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Sono migliaia i volontari che si sono messi a disposizione per aiutare le persone più colpite da Dana. Tra gli “angeli del fango” ci sono anche tanti gruppi mobilitati all’interno della Chiesa valenciana. Parrocchie adibite a centri di raccolta e primo aiuto. Sacerdoti, suore e giovani provenienti da diverse località della diocesi si sono uniti ai volontari coordinati dalla Generalitat Valenciana attraverso il centro di volontariato che in via straordinaria si è realizzato all’interno della Città delle arti e delle scienze di Valencia – fa sapere la diocesi – sono alcuni dei paesi dove i giovani volontari si sono organizzati per estrarre l’acqua dai piani terra, dalle attività commerciali e anche dalle parrocchie inondate dall’acqua.
L’Associazione valenciana “Provida” ha aperto oggi le sue porte per raccogliere prodotti essenziali per i bambini colpiti dalla catastrofe. Per tutta la giornata di oggi e di domani, i volontari rimarranno nella sede in via Joaquin Costa 24 a Valencia, per raccogliere coperte, latte, omogeneizzati, vestiti caldi per neonati e articoli per bambini.
Numerose offerte di collaborazione stanno arrivando da tutte le diocesi attraverso donazioni e dalla Caritas diocesana, sia dalle Caritas di tutta la Spagna, sia dagli stessi cittadini e fedeli personalmente. In un messaggio rivolto a tutto il clero, l’arcivescovado di Valencia ha annunciato che “con dolore e sgomento per quanto vissuto nella nostra diocesi, chiediamo che la solidarietà si esprima nella colletta per la Giornata della Chiesa diocesana (9 e 10 novembre) che sarà destinato interamente alle parrocchie colpite dal nubifragio. Le parrocchie valenciane e tutti i movimenti della diocesi continuano intanto a collaborare nella localizzazione di centri di raccolta di vestiti, cibo e beni di prima necessità, mentre si chiede di effettuare donazioni finanziarie dirette tramite Caritas Valencia.
In particolare la parrocchia Nuestra Señora de Gracia de La Torre (uno dei quartieri di Valencia più colpito dalla piena dell’acqua), coordinata insieme al Comune e alla Protezione civile, è stata abilitata come centro di raccolta di generi alimentari e di prima necessità ed “è diventata l’epicentro degli aiuti in questa zona dei centri abitati” del sud di Valencia”, spiega Alfonso Chico, del centro di coordinamento della parrocchia. Al punto di raccolta “stanno arrivando persone da La Torre e dai paesi limitrofi per rifornirsi; e anche da qui arrivano pacchi di prodotti di prima necessità che la Protezione civile sta portando alle famiglie ancora isolate. In parrocchia si sono organizzati più di 200 volontari, molti di loro sono venuti da Valencia, anche parrocchiani della parrocchia, membri dei gruppi Emmaus ed Effetá, e persone provenienti da diverse parti della città. Anche l’arcivescovo di Valencia, mons. Enrique Benavent, si è recato ieri pomeriggio nel quartiere valenciano di La Torre per conoscere in prima persona la situazione e mostrare la sua vicinanza e il suo sostegno a tutte le persone colpite.
= La Caritas: “cerchiamo ancora le persone scomparse”. Dare aiuti e rifornimenti a chi ne ha più bisogno, ma alcune zone sono irraggiungibili. Un appello ai volontari perché si coordino con le autorità locali e le forze di sicurezza nelle attività di pulizia nelle aree colpite dal Dana: è stato lanciato oggi dalla Caritas Spagna. In una lunga nota apparsa sul sito, si legge che “quattro giorni dopo la tragedia, in alcune città o zone l’accesso è ancora limitato”. Le comunicazioni sono difficili perché continuano le interruzioni di corrente e delle linee telefoniche, ma la Caritas di Valencia cerca di mantenere i contatti con i quattro vicariati che hanno sofferto più duramente per il passaggio di Dana si prodiga nel far arrivare i rifornimenti nelle zone più accessibili: cibo, mascherine, guanti, prodotti per la pulizia.
La difficoltà di accedere ad alcune aree rende difficile organizzare la logistica degli aiuti. Si sta anche cercando di allestire gli spazi della Caritas a Valencia per accogliere le persone più vulnerabili che le diverse Caritas parrocchiali già sostenevano prima di questa catastrofe naturale. Alcuni comuni hanno chiesto alla Caritas di coordinare l’aiuto e l’accompagnamento delle persone anziane a mobilità ridotta ed è proprio la priorità di molte Caritas parrocchiali quella di rintracciare le persone che si trovavano in situazioni di vulnerabilità: sia persone che erano già seguite, ma anche famiglie che, dopo il passaggio di Dana, hanno richiesto un aiuto.
“Stiamo ancora cercando le persone scomparse e speriamo che possano essere ritrovate presto” ma alcune zone sono irraggiungibili, ha dichiarato la direttrice della Caritas diocesana di Albacete, Rosa García. “Ma nel mezzo di quella ferita profonda, le persone di Letur che hanno perso così tanto hanno una forza incredibile e sono tutte unite dando quello che hanno. Apprezziamo sinceramente le espressioni di affetto e solidarietà di persone, aziende e associazioni che fin dal primo momento si sono messe a disposizione della Caritas per collaborare”. Intanto la Caritas nazionale ha lanciato una campagna di raccolta fondi.
Redazione da Ag. di inf.