MESSINA – “Rimango a Messina…non andate via”, il libro su mons. Letterio D’Arrigo “l’Arcivescovo del terremoto”, presentato al Seminario arcivescovile “San Pio X”.
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Un’opera dedicata all’eroico Presule messinese che, dopo il tragico terremoto del 1908, rimase nella città distrutta evitando che fosse abbandonata
Per l’opera instancabile e preziosa da lui profusa a sostegno della città in rovine, dopo il terribile disastro tellurico del 1908, cui dedicò tutte le sue risorse spirituali e materiali per dare coraggio e aiuto concreto ai disperati superstiti, mons. Letterio D’Arrigo Ramondini rimase nella memoria dei messinesi come “l’Arcivescovo del terremoto”.
In quel tragico frangente, all’invito pressante e ripetuto, formulato anche come perentorio comando, perché abbandonasse quel luogo trasformato in un “unico grande cimitero” ritenuto ormai irrecuperabile, si oppose con decisione rispondendo con l’affermazione rimasta famosa: “Rimango a Messina”. Parole coraggiose di un eroico Pastore, rimaste impresse nella memoria collettiva e ora divenute il titolo di un bel libro sulla sua fulgida figura, scritto da Carmelo Miceli, suo pronipote.
Una pubblicazione che fa parte della collana “Messina e la sua storia” curata da Franz Riccobbono e Mimma Vicedomini per la casa editrice Edas, presentato nell’auditorium del Seminario arcivescovile “San Pio X” alla presenza di un colto e numeroso pubblico. Al tavolo dei relatori: il rettore del seminario, mons. Cesare Di Pietro, l’avvocato Antonino Crisafulli, sindaco di Itala, Raffaele Manduca, storico dell’Ateneo messinese, e il dott. Carmelo Miceli, autore della pubblicazione.
Si tratta di “Una ricca biografia dell’Arcivescovo D’Arrigo Ramondini – ha sottolineato nel suo intervento introduttivo mons. Cesare Di Pietro – che viene a sanare la debole e irriconoscente memoria storica dei posteri, nel dare risalto alle virtù di questo benemerito Pastore, la cui figura storica e opera pastorale sono adesso messe nella dovuta evidenza da questo lavoro del dottor Carmelo Miceli. Autore cui va riconosciuto il merito di aver ripescato dall’oblio una delle più prestigiose glorie di Itala, suo paese natale, della Chiesa messinese” e della nostra città”.
Il Testo, che comprende una importate raccolta di documenti inediti conservati nell’archivio diocesano, è arricchito dai contributi degli storici della Università di Messina Antonio Baglio, Dario De Pasquale, e da uno studio sulla terra natale di D’Arrigo, realizzato dalla dottoressa Melina Prestipino. A conclusione dei lavori, il parlatorio del seminario, arredato con diversi ritratti del Presule e varie opere d’arte di notevole valore, è stato intestato a mons. Letterio D’Arrigo Ramondini.
Negli interventi degli storici Raffaele Manduca, e a seguire, di Baglio e De Pasquale, sono stati messi in luce gli aspetti preminenti riguardanti il contesto storico, tra 800 e 900, di cui parla il libro, in cui si è snodato il rapporto tra chiesa e modernità, tra fede e storia, durante il papato di Pio X. Ben delineato inoltre il periodo caratterizzato dalle contrapposizioni verificatesi nell’ambiente politico messinese tra la componente cattolica e quella liberale e massonica. E’ stato anche evidenziato il pregio della veste tipografica del libro, che contribuisce ad accrescere la sua potenzialità divulgativa, e tracciato un esauriente excursus della approfondita ricerca storica e storiografica che lo scritto contiene.
Infine, la parte conclusiva dei lavori è stata arricchita da una bella sorpresa, che ha dato particolare gioioso risalto all’incontro, per la sopraggiunta e inattesa visita del neo Arcivescovo di Messina, mons. Giovanni Accolla. Che, traendo spunto dalla personalità schietta e caritatevole di Letterio D’Arrigo, ha tenuto a rimarcare l’importanza che ha il rapporto di apertura e fiducia amorevole nella comunità dei militanti cattolici; fattore di coesione fondamentale per poter realizzare quell’autentico spirito di comunione, identificativo dei cristiani, che deve intercorrere fra tutti, senza preclusioni di ruoli, nel segno unificante di Cristo Gesù.
A.M.