Terremoto sud-est asiatico. Arcidiocesi di Mandalay: urgente assistenza umanitaria, manca tutto e in migliaia vivono per strada

Redazione1
di Redazione1 Marzo 31, 2025 00:06

Terremoto sud-est asiatico. Arcidiocesi di Mandalay: urgente assistenza umanitaria, manca tutto e in migliaia vivono per strada

L’arcivescovo di Mandalay Myanmar, mons. Marco Tin Win, attraverso il suo “emergency rescue team”, risponde per mail, sul drammatico quadro determinato dal devastane sisma del Sud-est asiatico, al Sir che chiedeva un aggiornamento della situazione in città e nella arcidiocesi. “Adesso le esigenze più importanti e urgenti sono l’assistenza umanitaria come cibo, medicine, rifugi temporanei, kit igienici e kit di prima necessità. In seguito, avremo sicuramente bisogno di assistenza finanziaria per ricostruire la comunità”.

“Il 28 marzo – scrivono dall’arcidiocesi – due forti terremoti hanno colpito il Myanmar centrale, con epicentri situati vicino alle città di Mandalay e Sagaing. Da allora sono state registrate diverse scosse di assestamento. Entrambe le città si trovano nell’arcidiocesi di Mandalay”. Le scosse più forti nella regione di Mandalay hanno avuto il maggiore impatto su queste township: Amarapura, Aungmyaythazan, Chanayethazan, Chanmyathazi, Kyaukse e numerose altre. L’arcidiocesi correda la mail con una serie di foto che mostrano i gravi danni agli edifici nella città di Mandalay.

“Anche le strade di Mandalay sono gravemente danneggiate, rendendo difficile per le persone spostarsi da un posto all’altro, anche all’interno della città. E a causa dei gravi danni alle case e agli edifici di Mandalay, le persone non sono in grado di rimanere nelle loro case e sono costrette a trasferirsi in strada, dove vivono in miseri rifugi temporanei”. Non c’è praticamente chiesa o edificio dell’arcidiocesi che non abbia riportato danni ingenti. Le foto ritraggono crepe, calcinacci e macerie. Ad essere maggiormente colpiti sono il Priests’ Center a Mandalay, la casa dell’arcivescovo, il John Paul Institute, la St. Michael’s Church (Thanwin) e la St. Joseph’s Church (Lafon) e la cattedrale del Sacro Cuore.

Il messaggio dell’arcidiocesi è corredato da un Report delle Nazioni Unite aggiornato ad oggi dal quale emerge che più di 1.000 persone sono state uccise e oltre 2.200 altre sono rimaste ferite, mentre circa 200 altre persone risultano disperse nel Myanmar centrale e nord-occidentale. La maggior parte dei decessi è stata segnalata nell’area di Mandalay. Ma ogni bilancio è purtroppo provvisorio.   Il terremoto ha causato la distruzione diffusa di case e gravi danni alle infrastrutture critiche. Sono stati gravemente danneggiati o distrutti l’aeroporto internazionale di Mandalay (con voli commerciali cancellati fino a nuovo avviso), i principali ponti, strade, università, hotel, siti storici e religiosi ed edifici di servizi pubblici nelle aree urbane e rurali.

Migliaia di persone stanno trascorrendo le notti per strada o in spazi aperti a causa dei danni e della distruzione delle case o per paura di ulteriori terremoti. Le infrastrutture di fornitura e le torri di comunicazione sono state gravemente colpite, i servizi di elettricità e acqua sono stati interrotti, anche nella regione di Yangon.

Un appello “urgente” al cessate il fuoco per “facilitare senza impedimenti l’assistenza umanitaria”. A lanciarlo è il card. Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon e presidente della Conferenza episcopale cattolica del Myanmar, in un messaggio in cui il cardinale : “Il devastante terremoto di magnitudo 7.7 ha colpito la nostra nazione”, scrive il cardinale, “e ha ulteriormente esacerbato la profonda crisi umanitaria multidimensionale che sta già attanagliando il Myanmar, dove, secondo la stima delle Nazioni Unite, quasi 20 milioni di persone, tra cui 6,3 milioni di bambini, hanno un disperato bisogno di assistenza”.

“Questa crisi umanitaria – si legge ancora nell’appello – richiede un’urgente cessazione delle ostilità. Chiediamo urgentemente un cessate il fuoco immediato e completo da parte di tutte le parti coinvolte nel conflitto per garantire la consegna sicura e senza ostacoli di aiuti umanitari essenziali da parte di sostenitori locali e internazionali. Tale cessate il fuoco è un imperativo per affrontare l’immediata necessità di cibo, forniture mediche, riparo e protezione per coloro che sono stati colpiti sia dal terremoto che dal conflitto prolungato”.

 

 

 

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