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PATTI – Il Santuario mariano di Tindari elevato a Basilica Minore
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Per mandato di Papa Francesco, a seguito della richiesta del Vescovo di Patti mons. Guglielmo Giombanco, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha attribuito al Santuario di Tindari il titolo di Basilica Minore. La notizia di questa importante concessione è stata comunicata, ieri, al termine del Pontificale nella ricorrenza della Solennità della Natività di Maria, dallo stesso mons. Giombanco.
Il prestigioso titolo viene concesso a quelle chiese – attualmente in Italia le Basiliche Minori sono circa 500 – che possiedono determinati requisiti: tra i quali grandezza del tempio, valore artistico, intensa spiritualità e che siano meta di pellegrinaggio cristiano.
L’attuale santuario di Tindari ingloba all’interno, dietro l’abside, l’antico tempio cinquecentesco. I lavori di costruzione iniziarono l’8 dicembre 1957 con la posa della prima pietra benedetta da Papa Pio XII. Il 6 settembre del 1975 l’allora vescovo di Patti, mons. Giuseppe Pullano, benedisse l’interno del nuovo santuario, che venne poi consacrato dall’arcivescovo di Palermo, cardinale Salvatore Pappalardo.
L’origine del culto alla Madonna del Tindari, risalendo a tempi molto remoti, non ha notizie storiche ben definite e accertate. Esiste però una accettabile pia tradizione secondo cui l’origine della devozione alla Madonna Bruna sembra risalire al periodo della persecuzione iconoclasta, probabilmente verso la fine del secolo VIII o nei primi decenni del secolo IX. Secondo tale tradizione, il culto nacque a seguito della scoperta del simulacro della Vergine Maria – avvenuta in modo sorprendente che sa di miracoloso – rimasto nascosto, per sottrarlo alla persecuzione iconoclasta, in una cassa nella stiva di una nave di ritorno dall’Oriente, costretta a rifugiarsi nella baia di Tindari a causa di una tempesta.
Il Santuario è da secoli meta di migliaia e migliaia di fedeli che si sono avvicendati, provenienti da ogni dove per visitare questo santo luogo dedicato alla Vergine Maria; e tutt’oggi sono sempre più numerosi i pellegrinaggi che affluiscono al Santuario, dove tanta gente accorre, molti giungendo anche a piedi, in segno di grande venerazione, per affidare con fiducia alla Madre celeste voti e preghiere.
Concessioni ottenute con il titolo di Basilica
A norma del decreto “Domus Ecclesiae” (9 novembre 1989) promulgato dalla Congregazione del Culto Divino, sono tre le concessioni connesse con il titolo di basilica. La prima è senza dubbio la più importante.
A) Possibilità di ottenere l’Indulgenza plenaria .
“I fedeli che visitano con animo pio la Basilica e in essa partecipano a qualche sacro rito, o almeno recitano il Padre nostro e il Credo, possono conseguire l’indulgenza plenaria alle consuete condizioni (confessione, Comunione, preghiera secondo le intenzioni del Papa)”.
– nel giorno anniversario della Dedicazione della Basilica (1 Maggio)
– nel giorno della celebrazione liturgica titolare (8 Settembre)
– nella solennità dei SS. Apostoli Pietro e Paolo ( 29 Giugno)
– nel giorno anniversario dell’elezione del Papa (13 Marzo)
– nell’anniversario della concessione del titolo di Basilica (30 Luglio)
– una volta all’anno in giorno stabilito dall’Ordinario
– un giorno all’anno a libera scelta di ciascun fedele”
B) Emblema pontificio
La possibilità di utilizzare l’emblema pontificio manifesta anche visivamente il legame tra la basilica minore e il Successore di S.Pietro.
“l’emblema pontificio, cioè le chiavi incrociate, può essere usato nei vessilli, nella suppellettile, nel sigillo della Basilica”
C) Abito di chi presiede la Basilica
Un piccolo segno di onore, di uso facoltativo, a motivo della particolare dignità della basilica tra le altre chiese.
“Il rettore della Basilica o chi presiede in essa, può usare nello svolgimento del suo mandato la mozzetta nera con bordi, asole e bottoni rossi, sulla veste talare e sulla cotta.”
Redazione da sito di informazione