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“Natalità, Papa Francesco: I governi attuino “serie ed efficaci scelte in favore della famiglia”
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E’ all’indice di natalità, equiparabile all”indice di speranza di un popolo”, che guarda Papa Francesco alla vigilia di un Giubileo dedicato alla speranza. Chiede ai governi di attuare “serie ed efficaci scelte per la famiglia”, lamenta che il Vecchio Continente europeo è diventato “un continente vecchio”, e chiede coraggio e lungimiranza, perché “il problema non è in quanti siamo al mondo, ma che mondo stiamo costruendo”, e perché c’è bisogno di promuovere una cultura della generosità e della solidarietà intergenerazionale. (Acist.)
E’ il secondo anno che Francesco partecipa agli Stati generali della natalità in Italia, oggi giunto al secondo giorno dei lavori; nel primo giorno ci sono stati attivisti pro-aborto che hanno impedito al ministro Eugenia Roccella di parlare, ed è stato un momento cupo. Allo stesso tempo, però, la discussione c’è, ed è viva, sul tema “Esserci, più giovani più futuro”.
Papa Francesco parte proprio dal tema degli Stati generali, perché – dice – “esserci non è frutto del caso: Dio ci ha voluti, ha un progetto grande e unico su ciascuno di noi, nessuno escluso”. E consegna tre parole chiave per promuovere la natalità: realismo, lungimiranza e coraggio.
Prima di tutto il realismo. Papa Francesco lamenta che in passato ci sono stati studi che addirittura dicevano che “la nascita di troppi bambini avrebbe creato squilibri economici, mancanza di risorse e inquinamento”, parlando di “esseri umani come se si trattasse di problemi”, mentre “la vita umana non è un problema, è un dono”, e “alla base dell’inquinamento e della fame nel mondo non ci sono i bambini che nascono, ma le scelte di chi pensa solo a sé stesso, il delirio di un materialismo sfrenato, cieco e dilagante, di un consumismo che, come un virus malefico, intacca alla radice l’esistenza delle persone e della società”.
Insomma, afferma Papa Francesco, “il problema non è in quanti siamo al mondo, ma che mondo stiamo costruendo”, perché “non sono i figli, ma l’egoismo, che crea ingiustizie e strutture di peccato, fino a intrecciare malsane interdipendenze tra sistemi sociali, economici e politici”.
Egoismo, consumismo e individualismo sono piuttosto il problema del mondo, dice il Papa, perché questi “rendono le persone sazie, sole e infelici”, considerando che “il numero delle nascite è il primo indicatore della speranza di un popolo”.
Infatti, afferma Papa Francesco, “senza bambini e giovani, un Paese perde il suo desiderio di futuro”, come succede in Italia, dove l’età media è di 47 anni, o in generale in Europa, dove il Vecchio Continente si trasforma sempre più in un “continente vecchio, stanco e rassegnato, così impegnato ad esorcizzare le solitudini e le angosce da non saper più gustare, nella civiltà del dono, la vera bellezza della vita”.
E allora, si chiede Papa Francesco, “perché non si riesce a fermare questa emorragia di vita?”
Aggiunge Papa Francesco: “C’è un dato che mi ha detto uno studioso della demografia: in questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e gli anticoncezionali. Uno distrugge la vita, l’altro impedisce la vita. E questi sono gli investimenti che producono più reddito. Che futuro ci aspetta?”
È, risponde, una questione complessa, che si affronta solo – è la seconda parola chiave – con lungimiranza. Dunque, sostiene il Papa, “a livello istituzionale, urgono politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine, per seminare oggi affinché i figli possano raccogliere domani” e “c’è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, perché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni”.
Si tratta – in fondo – “di attuare serie ed efficaci scelte in favore della famiglia”, cosicché una madre non sia nella condizione di dover scegliere tra lavoro e cura dei figli, che le giovani coppie non siano bloccate dalla precarietà occupazionale e dall’impossibilità di acquistare una casa.
Redazione da Ag. di inf.