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“Homo sapiens” in crisi: aumentano i disturbi mentali, vacilla l’identità nazionale. Rapporto Eurispes: “l’Italia Paese del ‘NI’ soffre di ‘qualipatia’”
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E’ un fenomeno contraddittorio non poco inquietante quello che si evidenzia all’inizio di quest’anno in relazione alle prospettive di salute degli italiani. Si riferisce a una previsione pessimistica che stride non poco con le aspettative di benessere espresse, a capodanno, con particolare intenzione da tutti, soprattutto con gli auguri di “Buona salute”. A renderci consapevoli di questa sgradevole realtà contraddittoria sono le fonti informative specializzate del settore, che non ci danno certo belle notizie. Informazioni avvertite particolarmente negative perchè si riferiscono a disturbi riguardanti la nostra psiche.
Apprendiamo infatti, dalla Società di Psicopatologia, che i “disturbi mentali sono in aumento entro il 2020”, primi fra tutti ansia e depressione. E che questo trend in crescita interessa soprattutto la fascia giovanile compresa tra i 10 e i 24 anni. A lanciare l’allarme è il presidente della “Sopsi” in occasione del XXII Congresso nazionale della società Italiana di Psicopatologia che si è svolto a Roma.
A sostegno di queste previsioni, altre fonti informative ci avvertono che il benessere psicologico in Italia è diminuito tra i giovani e gli adulti, riferendo che secondo i dati di ricerca sono specialmente lo status economico, l’esclusione sociale, in particolare quella relativa al mercato del lavoro, che influiscono sul benessere psicologico. Ma a tal proposito, per quanto professionalmente ci compete, teniamo a precisare che tra le cause dei malesseri psicologici non possono non essere annoverati, quali fattori importanti, i vissuti remoti della storia individuale legati al periodo dell’infanzia, dovuti ad apprendimenti inquinati da conflittualità e disgregazioni familiari, carenze affettive e traumi non risolti rimasti impressi nella memoria emotiva del soggetto.
Inoltre va anche considerata l’inevitabile interazione circuitale che si stabilisce tra le realtà negative originate dall’interno della persona e quelle derivanti dall’esterno, per cui i fattori disturbanti provenienti dalla struttura del soggetto non possono non riflettersi in qualche modo sulla struttura socio-politica-culturale in cui egli vive, e viceversa. Dunque, il valido motivo di aggravamento dei disturbi psichici dell’uomo di oggi va attribuito anche alla scadente organizzazione sociale e all’inefficace conduzione delle politiche di governo che lo riguardano, e che inevitabilmente influiscono negativamente sulla qualità del suo modo di essere.
Si verifica pertanto uno strano paradosso: il pensiero dell’”Homo sapiens”, definito da Bertrand Russell “luce del mondo e più importante gloria dell’uomo”, mentre è capace, da un lato, di grandi conquiste nel campo del progresso scientifico,
tecnologico, delle opere architettoniche e artistiche, dall’altro è in crescente crisi di stabilità da far temere nocive regressioni qualitative della mente, quindi dell’identità culturale, non solo individuale ma anche collettiva e nazionale.
Ora, il paradosso di questo decadimento delle qualità mentali che rendono contraddittoria l’espressività umana, sembra infiltrarsi con crescenti effetti negativi anche nelle istituzioni, sminuendone la qualità di funzionamento. Ce ne dà convinta conferma il Rapporto Italia 2019 dell’Eurispes. il cui presidente Gian Maria Fara, usa il termine “qualipatia”: neologismo con cui definisce l’attuale malessere istituzionale “l’avversione e il rifiuto per tutto ciò che richiama la qualità”. Dunque una forma di patologia sociale che fa dell’Italia “il Paese del ‘Ni’, dove primeggia l’incertezza nelle formulazioni del “Si” e del “No”, che crea una notevole confusione di competenze e di responsabilità. Un Paese dove prevale il conflitto tra vedute, proposte e scelte, che fa fatica ad affermare la propria identità, in preda com’è a parecchie contraddizioni paralizzanti e ingiustificabili.
Anastasio Majolino