IL Gesù Bambino di cera che versò lacrime umane a Messina
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Nella Chiesa Gesù e Maria delle Trombe, situata a Messina in via S. Giovanni Bosco, si venera un piccolo Gesù Bambino di cera che nel 1712 e negli anni successivi, a diverse riprese, versò lacrime umane.
Quel pianto suscitò nella Città una grande commozione: paragonabile solo a quella dell’agosto 1953, quando a Siracusa avvenne il prodigio della Madonna delle Lacrime. Martedì 23 febbraio 1712: in questa data ebbe luogo per la prima volta la lacrimazione del Bambinello di cera. Ed ecco i fatti:
Padre Domenico Fabris (ora Servo di Dio e sepolto nella Chiesa del S. Cuore dell’Arcipeschieri ), Cappellano della Chiesa di S. Gioacchino, era particolarmente devoto a Gesù Bambino. Nel 1711 fece costruire un presepio e un oratorio al fine di promuoverne ancora di più la devozione ; nella grotta, tre pastori, la Vergine, S. Giuseppe, il bue e l’asinello. L’artista a cui il Padre affidò l’opera era Placido Paladino: a lui fu chiesto pure di forgiare una statuetta di Gesù Bambino.
Il 25 febbraio 1712 dovevano essere inaugurati l’oratorio e il presepe; ma l’artista per quella data non aveva completato ancora il lavoro. Allora Padre Fabris decise di portare un piccolo Gesù Bambino di cera, bellissimo (lungo 23 centimetri), che egli aveva in casa e verso il quale nutriva grande venerazione. Egli lo aveva acquistato nel 1696 dal Sac. Antonio Zizzo, che lo aveva costruito da giovane con la collaborazione dell’artista palermitano Durante. Padre Fabris ripulì la statuetta e la depose in una piccola culla di fiori.
Verso le ore 20,00 del 23 febbraio 1712, il Can. Rizzo, rientrando a casa, andò a controllare il Bambinello e, osservandolo, si accorse che piangeva; erano con lui il sacerdoti Giuseppe Accardo e Antonio Ferrara, quattro sorelle del Canonico, la madre, il cognato e alcuni suoi nipoti. Il Canonico, stupito, asciugò le lacrime, ma esse sgorgavano copiose. Fu sommo lo stupore di tutti. Pur essendo notte avanzata, il Canonico mandò ad informare Padre Fabris e subito insieme decisero di portare il Bambino nella Chiesa di S. Gioacchino perché vi fosse venerato. Nei giorni 10, 11, 24 novembre e il 2 dicembre il Bambinello pianse ancora, suscitando un grande risveglio di fede in Messina. Il fenomeno miracoloso si ripeté altre volte e ad intervalli, dal 23 febbraio 1712 fino al 13 maggio 1723.
Le lacrime erano davvero umane: esaminate dal Tribunale Ecclesiastico, furono riconosciute miracolose.
Perché il Bambinello fosse protetto in maniera adeguata, P. Fabris incaricò l’artista Francesco Juvara e il suddiacono Francesco Dominici perché approntassero un’apposita custodia.
A Messina, città già tanto incline alla devozione per Gesù Bambino, quel pianto prodigioso, oltre a tanta commozione suscitò anche un notevole incremento della sua venerazione, che molti presbiteri si prodigarono a diffondere con grande zelo. Fra questi si distingueva lo stesso P. Domenico Fabris (ora Servo di Dio, e sepolto nella chiesa del Sacro Cuore dell’Arcipeschieri), a quell’epoca Cappellano della chiesa di San Gioacchino, poi distrutta dal terremoto del 1908, la cui predicazione era soprattutto rivolta a promuovere questo culto.
Questa pia pratica ancora oggi prosegue nella chiesetta di via S. Giovanni Bosco – e certo meriterebbe di essere maggiormente diffusa – ancor più per il significativo messaggio che ci proviene da quelle lacrime, così attinenti, oggi, nel rappresentare il dolore per le tante forme di persecuzione subite dai cristiani e per i violenti attentati che sono rivolti contro i loro templi, i loro simboli e, da ultimo, specialmente contro la festività del Santo Natale, in tante parti
del mondo.
Nel 2012, ricorrendo il 3° centenario dell’evento miracoloso, è stato apposto, a ricordo, un bel medaglione di terracotta, con l’effige del Bambinello e la scritta “Lacrimatus est Jesus”, sul muro d’angolo di via Romagnosi, dove sorgeva l’antica chiesa di S. Gioacchino, in cui la statuetta di cera di Gesù Bambino lacrimò.
Attualmente, nella chiesetta di in via S. Giovanni Bosco (facente parte della parrocchia S. Maria del Carmine), dove il Bambinello è custodito nell’artistica teca creata dal celebre architetto Filippo Juvarra, si celebrano settimanalmente funzioni religiose nei seguenti giorni: mercoledi dalle 17,30 alle 19,00; sabato dalle ore 17,30, con S. messa alle 18,00. ==