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Apertura domenicale negozi. Ucid: “Va bene, ma orari diversificati e flessibili per i lavoratori”
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Il tema che riguarda le aperture domenicali dei negozi ritorna periodicamente al centro del dibattito, politico e pubblico, coinvolgendo l’ambito economico, religioso e civile della società. In Italia, dopo le proposte di legge formulate da Lega e M5S, il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ha annunciato che “entro l’anno verrà approvata la legge che impone lo stop nelle domeniche e nei festivi ai centri commerciali, stabilendo appropriate turnazioni, così da modificare quanto fissato dalla legge attualmente in vigore, con orario non più liberalizzato sulla base della totale autonomia degli esercenti”. In Europa 16 Stati su 28 non presentano limitazioni di orari o aperture, mentre alcuni membri fondatori dell’Ue come Germania e Francia applicano divieti rigidi per quasi tutte le attività commerciali nei giorni festivi. Altre nazioni concedono deroghe ed eccezioni
Ora, in una nota riguardante la prospettiva di queste nuove disposizioni, l’Unione cristiana imprenditori, dirigenti e professionisti (Ucid), afferma che bisogna “Garantire le aperture domenicali e festive degli esercizi commerciali, senza che questo vada a scapito del lavoratore”; chiede inoltre che venga attuata “l’adozione di scale di priorità e orari da regolare a livello di contratto specifico e di aree macro-territoriali, nel rispetto della persona del lavoratore”
L’Ucid ritiene anche “necessario individuare un metodo e adottare un corretto modello organizzativo per “consentire al personale impegnato nelle attività nei giorni di festa di poter dedicare un adeguato tempo alla propria sfera religiosa e familiare e al riposo settimanale”. Nel testo della nota, l’Ucid ribadisce la convinzione che “per i consumatori o per coloro che saranno impegnati in turni lavorativi domenicali nelle attività commerciali non vi sono limitazioni o privazioni (come per medici, infermieri, e forze di polizia), circa le attività legate alla normale vita sociale, se queste sono organizzate in turni, e se questo non occupi l’intera giornata”. Secondo l’Ucid, inoltre, “la suddivisione in fasce orarie consentirebbe, anche a coloro che professano altre fedi, di poter usufruire di un giorno di riposo, ad esempio il venerdì, per il lavoratore credente musulmano, il sabato, per il fedele di religione ebraica, e di un adeguato tempo per la preghiera”.
Redazione