MESSINA – Festeggiamenti in onore di Sant’Annibale Maria Di Francia: Anniversario della canonizzazione, 16 maggio, e Dies Natalis 1° giugno
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Il 16 maggio 2017 si festeggia l’anniversario della Canonizzazione di Annibale Maria Di Francia, avvenuta nel 2004 ad opera di Giovanni Paolo II, e, a seguire, si celebra la solennità del Dies Natalis, che cade il prossimo 1° giugno. Ci si appresta, dunque, a festeggiare un messinese che dà onore, gioia, e validi motivi di edificazione per la Chiesa messinese e la città tutta, in un momento in cui si sente il bisogno di rafforzare la religiosità e, soprattutto, propiziare la ripresa della nostra città.
Con l’impegno costante della carità, Padre Annibale diventa l’instancabile benefattore dei più miseri e derelitti, e per questa dedizione costante, è chiamato “Il Padre degli orfani e dei poveri”. Immenso il suo merito per aver trasformato il quartiere “Avignone”, ghetto malfamato della Messina di periferia ritenuto irrecuperabile, in un luogo irradiante spiritualità e centro operoso di attività produttive. Tra le sue opere più importanti, la fondazione di due Congregazioni: le “Figlie del Divino Zelo” e i “Rogazionisti del Cuore di Gesù”.
Obbediente all’invito del “Rogate” di Gesù, Padre Annibale diventa il grande Apostolo della preghiera per le vocazioni. Preghiera ormai diffusa in tutto il mondo e, nel 1964, divenuta impegno ufficiale della Chiesa per volontà di Paolo VI, che ha istituito la “Giornata Mondiale delle Vocazioni”. Per i suoi riconosciuti meriti, nel 2010, all’Arco delle Campane in San Pietro, viene collocata una splendida statua marmorea in onore di questo illustre concittadino, grande Apostolo e Profeta del nostro tempo.
La chiesa sorta dove prima c’era il luogo malfamato, risanato per opera di Padre Annibale, è il aprimo tempio nel mondo dedicato alla preghiera per le vocazioni. Chiesa eletta a Basilica, divenuta uno dei Santuari più conosciuti e importanti, dedicata a Sant’Antonio per la particolare devozione che Annibale Di Francia aveva verso il Santo di Padova fin dal 1887, manifestata con la istituzione del “Pane di Sant’Antonio”.
Redazione
Una breve nota sul Padre Fondatore di Marcella Pistacchio Fdz.
Nella Messina moderna, conoscere Annibale Maria Di Francia suscita sempre interesse, gratitudine e dona luce alla nostra città. Egli nasce nel 1851 e muore nel 1927. Ciò che subito colpisce della sua vita e che attira l’attenzione è proprio la sua “messinesita”. L’amore alla sua città lo spinge a impegnarsi a livello sociale, culturale, spirituale… Dicono di lui che non c’era evento cittadino che non lo vedesse protagonista o anche solo spettatore. Personaggio polivalente incarna le più belle qualità dei messinesi: l’accoglienza, la socialità, l’apertura, l’intraprendenza…
Già agli inizi della sua vita sacerdotale comincia a sconvolgere le sorti del quartiere più malfamato della sua amata città, “Avignone”. Attirato e incuriosito dall’incontro con Zancone, un mendicante, finto cieco, a cui, dopo avergli dato una elemosina, promette di andare a trovarlo. E così fa.
Al degrado sociale, morale, culturale, spirituale che Annibale Maria scopre in quel quartiere, risponde con l’amore più puro e gratuito.
L’amore di Dio lo rende pienamente umano e lo induce a vedere nella creatura povera e sofferente la presenza del Creatore.
Quella passione per la sua città lo spinge, ora, a curarne una porzione, quella più bisognosa. Annibale Maria non solo mette a disposizione tutti i suoi averi, derivanti dalle sue nobili origini, ma provvede a un risanamento sociale prima ancora di annunciare il Vangelo. Era convinto che l’annuncio più vero è nell’atto concreto. Prima sfamare e agire, poi parlare. Solo così la Parola potrà essere creduta.
Annibale Maria opera attivamente nella sua Messina e, soprattutto, la porta nel cuore e nella sua preghiera. Dice: «Ti supplico, o Signore, di voler guardare con occhio di misericordia questa città. Benedicila, risanala». E altrove: «Il bisogno che ha Messina di sacerdoti, che salvino le anime e si consumino per Gesù Cristo, è immenso. Ed io sento di sacrificarmi per le anime dei miei concittadini».