede riflette da tempo. Nel messaggio – la  Giornata si celebra il prossimo 12 maggio 2024 – si trovano molti dei temi che si sono sviluppati in questi anni: il rischio della fake news e delle guerre parallele di informazione; la necessità di una fondazione etica all’uso degli algoritmi; la necessità di una regolamentazione, che ha portato la Santa Sede a chiedere una Autorità Mondiale per l’Intelligenza Artificiale in un discorso alle Nazioni Unite.

Quello dell’intelligenza artificiale è “un cambiamento che coinvolge tutti, non solo i professionisti”, e che non va visto con “letture catastrofiche”. Anzi, l’auspicio di Papa Francesco è che “in quest’epoca che rischia di essere ricca di tecnica e povera di umanità”, si deve partire proprio dall’uomo, che è chiamato a dotarsi di “uno sguardo spirituale” e della “sapienza del cuore” – laddove il cuore è inteso “biblicamente come sede della libertà e delle decisioni più importanti della vita, è simbolo di integrità, di unità, ma evoca anche gli affetti, i desideri, i sogni, ed è soprattutto luogo interiore dell’incontro con Dio”.

La sapienza del cuore non si può pretendere dalle macchine, nota Papa Francesco, che sottolinea anche che oggi si parla di intelligenza artificiale, ma il termine più corretto, utilizzato nella letteratura scientifica è “machine learning”.

E questo perché “le macchine possiedono certamente una capacità smisuratamente maggiore rispetto all’uomo di memorizzare i dati e di correlarli tra loro, ma spetta all’uomo e solo a lui decodificarne il senso”. Le macchine non sono chiamate a “sembrare umane”. Piuttosto, si deve “svegliare l’uomo dall’inganno in cui cade per il suo delirio di onnipotenza, credendosi soggetto totalmente autonomo e autoreferenziale, separato da ogni legame sociale e dimentico della sua creaturalità”.

Perché è vero che “l’uomo da sempre sperimenta di non bastare a sé stesso e cerca di superare la propria vulnerabilità servendosi di ogni mezzo”, ma questo non deve contaminare con la “tentazione originaria di diventare come Dio senza Dio”.

Il Papa sottolinea che “ogni prolungamento tecnico dell’uomo può essere strumento di servizio amorevole o di dominio ostile”, possono liberare dall’ignoranza e scambiare informazioni, ma allo stesso tempo possono essere “strumenti dell’inquinamento cognitivo di alterazione della realtà, tramite narrazioni parzialmente o totalmente false eppure credute e condivise come se fossero vere”. Il Papa ricorda   che è “importante avere la possibilità di comprendere, capire e regolamentare strumenti che nelle mani sbagliate potrebbero aprire scenari negativi”.

Gli algoritmi “non sono neutri”, si deve “agire preventivamente, proponendo modelli di regolamentazione etica per arginare i risvolti dannosi e discriminatori, socialmente ingiusti, dei sistemi di intelligenza artificiale e per contrastare il loro utilizzo nella riduzione del pluralismo, nella polarizzazione dell’opinione pubblica o nella costruzione di un pensiero unico”. Papa Francesco sottolinea che “la rivoluzione digitale può renderci più liberi, ma non certo se ci imprigiona nei modelli che assecondano gli interessi del mercato o del potere”.

Denuncia il Papa: “Non è accettabile che l’uso dell’intelligenza artificiale conduca a un pensiero anonimo, a un assemblaggio di dati non certificati, a una deresponsabilizzazione editoriale collettiva.

L’informazione – si legge ancora nel messaggio – “non può essere separata dalla relazione esistenziale”, perché c’è bisogno di “volto, sguardo, compassione” oltre che di condivisione.   “l’uso dell’intelligenza artificiale potrà contribuire positivamente nel campo della comunicazione, se non annullerà il ruolo del giornalismo sul campo, ma al contrario lo affiancherà; se valorizzerà le professionalità della comunicazione, responsabilizzando ogni comunicatore; se restituirà ad ogni essere umano il ruolo di soggetto, con capacità critica, della comunicazione stessa”.

 

 

 

Redazione da Ag. di inf.

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