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MESSINA – Una storia vera, nel racconto di vissuti sofferti, sentimenti contrastanti e amore incondizionato
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Un interessante libro di Lucia Abbate! Coinvolgente, veritiero, istruttivo. Narra con linguaggio appropriato, scorrevole e schietto i momenti difficili di una vita vissuta con forte volontà di affermazione, e con una ancor più intensa e profonda spinta interiore verso la gioia di vivere. Un percorso esistenziale vario e interessante che fa riflettere positivamente sul modo di affrontare alcune di quelle vicende poco belle che la realtà riserva; da cui però è sempre possibile venire fuori, specialmente se si attinge alle risorse umane più elevate, come quelle spirituali che fanno leva sul potere dell’amore autentico, incondizionato. (A.M.)
“Cani, amore e ipocondria”. Queste tre parole del titolo sintetizzano gli aspetti cardine su cui si muovono gli eventi principali della vita della protagonista di questo libro (“CANI, AMORE e E IPOCONDRIA” – Ed. Campanotto Narrativa; 180 pag. E. 15,00). Il tutto inserito nella cornice di una città che l’autrice conosce bene: Messina, la sua città. Di cui ci fornisce un interessante spaccato storico-culturale riferito agli anni Cinquanta/Sessanta, con l’immancabile sfondo affascinante e unico dello Stretto.
Attraverso la storia di Lavinia, Lucia Abbate, professore associato di Linguistica presso l’Università degli studi di Messina, tratta il tema della comunicazione tra l’uomo e l’animale, nello specifico tra l’uomo e il cane, basata ovviamente sul linguaggio non verbale e sul sentimento che ne è il contenuto fondamentale.
L’autrice, in questo suo libro, mostra quanto tale rapporto uomo-animale sia importante per gli effetti benefici che produce, poiché, a riprova di quanto sostiene la “pet-therapy”, si rivela un sussidio validissimo nel superamento di momenti critici della nostra vita, oltre che di angosce e stati depressivi. Lavinia, infatti, riesce ad affrontare la crisi coniugale e la successiva separazione, con l’inevitabile conseguente reazione depressiva, grazie all’aiuto di Gioia, il suo primo cane. Attraverso la mediazione di Gioia, la protagonista, poi, riesce a distogliere la sua attenzione dai suoi malesseri e dalle sue paure immaginarie, ad avere più fiducia in se stessa, a non considerarsi più tanto fragile e indifesa. In altri termini, riesce ad imparare a gestire molto meglio la sua ipocondria.
Non solo, ma l’amore che un cane, o qualsiasi animale, ci dona è importante anche perché stimola a riflettere sull’amore, su come dovrebbe essere questo sentimento che nelle sue varie forme è di importanza psicologica centrale nella vita umana.
“Quando sei con lui non devi darti un tono, non ti vuole più magro, meno pigro o più ricco. Con lui non devi trattenere le lacrime e nemmeno l’allegria. Ti puoi mostrare nudo o indifeso. Non gli importa se hai un colore diverso dal suo o se sei troppo colorato. Con lui non devi parlare per forza.” Così recita un noto spot pubblicitario di alimenti per cani. Infatti, nella nostra relazione con gli animali, e in particolar modo con un cane, noi possiamo essere “naturali” al 100%. Loro ci amano così come siamo. Di un amore incondizionato, fedele, sincero, che non richiede da parte nostra maschere, finzioni o messa in atto di strategie per nascondere i nostri difetti o per apparire più interessanti, intelligenti e affascinanti ai loro occhi. Un amore che ci donano in modo quasi del tutto gratuito: infatti, non si aspettano nient’altro da noi, se non di essere amati.
Ci insegnano, dunque, come dovrebbe essere il vero amore: libero dalle sovrastrutture con cui l’uomo lo inquina, costituite da pregiudizi, pretese egoistiche, insicurezze, barriere difensive, emozioni negative, passioni distruttive. Se imparassimo ad amare così come gli animali ci amano, forse ci verrebbe anche più facile superare l’ultimo gradino per raggiungere la perfezione spirituale dell’amore cristiano: amare non solo chi ci ama, ma anche chi non ci ama, ovvero i nostri nemici. Dunque: amare senza aspettarsi nulla in cambio, neanche di essere amati.
Fenia Abate