- Guerra in Ucraina. L’arcivescovo Shevchuk: “Una pace ingiusta sarà causa di altre guerre”
- Movimento per la vita. Casini (presidente): “Fare di tutto per accogliere la vita e difenderla”
- Censis su religiosità italiani, Nembrini: “Tornare alle origini e seguire la strada tracciata dai santi di oggi”
- La Santa Sede dopo l’elezione di Trump, l’augurio del Segretario di Stato Parolin
- Clarisse di Sicilia. Monastero di Castelbuono, l’elevazione dello spirito a Dio tra preghiera, lavoro e fraternità
- Alluvioni in Spagna, tra i volontari che aiutano anche tanti sacerdoti, suore e giovani delle diocesi.
Il culto alla DIVINA MISERICORDIA: la speciale preghiera per la salvezza delle anime dettata da Gesù a una suora polacca
Articoli collegati
Nella devozione cattolica di oggi il culto alla Divina Misericordia è molto diffuso e tende sempre più a estendersi. In sintesi si tratta di una pratica religiosa per la salvezza delle anime, dettata da Gesu’ alla mistica polacca suor Faustina Kovalska, secondo quanto da essa dichiarato e trascritto fedelmente nel suo diario.
(Alcune annotazioni tratte da interventi di papi, Sacra Scrittura e Tradizione della Chiesa aiutano a capire meglio il senso di questo culto)
Il papa Benedetto XVI afferma che il contenuto di ogni vera spiritualità e devozione cristiana, non soltanto il culto e la devozione al Sacro Cuore di Gesù, è l’amore di Dio per noi, per cui «il fondamento di questa devozione è antico come il cristianesimo stesso. Infatti, essere cristiano è possibile soltanto con lo sguardo rivolto alla Croce del nostro Redentore, “a Colui che hanno trafitto” (Gv 19,37; cfr Zc 12,10). A ragione – continua il Papa – l’Enciclica “Haurietis aquas” ricorda che la ferita del costato e quelle lasciate dai chiodi sono state per innumerevoli anime i segni di un amore che ha informato sempre più incisivamente la loro vita.
Dalla pubblicazione della seconda enciclica del pontificato di Giovanni Paolo II, la “Dives in misericordia” del ’30/11/1980, a cui fece seguito prima la beatificazione, il 18/04/1993, e poi la canonizzazione, il 30/04/2000, della suora polacca Maria Faustina Kowalska, con l’estensione a tutta la Chiesa della celebrazion e della festa della Divina Misericordia, la seconda domenica di Pasqua, il culto all’Amore misericordioso ha avuto un’incredibile ripercussione sui fedeli. Pertanto, l’icona di Gesù con due raggi, uno rosso e l’altro pallido, che scaturiscono dal suo petto, secondo la visione avuta dalla Santa, ha avuto una notevole diffusione.
Il versetto di Giovanni evangelista sul costato trafitto di Gesù da cui «scaturì sangue e acqua» (Gv 19,34) ha sempre destato fin dall’antichità cristiana delle profonde risonanze nella Tradizione: all’inizio nei Padri della chiesa, poi più specialmente nella teologia e nella spiritualità del Cuore di Cristo dal Medioevo e ora, in epoca contemporanea, nella teologia e nella spiritualità dell’Amore misericordioso.
MA IN CHE CONSISTE IL CULTO DELLA DIVINA MISERICORDIA?
Il modello di questa pratica religiosa lo ha spiegato lo stesso Gesù a suor Faustina, durante le sue apparizioni alla mistica polacca.
Nella visione che santa Faustina ebbe il 22 febbraio 1931 nella cella del convento di Płock. “La sera, stando nella mia cella vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca – scrisse sul suo Diario –: una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido. (…) Dopo un istante Gesù mi disse: ‘Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù confido in Te!’”.
L’immagine rappresenta dunque il Salvatore risorto che porta agli uomini la pace con la remissione dei peccati a prezzo della sua Passione e morte in croce. I raggi del sangue e dell’acqua che scaturiscono dal cuore di Gesù trafitto dalla lancia e le cicatrici delle ferite della crocifissione richiamano gli avvenimenti del Venerdì Santo.
Gesù ha definito con molta chiarezza tre promesse legate alla venerazione dell’immagine: la salvezza eterna, la vittoria sui nemici della salvezza e grandi progressi sulla via della perfezione cristiana, la grazia di una morte felice.
L’essenza di questo culto è:
A) l’atteggiamento di FIDUCIA verso il Signore Dio e, l’affidarsi a Lui con atteggiamento di fede filiale, per cui l’uomo in ogni situazione si fida senza riserve dell’amore misericordioso e dell’onnipotenza del Padre celeste. Atteggiamento, quindi, non soltanto di speranza, ma anche fede viva, umiltà, perseveranza e pentimento per le colpe commesse.
B) La MISERICORDIA: caratterizza il nostro atteggiamento verso ogni uomo. Gesù Cristo ha detto a Santa Faustina: <<Esigo da te atti di misericordia, che debbono derivare dall’amore verso di Me. Devi mostrare misericordia sempre e ovunque verso il prossimo: non puoi esimerti da questo, né rifiutarti né giustificarti. Ti sottopongo tre modi per dimostrare misericordia verso il prossimo: il primo è l’azione, il secondo è la parola, il terzo è la preghiera>>.
Le forme del culto alla Divina Misericordia, secondo la missione affidata a Suor Maria Faustina:
– Avvicinare e proclamare al mondo la verità rivelata nella Sacra Scrittura sulla Misericordia di Dio per ogni uomo.
– Implorare la Misericordia Divina per tutto il mondo, soprattutto per i peccatori, in particolar modo con le nuove forme di culto della Divina Misericordia indicate da Gesù:
– Venerazione dell’immagine di Cristo con la scritta: Gesù confido in Te;
– la festa della Divina Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua;
– la coroncina della Divina Misericordia;
– la preghiera nell’ora della Divina Misericordia (ore 15).
A queste forme di culto e anche alla diffusione dell’adorazione della Misericordia il Signore allegava grandi promesse a condizione dell’affidamento a Dio e della prassi dell’amore attivo per il prossimo.
“Io desidero che vi sia una festa della Misericordia, voglio che l’immagine che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima Domenica dopo Pasqua, questa Domenica deve essere la festa della Misericordia”.
La Festa della Divina Misericordia
Questa seconda forma del culto della Divina Misericordia occupa il posto più importante tra tutte le forme di devozione alla Divina Misericordia che sono state rivelate a santa Faustina. Gesù ha detto a suor Faustina: “Desidero che la prima domenica dopo Pasqua sia la Festa della Misericordia. Questa Festa è uscita dalle viscere della Mia Misericordia ed è confermata nell’abisso delle Mie grazie. Ogni anima che crede ed ha fiducia nella Mia Misericordia, la otterrà“.
La Coroncina alla Divina Misericordia
Il terzo modo di adorare la Divina Misericordia si esprime, secondo l’intenzione di Gesù, per mezzo della preghiera della Coroncina alla Divina Misericordia, (dettata da Lui Stesso a suor Faustina a Vilnius il 13-14 settembre1935 come preghiera per placare l’ira di Dio). Attraverso questa preghiera noi offriamo al Padre Eterno tutta la persona di Gesù, cioè la sua personalità divina e tutta la sua umanità che comprende corpo, sangue e anima.
Gesù ha detto a suor Faustina: “Con questa Coroncina otterrai qualsiasi grazia, se quello che chiedi è conforme alla Mia volontà. La Mia Misericordia avvolgerà in vita e specialmente nell’ora della morte le anime che reciteranno questa Coroncina”.
L’ora della Misericordia
Questa forma del culto della Divina Misericordia è la preghiera delle “ore tre del pomeriggio”, in altre parole l’Ora della Misericordia. In quest’ora Gesù ci chiede di meditare sulla sua Passione percorrendo magari la Via crucis o in mancanza di tempo raccogliendosi per un breve momento in preghiera recitando per esempio: “O Sangue ed Acqua che scaturisti dal Cuore di Gesù, come sorgente di Misericordia per noi, confido in te”.
La Coroncina è stata dettata da Gesù a Santa Faustina Kowalska nell’anno 1935. Gesù, dopo aver raccomandato a S. Faustina “Figlia mia, esorta le anime a recitare la coroncina che ti ho dato”, ha promesso: “per la recita di questa coroncina mi piace concedere tutto ciò che mi chiederanno se questo sarà conforme alla mia volontà“. Particolari promesse riguardano l’ora della morte e cioè la grazia di poter morire serenamente e in pace. La possono ottenere non solo le persone che hanno recitato con fiducia e perseveranza la Coroncina, ma anche i moribondi accanto ai quali essa verrà recitata.
Gesù ha raccomandato ai sacerdoti di consigliare la Coroncina ai peccatori come ultima tavola di salvezza; promettendo che “anche se si trattasse del peccatore più incallito, se recita questa coroncina una volta sola, otterrà la grazia della mia infinita misericordia”.
Come si recita (Per recitare la coroncina alla Divina Misericordia si usa una catena del Santo Rosario.)
Si inizia con: Padre Nostro, Ave Maria e Credo. Sui grani del Padre Nostro si recita la seguente preghiera:
<<Eterno Padre, io Ti offro il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Signore nostro Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero>>.
Sui grani dell’Ave Maria si recita la seguente preghiera: <<Per la Sua dolorosa Passione abbi misericordia di noi e del mondo intero>>. Al termine della corona si prega tre volte:
<<Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale abbi pietà di noi e del mondo intero>>.
(La Coroncina della Misericordia viene trasmessa ogni giorno, alle ore 15,00, da TV2000 – can. 28)
Diffusione del culto: Il quinto modo per adorare la Divina Misericordia consiste nella diffusione di questo culto nelle sue varie forme.
Uno dei più convinti promotori di questo culto è stato Giovanni Paolo II, che ha anche stilato il testo della Consacrazione
Il 17 agosto 2002, a Cracovia, San Giovanni Paolo II, convinto promotore di questo culto, affidò alla Divina Misericordia le sorti del mondo con questa bellissima preghiera:
“Dio, Padre misericordioso,
che hai rivelato il Tuo amore nel Figlio tuo Gesù Cristo,
e l’hai riversato su di noi nello Spirito Santo, Consolatore,
Ti affidiamo oggi i destini del mondo e di ogni uomo.
Chinati su di noi peccatori,
risana la nostra debolezza,
sconfiggi ogni male,
fa’ che tutti gli abitanti della terra
sperimentino la tua misericordia,
affinché in Te, Dio Uno e Trino,
trovino sempre la fonte della speranza.
Eterno Padre,
per la dolorosa Passione e la Risurrezione del tuo Figlio,
abbi misericordia di noi e del mondo intero!”
Amen
(Questo articolo è anche pubblicato, stabilmente, alla voce “…altre” del presente portale.)
Redazione