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Messa in Coena Domini, Papa Francesco: lava i piedi a dodici detenute, “Gesù non si stanca mai di perdonare”
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Papa Francesco si è recato oggi, in forma privata, nella Casa circondariale femminile di Rebibbia per la Messa in Coena Domini. Dopo aver salutato le donne che erano all’esterno, è entrato nella struttura coperta allestita nel cortile del carcere per la celebrazione. Nella breve omelia, commentando la lavanda dei piedi di Gesù durante l’Ultima Cena, il Papa ha attirato l’attenzione su due episodi. Il primo, ha spiegato, è quello per cui “Gesù si umilia: Gesù, con questo gesto, ci fa capire quello che lui aveva detto: ‘Io non sono venuto per essere servito, ma per servire, ci insegna il cammino del servizio”. L’altro “episodio triste”, per Francesco, “è il tradimento di Giuda, che non è capace di portare avanti l’amore, e poi i soldi, l’egoismo lo portano a questa cosa brutta”.
“Ma Gesù perdona tutto, perdona sempre, soltanto chiede che noi chiediamo il perdono”, ha ribadito il Papa, che ha raccontato un episodio da lui citato spesso: “Una volta ho sentito una vecchietta saggia, nonna, del popolo, che ha detto cosi: ‘Gesù non si stanca mai di perdonare, siamo noi a stancarci di chiedere perdono’”. “Chiediamo oggi al Signore la grazia di non stanarci di chiedere perdono”.
Avvicinandosi poi in carrozzina alla pedana sopraelevata sulla quale le 12 donne avevano preso posto, Francesco ha versato con una brocca l’acqua sui loro piedi, asciugandoli e infine baciandoli, suscitando la commozione e le lacrime delle recluse.
“Chiediamo oggi al Signore la grazia di non stancarci di chiedere perdono”, l’appello del Papa: “Tutti noi abbiamo grandi, piccoli fallimenti. Ognuno ha la sua storia, ma Gesù ci aspetta sempre e non si stanca mai di perdonare”. “Adesso faremo lo stesso che ha fatto Gesù”, l’introduzione a ciò che avrebbe fatto subito dopo: “Un gesto che attira l’attenzione sulla vocazione del servizio. Chiediamo al Signore che ci faccia crescere, tutti noi, nella vocazione del servizio”.
Francesco era già stato a Rebibbia nel 2015, precisamente nel Nuovo Complesso dove aveva presieduto la Messa di inizio del Triduo pasquale per gli oltre 300 reclusi e operatori e compiuto il rito della lavanda dei piedi a sei uomini e sei donne. Dall’inizio del pontificato il vescovo di Roma ha più volte deciso di portare un segno di speranza in luoghi emblematici e carichi di sofferenza. Nel 2015, ha visitato il Nuovo Complesso di Rebibbia.
Il carcere sorge a Roma nel quartiere Rebibbia. Nasce negli anni 50 e in origine ospitava anche detenute minorenni – Erano le suore vincenziane che curavano e organizzavano l’istituto, sino a quando, nel 1979, subentrarono le Vigilatrici penitenziarie.
Redazione da s. di inf.