- Santa Agnese d’Assisi: rigorosa osservante di totale rinunzia e povertà francescana
- Messina – Montevergine: lunedì 20 gennaio solenne celebrazione per l’anniversario del Dies Natalis di S. Eustochia
- Udienza Giubilare, Papa Francesco: “Il Giubileo è ricominciare”
- Biografia di San Paolo. Nella rilettura del card. Ravasi: “Perchè il suo messaggio continua a farci riflettere”
- Pellegrini in mezzo al mare, la nave Amerigo Vespucci designata luogo giubilare
- S. Teresa d’Avila, ovvero: “l’inoppugnabile dimostrazione che il credente è peccatore”
Santa Agnese d’Assisi: rigorosa osservante di totale rinunzia e povertà francescana
Articoli collegati
- Rosario per l’Italia, il Papa: “Preghiamo uniti affidandoci all’intercessione di S. Giuseppe”
- MESSINA – Ricordo di Giorgio La Pira al Palacultura, con la presentazione del libro di Nino Giordano e mostra fotografica
- Ucraina – Mariupol, Padre Pavlo (parroco): “Civili caricati su autobus e portati con la forza in Russia”
Caterina di Favarone di Offreduccio, sorella di Chiara, nasce in Assisi (Perugia) nel 1197. A quindici anni volle seguire la sorella e abbracciò l’ideale di povertà francescana. Resistette con forza sovrumana alle lusinghe, alle minacce e alle percosse dei parenti che volevano distoglierla dal suo proposito. La leggenda ha insistito, con abbondanza di particolari, sui contrasti tra la decisione delle due fanciulle, Chiara e Agnese, e quella della famiglia, che non voleva permettere il loro abbandono del mondo, e quale abbandono!
Agnese di Assisi, figura poco conosciuta, è vissuta un po’ all’ombra della sorella. Chiara e Agnese d’Assisi: due sorelle, due vite per il Signore. Per i poveri, per gli emarginati. San Damiano, un luogo, anzi il “luogo” per eccellenza, dove hanno iniziato la loro vita di claustrali.
Nel poverissimo conventino di San Damiano, presso Assisi, ci sono ancora i nomi delle prime compagne che seguirono Santa Chiara. Sono nomi molto belli, di donne e fanciulle di Assisi, che si direbbero quasi simbolici di quelle “colombe deargentate” che a San Damiano ebbero il primo nido: Ortolana, Agnese, Beatrice, Pacifica, Benvenuta, Cristiana, Amata, Illuminata, Consolata…Fra questi, quelli della sorella e l’esempio di San Francesco sulla via della totale rinunzia e dell’assoluta povertà.
Agnese era la sorella minore di Chiara, e giunse a San Damiano sedici giorni dopo che Francesco, nel 1212, aveva assegnato alla sorella maggiore l’umilissimo conventino come luogo di penitenza e primo nucleo dei Secondo Ordine francescano. Poco dopo vi giunse l’altra sorella, Beatrice, e poco dopo ancora la madre, Ortolana.
Agnese di Assisi fu così la più fedele seguace della sorella Chiara, che fu a sua volta la seguace più fedele di San Francesco. Visse nell’ombra luminosa della sorella, assoggettandosi dolcemente al suo dolce coman-do, sempre obbediente e sempre affettuosa.
Già il suo nome di Agnese, derivato da quello di agnus, agnello, e portato da migliaia di donne e da molte Sante, dopo l’antica Martire romana, che la dipinge mite e mansueta, senza però farci dimenticare che anche a lei, come alla sorella maggiore, va attribuita una fermezza di carattere eccezionale e quasi virile, soprattutto nell’osservanza più rigorosa della Regola francescana nella sua più assoluta durezza.
Dopo essere rimasta per circa dieci anni a San Damiano, fu mandata come abbadessa a Firenze, nel monastero di Monticelli che con il corso del tempo divenne famosa come quella di San Damiano. Guidò le sorelle con prudenza e amore, dando per prima l’esempio di austera povertà e di operosità. Ebbe anche il conforto di consolazioni e visioni celesti.
Nel 1219 Agnese, nonostante fosse assai giovane, fu scelta da Francesco per fondare e guidare una comunità di Povere Dame a Monticelli, vicino a Firenze, dove fu superiora degna del proprio nome e della propria famiglia. Guidò le sorelle con prudenza e amore, caritatevole verso il prossimo quanto era inflessibile verso se stessa, tenacemente attaccata ai voti francescani, soprattutto a quello dell’assoluta povertà, dando per prima l’esempio di austera povertà e di operosità. Ebbe anche il conforto di consolazioni e visioni celesti.
Agnese fu anche mandata da Santa Chiara sulla collina di San Vito, presso Firenze, per fondare lì un convento. Da questo centro cominciò l’opera di fondazione di altri conventi come quelli di Mantova, Padova e Venezia. Visse – di pane e di acqua, con un rude cilicio intorno ai teneri fianchi – fino al 1253, quando morì a San Damiano, secondo il suo vivissimo desiderio, tre mesi dopo la sorella Chiara. Aveva cinquantasei anni, essendo appena quindicenne quando si era fatta tagliare i lunghi capelli di avvenente fanciulla assisiate.
Si trovava ancora a Monticelli, Agnese, quando nell’agosto del 1253, fu chiamata ad Assisi essendo Chiara in fin di vita: riuscì ad arrivare in tempo per vederla e ascoltare la predizione che anche lei sarebbe presto morta. Infatti, come predetto da Chiara, Agnese morì il 16 novembre dello stesso anno.
Da principio, fu sepolta a San Damiano, poi nel 1260 il corpo fu collocato a fianco a quello della sorella nella chiesa di S. Chiara ad Assisi, costruita di recente. Si dice che siano avvenuti alcuni miracoli presso la sua tomba e nel 1752 i francescani ricevettero il permesso da papa Benedetto XIV di commemorare la sua festa.
La data di culto per la Chiesa universale è il 16 novembre, mentre l’ordine francescano, le Clarisse e la città di Assisi la ricordano il 19 novembre.
Redazione da s. di inf.