- Guerra in Ucraina. L’arcivescovo Shevchuk: “Una pace ingiusta sarà causa di altre guerre”
- Movimento per la vita. Casini (presidente): “Fare di tutto per accogliere la vita e difenderla”
- Censis su religiosità italiani, Nembrini: “Tornare alle origini e seguire la strada tracciata dai santi di oggi”
- La Santa Sede dopo l’elezione di Trump, l’augurio del Segretario di Stato Parolin
- Clarisse di Sicilia. Monastero di Castelbuono, l’elevazione dello spirito a Dio tra preghiera, lavoro e fraternità
- Alluvioni in Spagna, tra i volontari che aiutano anche tanti sacerdoti, suore e giovani delle diocesi.
Giorgio La Pira proclamato venerabile da Papa Francesco, da lui impariamo che la politica è servizio per il bene sociale
Articoli collegati
- Santa Rita in Polonia: gemellaggio Cascia-Cracovia per diffondere messaggio di fede e di pace
- Pillola dei 5 giorni dopo. La psicoterapeuta: “Specchio di una società in cui manca l’educazione formativa”
- Quaresima, card. Cantalamessa: “L’adorazione eucaristica è esperienza del sacro e del soprannaturale”
La Congregazione per le Cause dei Santi è stata autorizzata da Papa Francesco a promulgare il Decreto che riconosce le «virtù eroiche» di Giorgio La Pira, che quindi da adesso può essere chiamato Venerabile. Si conclude così la seconda fase della causa di beatificazione aperta nel 1986 a Firenze. Adesso l’eventuale riconoscimento di un miracolo a lui attribuito consentirebbe di proclamarlo Beato.
Di Giorgio La Pira è stato detto e scritto molto. Certamente un uomo dalla fede dirompente, posseduto da una straordinaria speranza in Dio e nella bontà del prossimo, pervaso come era da una sconfinata carità cristiana nei confronti di tutti coloro che ha incontrato lungo il tragitto della sua vita.
Dunque, il fatto che Giorgio La Pira sia stato dichiarato Venerabile segna un evento gioioso e importante di grande gittata nel mondo e nella Chiesa. Un annuncio ancor più straordinario perché avvenuto per l’intervento diretto di Papa Francesco che ha rotto gli indugi, accelerando così il cammino verso la beatificazione del “Sindaco Santo di Firenze”. Infatti questa promulgazione è avvenuta per via della firma apposta al Decreto da parte del pontefice.
Un atto autorevole imprevisto che padre Gianni Festa, il Postulatore dei Domenicani che ha seguito in questi anni la Causa di beatificazione di Giorgio La Pira, ha definito un “passaggio importante a coronamento di un lungo percorso”. Un riconoscimento dell’elevato valore spirituale di un personaggio che i fiorentini chiamavano il “sindaco santo”, e che, come ha dichiarato Mario Primicerio, presidente della Fondazione La Pira, è un sindaco rimasto impresso nella memoria di Firenze. Un politico che ha dato un contributo importante alla stesura della Costituzione italiana, ma anche un personaggio che, con i suoi appelli alla pace e all’unità dei popoli, si è fatto conoscere in molti Paesi: “Lettere e messaggi per chiedere novità sulla beatificazione di La Pira ci arrivano da ogni parte del mondo, a testimonianza di quanto questa figura sia internazionale”.
Ora, la soddisfazione e la gioia suscitate da questa bella notizia, sono sentimenti che non possono non riguardare molto anche Messina dove egli ha vissuto e studiato per parecchi anni. Infatti La Pira, da Pozzallo, dove nacque nel 1904, venne ad abitare nella nostra città nel 1914, e vi rimase fino a corso di studi universitari quasi completato. Per cui un pezzo importante della sua vita giovanile di studente è strettamente legata al patrimonio di storia, religiosità e cultura che ci appartiene, di cui egli fece parte, e nel cui ambito trovò le condizioni propizie per la sua formazione.
Fu infatti dal contesto socio-culturale messinese “post terremoto” che egli trasse l’impronta identitaria di base che ne caratterizzò l’umanità, la religiosità e l’impegno politico e civile, avendo vissuto anche un intenso rapporto culturale, oltre che di amicizia, con personaggi di notevole livello intellettuale come Salvatore Quasimodo e Salvatore Pugliatti. A Messina avvenne anche la sua conversione, propiziata dalla sua frequentazione del Monastero di Montevergine, dove era entrata come postulante l’amata nipote Maria Angelino, e dove ha avuto come guida spirituale il cappellano dello stesso monastero, mons. Luigi Bensaja. E fu sempre a Messina che il giovane Giorgio divenne terziario domenicano nella chiesa di S. Domenico.
Ebbene, a fronte di questi importanti anni vissuti a Messina, non si può non rimanere molto sorpresi nel constatare un fatto strano e incomprensibile. In quasi tutte le note informative di diversa origine riguardanti Giorgio La Pira, le notizie riferite al suo importante percorso culturale e religioso messinese, vengono il più spesso omesse.
Sarebbe interessante capire perché si verifica una così grossolana lacuna biografica. Chissà se qualcuno riesce a dare spiegazione di questo fenomeno deprecabile e incomprensibile.
A. M.