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Angela Carini, donna italiana esemplare per coraggio e integrità sportiva
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“le Olimpiadi, per ogni atleta, sono il momento più importante della vita agonistica e non solo. Un giovane che comincia a praticare uno sport lo fa sognando, nel segreto della sua cameretta, di arrivare lì, un giorno. Soprattutto per coloro che praticano sport ‘minori’, rectius non pompati da stampa e tv come calcio e simili, quelle due settimane ogni 4 anni rappresentano una vetrina ineguagliabile, l’occasione di raccogliere i frutti di anni di lavoro e sacrifici, di rappresentare la propria Nazione e di provare a realizzare un sogno”. Così ha scritto su Facebook l’avvocato Dalila Di Dio. (I.C.)
Oggi questa donna, Angela Carini, 25 anni, 63 kg per 171 cm, ha dovuto “scegliere tra farsi picchiare da un uomo o rinunciare a un sogno lungo una vita. E per i benpensanti tutto questo è normale”.
Come è stato possibile vedere in mondovisione, l’incontro tra l’atleta delle Fiamme Oro e l’uomo algerino Imane Khelif (un atleta biologicamente maschio che ha il coraggio di picchiare un’atleta donna) è durato meno di un minuto. Dopo un paio di colpi ricevuti la Carini si è coraggiosamente ritirata per protesta. Dopo il verdetto ufficiale, l’atleta delle Fiamme Oro si è sciolta in un pianto sconsolato, mormorando qualcosa come “non è giusto”. Quattro anni di lavoro e sacrifici immensi immolati sull’altare dell’ideologia gender, subdolamente sostenuta dai telecronisti della RAI (vergognatevi!).
A proposito dei telecronisti ha scritto la giornalista Martina Pastorelli: «”Di tutti i finali questo è l’ultimo che ci potevamo aspettare” e “non riesco a capire”: lo stupore vigliacco e pilatesco dei commentatori – uomini – davanti al ritiro di Angela Carini mandata a farsi massacrare da un uomo. Non è anche questa una forma di violenza sulle donne?».
Mentre la Khelif ha iniziato a festeggiare con il suo staff, la Carini amareggiata e quasi in lacrime ha scosso il capo più volte al suo angolo, visibilmente delusa e arrabbiata, quasi furiosa. L’azzurra avrebbe detto “fa malissimo”, sui social dal labiale alcuni avrebbero letto “questa è un uomo”.
Dopo il segno della croce iniziale, prima del match, al termine dello stesso la Carini ha platealmente ignorato l’avversaria che voleva salutarla, sfiorandola senza guardarla e senza stringerle la mano. Da quando il Comitato Olimpico Internazionale ha reso pubblica il 29 luglio la decisione di consentire ai due atleti trans esclusi dal mondiale di boxe dell’anno scorso di prendere parte al torneo olimpico di pugilato femminile, sui social in molti hanno parlato della decisione.
«Scegliendo di abbandonare l’incontro col pugile algerino Imane Khelif, biologicamente maschio, Angela Carini ha dato al Comitato Olimpico Internazionale e a tutto il mondo sportivo una straordinaria testimonianza di coraggio e di integrità umana e sportiva. È stato infatti profondamente ingiusto, da parte del CIO, ammettere alla competizione un atleta già escluso dai campionati mondiali di boxe da parte dell’International Boxing Association a causa della sua costituzione e prestanza fisica geneticamente maschile»., ha dichiarato Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus. «Chiediamo al CONI di esprimere immediata solidarietà ad Angela Carini e tutelare tutte le atlete donne che potrebbero trovarsi in futuro nella stessa situazione di Carini, pretendendo dal CIO la modifica dei regolamenti attuali e l’esclusione dalle competizioni femminili di qualsiasi atleta biologicamente maschio».
Ha scritto don Antonello Iapicca: “Quanto tempo ancora, quanta violenza, quante lacrime perché le donne comprendano che questa ideologia folle fa troppo male? Quanto tempo perché le donne, e gli uomini veri, aprano gli occhi sul progetto criminale di chi le spinge ad abortire, ad affittare il proprio grembo, a odiare gli uomini, e con loro il matrimonio e la maternità, è frutto di un odio viscerale per loro? E noi sappiamo chi è colui che odia e perseguita la donna… Non ci sono più parole, resta solo una scia troppo lunga di dolore e frustrazione”.
Le Olimpiadi più vergognose della storia oggi hanno raccolto l’ennesima pessima figura, dopo la cerimonia d’apertura transgendere blasfema, l’acqua inquinata della Senna che ha causato problemi di salute a diversi atleti, i servizi che non funzionano e le camere del villaggio olimpico invivibile, il cibo non vegano praticamente sparito, ecc.
Redazione da Ag. di inf.