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MESSINA – Celebrato il 60° di ordinazione sacerdotale di mons. Vincenzo D’Arrigo, parroco dell’Annunziata sempre dedito al bene delle anime a lui affidate
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Il costante impegno dedicato con carità e operosità per il bene del prossimo, che il messinese Vincenzo D’Arrigo ha profuso appassionatamente nella parrocchia dell’Annunziata seguendo il modello di Cristo, concorre con efficacia a far risaltare, rendendolo tangibile, il profondo senso di religiosità che forgia e anima l’identità di Messina.
(Gazzetta del Sud)
Un padre, un fratello, un amico, un sacerdote di strada che si è sempre posto in prima linea per il bene della sua
amata comunità, il popolo dell’Annunziata, in un territorio di confine carico di criticità, che non ha mai fatto mancare al suo pastore l’affetto e il calore di una vera famiglia. Così mons. Vincenzo D’Arrigo, classe 1930, ha ricordato il sessantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale. Tanta gente, la sua, i confratelli sacerdoti, gli operatori pastorali e poi gli amici di sempre, i familiari e le autorità che hanno ricordato con piacere le numerose battaglie sociali portate avanti da questo soldato di Cristo. Era il 4 agosto 1957 quando Vincenzo, a 27 anni, veniva ordinato sacerdote, insieme ad altri nove compagni, dall’arcivescovo Angelo Paino, nel cortile del Seminario Arcivescovile. Dopo alcuni anni da vice parroco prima a S. Pier Niceto e poi a S. Caterina V.M., il 10 ottobre 1965 riceve la nomina a parroco della comunità Maria SS. Annunziata. Nel 2005 Papa Benedetto XVI lo nomina Cappellano di Sua Santità e nel 2014 entra a far parte del Capitolo della Cattedrale come Canonico. Una messa semplice, presieduta domenica 6 agosto da mons. Giovanni Accolla nel piazzale dell’istituto delle suore del Divino Zelo (dove è stato per tanti anni cappellano), con i ricordi di chi questo sacerdote ha avuto la gioia di affiancarlo negli anni. Tra i presenti, il presidente dell’ARS Giovanni Ardizzone, l’ex onorevole Luciano Ordile, il presidente della quinta circoscrizione Santino Morabito, l’architetto Nino Principato. E poi alcuni sacerdoti amici, da padre Antonio Sofia parroco di S. Eustochia – alla quale mons. D’Arrigo ha sempre guardato come modello di vocazione – a don Giovanni Ferrari, suo collaboratore negli ultimi anni, a padre Alessandro Marzullo parroco di Bisconte, che nei quattro anni vissuti all’Annunziata come vice parroco ha imparato da lui “la bellezza della vita sacerdotale”. Nell’omelia, mons. Accolla ha sottolineato la bellezza dello stupore della vocazione che ogni sacerdote deve trasmettere alla propria gente, anche dopo un ministero lungo sessant’anni. “Lo stupore – ha detto – passa attraverso le cose piccole e indifese, attraverso la sofferenza quotidiana che condividiamo con i fratelli e la costante donazione di sé. Oggi, dinanzi a una cultura dell’appiattimento, per la quale spesso attribuiamo anche ai simboli sacri un valore che non corrisponde a una vera testimonianza, il ministero sacerdotale ha qualcosa di nuovo e bello da dire, stupendo anche chi non è più capace di farlo”. Questo, come altri anniversari sono segno, ha detto il Presule, della bellezza di un presbiterio – quello messinese – che ha saputo donare alla comunità ecclesiale le proprie fatiche. E di fatiche mons. D’Arrigo ne ha sopportate tante e tante le battaglie portate avanti con le istituzioni: dallo smantellamento delle baracche del villaggio Matteotti, al ritrovamento dei corpi della famiglia Carità morta nell’alluvione del 27 settembre 1998, alle opere di misericordia verso coloro i quali si fermavano in fondo a quella piccola chiesa parrocchiale, sempre aperta in segno di costante accoglienza. Di Mons. D’Arrigo i messinesi ricordano il vigore e il fervore del suo “Viva Maria” gridato ai piedi della Vara, della quale è storico cappellano. Per lui anche gli auguri del Santo Padre, attraverso un messaggio del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato di Papa Bergoglio. La celebrazione è stata animata dai canti della corale “Santa Maria Goretti.
Rachele Gerace