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MESSINA – Benefit: riapre l’innovativo “store” solidale per i bisognosi “invisibili”
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E’ certamente una realtà singolare l’apertura a Messina di un negozio molto speciale, finalizzato a fornire un servizio solidale per i meno abbienti, di autentico stampo evangelico. Un evento con cui si realizza in concreto il comandamento cristiano “Ama il prossimo tuo come te stesso”, applicato in questo caso a beneficio di molti, in modo originale e intelligente con studiata delicatezza e discrezione.
E’ quanto mette in atto con notevole merito il progetto Benefit, nel dare sostegno senza rumore a tanti che sono afflitti dalle nuove povertà, conseguenti ai diversi problemi economici che colpiscono le famiglie per la crisi del lavoro e per i vari problemi che intaccano la nostra società da diversi anni. Nuovi poveri di cui molti rimangono sommersi in una schiera di “invisibili”, resi tali dall’esigenza di nascondere per pudore la loro indigenza, avvertita intollerabile per la loro dignità.
Ebbene, queste famiglie vengono aiutate da Benefit, con lo “store” aperto in Via Croce Rossa a Messina, ad evitare la spesa per l’acquisto degli indumenti. Ottenere così ‘“Abiti che non si devono pagare – spiega Cristina Puglisi Rossitto, la presidente dell’Associazione che, con l’ausilio di un gruppo di volontarie, ha inventato il nuovo servizio a favore di chi si trova in difficoltà economiche – dunque un negozio dove potrà acquisire gratuitamente vestiti chi si trova in difficoltà economiche, grandi e piccoli, e dove donare quelli praticamente nuovi che sarebbe un peccato buttare”. Infatti “Benefit ha solo una regola: per ogni capo che prendi devi lasciarne un altro”.
Si tratta quindi di un scambio che ha l’unica funzione di alleggerire le famiglie della spesa per l’abbigliamento reperendo capi praticamente nuovi. Con il vantaggio per tutte quelle persone in stato di bisogno che non hanno la possibilità di attuare il baratto, di essere sostenute dal gruppo de“Gli Invisibili” che fornisce loro gli abiti necessari in separata sede, evitandogli così l’obbligo di recarsi al negozio.
I risultati ottenuti nello svolgimento di questo innovativo servizio benefico, e di grande valore culturale, mediante il quale è possibile prendere senza pagare ciò che serve, lasciando qualcosa che non si usa più, sono promettenti e incoraggiano a proseguirlo e incrementarlo, facendo leva su un negozio di abbigliamento con migliaia di capi donati da tantissimi messinesi – “Prestiamo assistenza da cinque anni a famiglie colpite dagli effetti disastrosi della crisi economica, che nell’ultimo decennio ha colpito duramente il nostro Paese” – precisa la Puglisi Rossitto – durante lo svolgimento di questo servizio abbiamo riscontrato che i bisogni primari delle nuove povertà sono principalmente due: rinvenire quanto è necessario per l’alimentazione e per l’abbigliamento, in particolar modo per le famiglie con bambini”.
“In genere l’abbigliamento viene fornito da enti di aiuto quali la Caritas, la Parrocchia o parenti ma, difficilmente viene data la possibilità di scegliere il capo da indossare. Per cui abbiamo pensato di aprire un vero e proprio negozio di abbigliamento diviso per reparti, uomo, donna e bambino, che possa dare la possibilità, anche a chi è in difficoltà economica, di poter scegliere cosa indossare. Cosa particolarmente importante per i bambini e i ragazzi, perché non subiscano gli effetti della povertà e nel confronto con i coetanei non si sentano giudicati e discriminati per quello che indossano”. Sotto questo profilo si può dire che “Benefit agisce come un ‘equilibratore sociale’, in quanto chi possiede di più, in eccesso o in disuso, dona quanto può mettendo a disposizione di chi ha meno e ha bisogno”.
Per la dinamica di scambio che mette in atto, sin “dal suo inizio, Benefit si è dimostrato un progetto ‘innovativo’ che comprende due aspetti fondamentali: il riuso ed il sociale – afferma la presidente – All’interno del negozio, infatti, non circola moneta ma solo dover lasciare un capo per uno che prendi; ovviamente, per quelle famiglie in grave crisi economica (verificata dall’Associazione) è possibile prendere ciò che necessita anche senza scambio. Per tutelare l’identità delle famiglie, chiunque entri nel negozio deve uscire con almeno un capo, così da non rendere le famiglie bisognose identificabili. L’utilizzazione di questa accortezza comportamentale ha fatto sì che gli ‘utenti’ si siano confusi con i donatori sentendosi quindi adeguatamente protetti. Tutto ciò ha contribuito a far diventare Benefit un punto di riferimento importante per tante famiglie, mediante la proficua simbiosi di interscambi incentrata sulla realizzazione di una costante donazione. Nell’arco di soli nove mesi di attività gli accessi sono stati circa tremila”.
“Adesso l’Associazione ha il vantaggio di essere molto conosciuta, e questo dà la possibilità di godere del sostegno di molti benefattori che sono incredibilmente generosi”. “Questa è la prima volta che ci lanciamo in una richiesta diretta – ammette la promotrice del progetto – chiedendo il sostegno di tutti. Le persone che orbitano attorno agli Invisibili sono qualche migliaio, fra famiglie, donatori e volontari, circa sei, settemila”.
Guardando al prossimo futuro, “Un progetto, certamente ambizioso, a cui stiamo pensando da circa tre anni – afferma Cristina – come logica prosecuzione di Benefit, è la realizzazione di un “Supermercato solidale”. Un servizio che giova “per dare una risposta al bisogno primario delle famiglie: avere il cibo necessario senza dover andare a chiederlo alla mensa per poveri”.
Redazione