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“Uomo-Donna immagine di Dio”, il Papa: “oggi il pericolo più brutto è l’ideologia gender”
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Negli ultimi tempi si è assistito alla dilagante diffusione di notizie ed informazioni su quella che viene oramai definita come “Teoria Gender”; informazioni che hanno generato e continuano a generare confusione e preoccupazioni. Una teoria che si fonda su discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, con l’intento di colonizzare le menti di bambini e bambine con una visione antropologica distorta, attraverso un’azione di “indottrinamento gender”.
Propagandare, cioè, l’inesistenza di differenze tra i sessi biologici naturali, e la conseguente possibilità di variare il proprio genere a piacimento. L’identità sessuata che fa essere uomini e donne, quindi, viene così sostituita dall’identità di genere: “sentirsi” tali, a prescindere dal dato biologico naturale.
Ne ha parlato Papa Francesco oggi, venerdi 1 marzo, in udienza con i partecipanti al convegno “Uomo-Donna immagine di Dio. Per una antropologia delle vocazioni”. “Oggi il pericolo più brutto è l’ideologia del gender che annulla le differenze – ha detto il Pontefice -. Ho chiesto di fare studi a proposito di questa brutta ideologia del nostro tempo, che cancella le differenze e rende tutto uguale; cancellare la differenza è cancellare l’umanità. Uomo e donna, invece, stanno in una feconda “tensione””. Francesco ci tiene a dirlo nonostante sia ancora un po’ raffreddato e non legga tutto il discorso preparato. L’occasione è ai partecipanti al Convegno
Internazionale “Uomo-Donna immagine di Dio. Per una antropologia delle vocazioni” promosso dal Centro di Ricerca e Antropologia delle Vocazioni (CRAV), che ha luogo in Vaticano, presso l’Aula del Sinodo, oggi e domani.
Aggiunge anche: “ricordo di aver letto un romanzo dell’inizio del Novecento, scritto dal figlio dell’Arcivescovo di Canterbury: The Lord of the World. Il romanzo parla del futuribile ed è profetico, perché fa vedere questa tendenza di cancellare tutte le differenze. È interessante leggerlo, se avete tempo leggetelo, perché lì ci sono questi problemi di oggi; è stato un profeta quell’uomo”.
Nel testo letto da Mons. Filippo Ciampanelli, perché, dice Francesco, “ho ancora il raffreddore e mi affatica leggere per un po’” si parla di antropologia di ogni vocazione: “la vita dell’essere umano è vocazione” perché “ciascuno di noi, sia nelle grandi scelte che riguardano uno stato di vita, sia nelle numerose occasioni e situazioni in cui esse si incarnano e prendono forma, scopre ed esprime sé stesso come chiamato, come chiamata, come persona che si realizza nell’ascolto e nella risposta, condividendo il proprio essere e i propri doni con gli altri per il bene comune”.
Relazione quindi per evitare di “ridurre l’essere umano ai suoi soli bisogni materiali o alle sue esigenze primarie” ad un “ingranaggio meccanico. E invece l’uomo e la donna sono creati da Dio e sono immagine del Creatore” e “in noi abita una sana tensione interiore che mai dobbiamo soffocare: siamo chiamati alla felicità, alla pienezza della vita, a qualcosa di grande a cui Dio ci ha destinato”. Ognuno ha una missione “per migliorare il mondo e forgiare la società, a me piace sempre ricordare che non si tratta di un compito esterno affidato alla nostra vita, ma di una dimensione che coinvolge la nostra stessa natura, la struttura del nostro essere uomo-donna a immagine e somiglianza di Dio”.
Cita il Cardinale Newman dicendo che Dio “non ha creato me inutilmente. Io farò del bene, farò il suo lavoro”. Occorre interrogarsi “sulle sfide odierne, sulla crisi antropologica in atto e sulla necessaria promozione delle vocazioni umane e cristiane” per “generare la speranza in un mondo sul quale incombono pesanti esperienze di morte”. Finita la lettura il Papa prende di nuovo la parola: “non abbiate paura in questi momenti così ricchi nella vita della Chiesa. Lo Spirito Santo ci chiede una cosa importante: fedeltà. Ma la fedeltà è in cammino e la fedeltà ci porta spesso a rischiare. La “fedeltà da museo” non è fedeltà. Andare avanti con il coraggio di discernere e rischiare cercando la volontà di Dio. Vi auguro il meglio. Coraggio e avanti, senza perdere il senso dell’umorismo!”.
Il convegno si può seguire sul sito CRAV.
Redazione da s. di inf.