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Testamento, Papa Francesco: “ho offerto l’ultima parte della mia vita per la pace nel mondo”
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Stando alle disposizioni dell’Universi Dominici gregis, il funerale di Papa Francesco dovrebbe svolgersi tra il quarto e il sesto giorno dopo la morte, cioè tra venerdì 25 aprile e domenica 27 aprile. A termine del rito citato, è stato diffuso anche il testamento di Jorge Mario Bergoglio, la cui sostanza riguarda le disposizioni per la sua sepoltura, che pubblichiamo.
“Sentendo che si avvicina il tramonto della mia vita terrena e con viva speranza nella Vita Eterna, desidero esprimere la mia volontà testamentaria solamente per quanto riguarda il luogo della mia sepoltura”, vi si legge.
“La mia vita e il ministero sacerdotale ed episcopale ho sempre affidato alla Madre del Nostro Signore, Maria Santissima”, scrive Francesco: “Perciò, chiedo che le mie spoglie mortali riposino aspettando il giorno della risurrezione nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore. Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario Mariano dove mi recavo per la preghiera all’inizio e al termine di ogni Viaggio Apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarLa per la docile e materna cura”.
Bergoglio scende anche nei dettagli del luogo preciso della sepoltura e di ciò che deve essere scritto nella lapide: “Chiedo che la mia tomba sia preparata nel loculo della navata laterale tra la Cappella Paolina (Cappella della Salus Populi Romani) e la Cappella Sforza della suddetta Basilica Papale come indicato nell’accluso allegato. Il sepolcro deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus”.
Non mancano indicazioni anche per la somma di denaro necessaria alla tumulazione: “Le spese per la preparazione della mia sepoltura saranno coperte con la somma del benefattore che ho disposto, da trasferire alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e di cui ho provveduto dare opportune istruzioni a Mons. Rolandas Makrickas, Commissario Straordinario del Capitolo Liberiano”.
“Il Signore dia la meritata ricompensa a coloro che mi hanno voluto bene e continueranno a pregare per me”, l’omaggio finale, sotto forma di invocazione, con cui si conclude il testamento di Papa Francesco, che ha per intestazione il motto del pontificato, durato 12 anni e cessato questa mattina alle 7.35: “Miserando atque eligendo”. “La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli”, rivela il Santo Padre a proposito di uno dei temi portanti del suo magistero. “Credo che tutti abbiamo ancora nel cuore le parole che Papa Francesco ci ha rivolto: ‘Non dimenticatevi di pregare per me’. Vogliamo farlo chiaramente questa sera per accompagnarlo nella sua Pasqua, nella fede di Cristo risorto che celebriamo in questo giorno santo di Pasqua.
Sappiamo che la morte non è la porta che si chiude ma l’ingresso nella Gerusalemme celeste”. Così il card. Mauro Gambetti, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano e per le ville pontificie di Castel Gandolfo, arciprete della basilica di San Pietro e presidente della Fabbrica di San Pietro, ha introdotto la preghiera del Rosario per Papa Francesco in piazza San Pietro, a cui hanno partecipato migliaia di persone in raccoglimento e in preghiera.
“Vogliamo ringraziare il Signore – ha proseguito il cardinale – per i doni che ha fatto alla chiesa con il ministero apostolico di Papa Francesco, pellegrino di speranza che non delude. E vogliamo affidarlo al Padre misericordioso in comunione con Maria. Alla nostra voce orante, la voce dei fratelli e delle sorelle nel mondo. E’ tutto il gregge di Cristo buon pastore che prega per il Papa contemplando i misteri gloriosi del nostro Salvatore”.