Sulle ali della poesia, alla ricerca faticosa e ispirata a “Verità nascoste”

Redazione1
di Redazione1 Febbraio 14, 2024 00:05

Sulle ali della poesia, alla ricerca faticosa e ispirata a “Verità nascoste”

In tempi assai difficili, in cui, da più parti, si è bersagliati da notizie per tanti versi dolorose e inquietanti, si avverte molto il bisogno di trarre sostegno da espressioni umane carezzevoli e rasserenanti. Il conforto di poter condividere sentimenti ed emozioni toccanti diventa ancor più  profondo se arricchito da vibranti emozioni spirituali.

E’ un sollievo che certamente sa dare molto la poesia: iI privilegiato e primario canale letterario, in grado di esternare i moti interiori che sanno donare solo i poeti: i medium che hanno la virtù di “dare parole all’anima e ali allo spirito”.

Così, mediante sublimi sintesi espressive, dense di un perfetto connubio tra moti dell’animo e ritmi di parole melodiose, si manifesta quell’affascinante prodigio che si può definire vera e toccante  poesia. Un richiamo che si adatta bene sia alle celebrazioni strettamente umane che a quelle spirituali.

Per entrare in modo concreto e significativo nel mondo delle espressioni poetiche, tra quelle che riteniamo più dotate delle suddette caratteristiche – sempre soggette alla personale sensibilità percettiva -, ci ricolleghiamo alla vena poetica, “lirica e intimistica”, della messinese Vittoria Gigante. Poesie tratte dalla sua silloge titolata “Quae inveni”. Da cui traspare una ispirazione religiosa che la porta a ricercare profonde Verità, nascoste e illuminanti, attraverso la sequenza di versi suadenti, condivisibili ed emozionanti:

Ho volato ho volato/ su una lingua di fuoco/alla ricerca del nido/ verso un azzurro orizzonte./ Ed il nido era qui/ groviglio di abbracci/ tenerezza di piume/fremito caldo di ali./ – E il nido era qui/ tra il si e il no/ tra la vita e la morte/ tra la luce e le tenebre./ Bastava volare/non lontano ma dentro/al di là dell’io/ al di là della paura/ al di là del non-essere/solo poco più in là.

EPIFANIA

Ho cercato la Verità/ in vecchi libri polverosi/ ma il tarlo dei topi/ aveva rosicchiato i margini/ Ho cercato la verità/ nella corona di loto/ del vecchio saggio impassibile/ sulla riva del lungo fiume/ ma il miele dell’oblio/ non è riuscito ad addormentare/ la serpe che m’attorciglia l’anima./ Ho cercato la Verità/ nella grottesca opera di pupi/ che tutti rappresentiamo/ da attori mascherati/ sul palcoscenico della memoria/ ma ho sbagliato la parte/ e la mia carriera è fallita./ Ho cercato la verità/ nel ruvido spessore della Vita/ ma ho logorato i miei giorni/ nel vuoto andirivieni di gesti/ meccanicamente ripetuti/ sul quadrante della morte/ all’ora segnata./ Ho cercato la Verità/ nella grotta spoglia del Bambino/ guidata dalla stella misteriosa/ e mi sono inondata di luce.

ESTASI

Ho oltrepassato la soglia/ del cerchio magico/ della goccia di rugiada/ che si dondola al vento./ Forse era la tua luce/ che ammiccava/ balenando al mio sguardo/ ma il ”non ancora” della morte/ pallido fantasma di ansietà/ m’ha tenuto gli occhi/ ostinatamente chiusi./ Forse hai sussurrato qualcosa/ vedendomi scivolare / nella vertigine di fuoco/che ha bruciato i lembi della mia anima/ accartocciata e secca./ Ma crepita ancora/sotto le ceneri leggere/ la nostalgia di Te/ ignota voragine/ che m’ha scavato il cuore.

LA PAROLA

La gioiosa parola è scritta nel libro dei libri/ ma anche nei chiaroscuri dell’anima/ – risuona nelle volte del tempio/ ma anche nel sorriso di un fiore/ –  un balsamo di pace/ ma anche un fuoco distruttore/ – è stata scritta “in principio” / ma anche in questo momento/ – ti incatena con amore esigente/ ma spezza tutte le tue catene/ – ti chiede sempre di più/ convincendoti che puoi volare/ per inondarti il cuore di una libertà inaudita/ – ti invita a giocare/ rivelandoti le regole arcane/di un ineffabile gioco d’’amore.

TEMPLA SERENA

All’interno del vuoto/ nei variopinti cerchi concentrici/ che si riproducono rinfrangendosi/ – e non è fatamorgana/ – so che c’è un segno nascosto/ una cifra arcana/un “di più” rivelatore dell’enigma./ E m’avvio/ pur a tentoni/ verso quel luogo-cerrado/ templa serena dello spirito/ ove le risposte a tutte le domande/ mi saranno finalmente svelate.

Amuel

 

 

 

Redazione1
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