Eventi sconvolgenti e presenza del “Maligno” nel mondo.
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Le manifestazioni di spietato terrorismo, tante orrende uccisioni di massa e perversità diffuse in varie parti della terra, associate a disumana ferocia, creano generale sgomento e fanno evidenziare la presenza nel mondo del malefico fattore diabolico.
L’orrendo attentato terroristico di Londra, seguito a quelli di Nizza, Berlino e precedenti, le altre disumane atrocità dell’Isis, la diffusione di tanti atti di feroce violenza, le stragi di popolazioni inermi, le diverse forme di cattiveria delinquenziale: un coacervo di fatti sconvolgenti che fanno percepire la presenza sulla terra di un “male” distruttivo, dilagante e inarrestabile. Un male che va intaccando anche le fasce dei giovanissimi: “baby gang” malavitose, pornografia minorile, pedofilia, droga. Insomma, una marea montante di manifestazioni perverse, che spinge a pensare all’azione malefica di quella entità diabolica, di cui il cristianesimo segnala da sempre la presenza nel mondo.
Nella concezione cristiana, come sappiamo, il Diavolo è ritenuto una reale entità, misteriosa e potente, che fornisce all’origine e alla natura del male sulla terra una causalità effettiva ed efficace: quella data da una creatura (un angelo caduto) divenuta malvagia per essersi ribellata a Dio, la cui esistenza è rivelata soprattutto da Sacra Scrittura, Patristica, Tradizione e, nel Vangelo, da Gesù Cristo stesso che la chiama Satana (l’avversario), il principe delle tenebre. Dunque, una raffigurazione di un essere spirituale invisibile e profondamente cattivo che opera per propagare il male nel mondo.
Tale verità di fede, però, fondata su una entità così misteriosa, invisibile e indimostrabile, non è certo facile da credere in una società in cui dominano razionalità, realtà tangibili e pragmatismo scientifico-tecnologico. Per cui tende a prevalere un generale scetticismo – da cui non sono esenti anche parecchi credenti – verso un’entità da molti ritenuta inesistente e, fra l’altro, negata da presunti illuminati rappresentanti del sapere intellettualistico.
Nel considerare, adesso, le opposte convinzioni, tra verità di fede e verità di ragione, c’è da riflettere anche su uno strano fenomeno alquanto contraddittorio e inquietante. Succede, infatti, che contrariamente al prevalente pragmatismo razionale che nega la presenza diabolica, sono molti coloro che non solo sono convinti assertori di questa entità malefica, ma si professano anche suoi seguaci dedicandogli persino una incredibile attività di culto. Si stima infatti che nel nostro Paese i seguaci di Satana siano parecchie decine di migliaia; numerose le sette che praticano culti e riti satanici, con tanto di messe nere cui spesso sono associati atti blasfemi, immorali e delittuosi; e su Internet risultano attivi migliaia di siti dedicati al demonio. Un fenomeno cospicuo, dunque, in espansione e preoccupante, che attira nella sua orbita parecchie persone, fra cui numerose appartenenti al mondo giovanile. Soggetti con particolare tendenza alle esperienze eccitanti, misteriose e proibite, portati alla ribellione, all’aggressività, alla durezza dei sentimenti e alla ostinazione.
Ora, se non ci è dato vedere il “maligno” mentre opera in mezzo agli uomini, è possibile almeno ricavare un identikit del suo modello operativo? Prendendo spunto dai “comportamenti di segnalazione” umani che ne rappresentano l’espressione attiva, mediante i quali risalire alla fonte della provenienza malefica cui si ispirano gli adoratori di Satana, un aiuto efficace ci viene fornito dagli strumenti interpretativi della scienza psicologica, insieme a quelli che ci provengono dal Cristianesimo. Si ha modo così di individuare le caratteristiche psicologiche che connotano il modello comportamentale satanico, che è rappresentativo di uno schema di valori ribaltato rispetto a quello di Dio, per cui il suo modo di manifestarsi non può che essere il contrario del bene che proviene dal modello divino. Per cui Satana non può che essere sinonimo di avversario, nemico, incredulità, odio, menzogna, tradimento, vendetta, eversione e violenza. Tutti comportamenti che, sul piano umano, trovano corrispondenza in un Io assolutista, superbo, egoista, antagonista e ribelle, che pretende di fare tutto ciò che vuole con ogni mezzo e contro ogni legge morale. Un modello comportamentale di perversione – attribuibile a Satana nel suo grado massimo – ma riscontrabile, in una ampia gamma di gradazioni, anche nell’uomo comune, le cui le tendenze psichiche individuali, specie se instabili e anomale, concorrono a favorire gli effetti malefici indotti sia a livello individuale che sociale.
Questa speciale vulnerabilità psichica dell’uomo è confermata da autorevoli studiosi del settore e da una funzione psicologica connaturata, presente nell’inconscio collettivo, tendente a sfociare verso azioni abnormi e malefiche, che Freud denomina “pulsione di morte”, Jung definisce “Ombra”, altri “Il distruttore”, i Greci chiamano “Thanatos” e i Latini ’”Orcus”. Per cui l’osservazione psicologica, in concordanza con la verità di fede, rivela che il seme del demonio è insito nell’essere umano, ed è correlabile con quella debolezza umana innata che nella Sacra Scrittura è chiamata peccato. Per cui si può dire che il “maligno” sia intrinseco alla natura umana, e che in certi casi estremi ha caratteristiche tali da non far più distinguere ciò che è umano da ciò che è diabolico. Stratagemma prioritario di Satana secondo la Bibbia: indurre a credere che egli non esista e utilizzare l’inganno per far credere sia bene ciò che è male.
Anastasio Majolino