MESSINA – Un devoto ricordo di Mons. Francesco Sgalambro, vescovo emerito di Cefalù (di Anastasio Majolino)
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Già cappellano del monastero di Montevergine, docente di filosofia nel seminario arcivescovile di Messina e vescovo ausiliare della stessa arcidiocesi
La scomparsa di mons. Francesco Sgalambro, vescovo emerito diCefalù, lascia un grande vuoto nella Chiesa messinese e nella città tutta. E’ venuto a mancare all’affetto devoto di moltissimi estimatori un uomo pio, dotto, zelante e di una bontà d’animo infinita. Le spiccate qualità umane e spirituali che caratterizzavano la sua personalità, fra cui disponibilità, affabilità, viso sempre sorridente, ne facevano un formidabile interprete dell’amore evangelico, sempre rivolto verso il prossimo con cui si relazionava con immediatezza più come fratello che come padre. Idimenticabili ed edificanti quei suoi fervorosi sermoni, incentrati nell’appassionato invito al totale abbandono nelle braccia della Divina Provvidenza.
Fra i tratti più significativi che qualificavano il modello espressivo del suo ministero di sacerdote e poi di vescovo, spiccavano l’umiltà, la semplicità, la profonda spiritualità e la solerte dedizione a beneficio delle anime a lui affidate. Queste doti di intensa religiosità, che animavano la vita vocazionale di mons. Sgalambro – vocazione che si ispirava al misticismo francescano di Santa Eustochia – sono state spese proficuamente a beneficio delle Clarisse del monastero di Montevergine, di cui mons. Sgalambro è stato cappellano per più di quarantadue anni. Ed è stato proprio durante questo suo delicato incarico – Sgalambro era allora vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Messina, Lipari e S. Lucia del Mela – che gli è toccato svolgere il compito molto importante di presidente dello storico comitato, predisposto per preparare l’evento della canonizzazione della clarissa messinese Eustochia Smeralda Calafato (prima canonizzazione celebrata fuori dalle mura di Roma). Evento che, per questa proclamazione, avvenuta l’11 giugno 1988, ha visto a Messina l’eccezionale presenza di Giovanni Paolo II.
In riferimento a quel fausto avvenimento che aveva fatto sorgere vari impedimenti e problemi organizzativi, in occasione di un suo intervento rievocativo, stilato per una pubblicazione che ne ricordava gli accadimenti, mons. Sgalambro – rifacendosi, come faceva spesso, al tema a lui caro dell’infallibilità del soccorso provvidente di Dio per chi lo invoca – ebbe a scrivere (in sintonia col salmista): “ Per quel giorno radioso la Provvidenza fece sciogliere come cera montagne di difficoltà e ostacoli”.
Nei nove anni di episcopato svolto a Cefalù, Sgalambro ha profuso tutte le sue energie pastorali con il solito spirito di generoso servizio a beneficio delle anime di quella Diocesi a lui affidate, lasciando un ricordo indelebile e forti sentimenti di affetto e gratitudine.
Ora, con le sue spoglie mortali, il Vescovo emerito di quella città, a lui cara, ritorna proprio là dove aveva operato con totale dedizione per parecchi anni, per essere devotamente accolto e quindi sepolto nella Cripta dei Vescovi, in cattedrale.
Con questo sentito ricordo, insieme al mio affettuoso e commosso saluto, sento di esprimere anche tutta la stima e la gratitudine, per l’amicizia che egli mi ha sempre calorosamente dimostrato, e per l’edificazione spirituale che ha saputo infondermi in tantissime occasioni.
Anastasio Majolino