SAN GIOVANNI IN LATERANO – Papa Francesco ai parroci di Roma: “il punto fermo della nostra fede è la Croce di Cristo”.
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Esortazione del Papa a trarre forza dalla memoria radicata nella fede della Chiesa, a camminare con fiducia e speranza per accrescere la nostra fede e rafforzare quella degli altri in Gesù.
Identità cristiana, memoria delle radici, progresso della fede fondato sulla Croce, cultura della carità e del perdono: sono concetti che si intrecciano nell’esposizione di Papa Francesco, durante il suo tradizionale incontro con i parroci e i sacerdoti romani. Ad inizio di Quaresima, nella basilica di San Giovanni in Laterano, il tema centrale della meditazione trattato da Papa Francesco, è stato “Il progresso della fede nella vita del sacerdote”. Tre i punti chiave del suo intervento: la memoria, la speranza e il discernimento del momento.
Il testo citato a più riprese a San Giovanni in Laterano è l’Evangelii gaudium, definito un documento programmatico. Particolarmente significativa poi una singolare metafora sportiva che Francesco propone: quella del “giocatore di basket, che gioca con un piede inchiodato come un perno a terra e compie movimenti per proteggere la palla, o per trovare uno spazio per passarla, o per prendere la rincorsa e andare a canestro. Per noi quel piede inchiodato al suolo, intorno al quale facciamo perno, è la Croce di Cristo; e cita un motto di San Bruno e dei Certosini scritto sul muro della cappella della Casa di Esercizi di San Miguel, a Buenos Aires che diceva: “Fissa sta la Croce, mentre il mondo gira”.
Il Pontefice tiene a sottolineare l’importanza che ha la consapevolezza delle radici, del richiamo critico del passato, del riconoscersi nell’identità cristiana, sapendo che guardando nella memoria si possono richiamare “tesori ed esperienze che erano dimenticati e che molte volte contengono le chiavi per comprendere il presente”. Ricorda anche che “un cammino di formazione e di maturazione della fede avviene attraverso gli incontri con il Signore nel corso della vita”.
Questi incontri custoditi come un tesoro nella memoria sono la nostra fede viva, in una storia di salvezza personale”. Invita quindi a trarre forza dalla memoria radicata nella fede della Chiesa, “dei nostri padri”, perché è molto importante “cercare le radici” della nostra fede, per rafforzare gli altri nella fede in Gesù”, tenendo conto che “ci sono circostanze nelle quali siamo chiamati a “essere persone-anfore per dare da bere agli altri”.
Francesco esorta poi a confidare nella speranza, spiegando ai parroci, che la nostra non è una fede “davanti a un muro”, la speranza – assicura – “ti porta all’orizzonte”. Raccomanda poi il discernimento che “concretizza la fede”, nel distinguere al momento ciò che è bene e ciò che è male”. Afferma inoltre che “la fede, il progresso, la crescita nella fede, il trionfo cristiano, si fondano sempre sulla Croce, ma una Croce che al tempo stesso è vessillo di vittoria, che si porta con una tenerezza combattiva contro gli assalti del male”.
Soffermandosi sul senso di sconfitta che rende “pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia scura”, il Pontefice esorta a combattere questa che è «una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l’audacia»; avvertendo che nell’intraprendere una battaglia si deve confidare pienamente nel trionfo. “Chi comincia senza fiducia ha perso in anticipo metà della battaglia e sotterra i propri talenti”. Invita dunque a “non scoraggiarsi e andare avanti senza perdersi d’animo o darsi per vinti”; esortando a essere paterni e a non chiudersi in se stessi.
Questa, in sintesi, la riflessione del Papa a San Giovanni in Laterano, riguardanti la missione dei parroci, che è, però, un invito rivolto a tutti a “continuare a camminare”, a mettersi alla prova, perchè, venendo confermati nella fede, “noi possiamo confermare quella dei nostri fratelli, del popolo”.
Alla fine della riflessione, Francesco dona ai partecipanti una copia del libro di un anziano cappuccino di Buenos Aires, un “grande confessore”, padre Luis Dri, dal titolo: “Non avere paura di perdonare”. ”.“Forse ci aiuterà a crescere nella fede nel Signore, che è tanto misericordioso a perdonare”.
Redazione, da Agenzia di informazione