S. Eustochia Smeralda. Speciale dedicato alla clarissa di Montevergine da TV2000 a “Bel Tempo si Spera”. Collegamenti da Messina
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“TV 2000”, con un bel servizio titolato “In esclusiva i luoghi di S: Eustochia a Messina”, ha recentemente dedicato una trasmissione, della serie “Bel Tempo si Spera”, alla nostra tanto amata concittadina, Eustochia Smeralda Calafato, la santa clarissa messinese dell’Ordine “Sorelle povere di Santa Chiara”, eletta Copatrona della nostra città.
In collegamento col Monastero di Montevergine, insieme alle immagini dei luoghi più rappresentativi della città dello Stretto legati alla Santa messinese, sono state diffuse le interviste all’abbadessa Madre Agnese Pavone, al cappellano mons. Pietro Aliquò e quella, trasmessa direttamente dallo studio di Roma, al prof. Giacomo Sorrenti. Di questa grande mistica francescana tanto cara ai messinesi, sono state messi in risalto gli aspetti più significativi della vita, delle opere e della spiritualità.
E’ stata tratteggiata in particolar modo la sua figura di giovanissima e coraggiosa innamorata del Crocifisso, che con incrollabile tenacia ha dimostrato di essere una donna forte, in grado di lottare e vincere diverse resistenze, conflittualità e minacciose opposizioni che contrastavano la sua scelta vocazionale di entrare in clausura, prima, e dopo, di fondare un nuovo monastero secondo la prima Regola di Santa Chiara.
Una scelta coraggiosa, quest’ultima, perseguita tenacemente da Eustochia con l’abbandonare il monastero in cui aveva iniziato la professione religiosa, in quanto non ne condivideva lo stile di vita piuttosto ammorbidito, e che le ha permesso di soddisfare la sua esigenza di vivere secondo l’autentico spirito francescano della Fondatrice S. Chiara.
Eustochia conquista questa vittoria con non poca sofferenza nel 1464, seguita da sua mamma, da una sua sorella e da poche fedelissime, incontrando incomprensioni anche dai Frati Minori Osservanti, che per otto mesi lasciano il nuovo convento senza assistenza religiosa.
Di questa storica riformatrice della vita claustrale, che ha dedicato l’intera vita nell’offerta sacrificale di sé attraverso la povertà, la preghiera, la penitenza nel nascondimento dell’esperienza claustrale per la salvezza delle anime, è stato anche mostrato il corpo rimasto miracolosamente incorrotto.
Una presenza anche fisica quella di Eustochia nel tempio adiacente al monastero, (la“Santa in piedi” secondo l’originale espressione di Papa Giovanni Paolo II) il cui corpo, custodito in posizione eretta in una
teca collocata nella cappella sovrastante l’altare, si affaccia dall’alto sulla chiesa col gesto benedicente della mano destra. Da lassù ella continua ad essere per le clarisse Madre e “perenne Abbadessa” del monastero.
Nel 1782 Pio VI ne approva il culto “ab immemorabili” e finalmente nel 1988, si compie la proclamazione della santità di Eustochia Smeralda Calafato, segnata dall’eccezionale evento che ha visto il Papa venire apposta a Messina, per celebrare una canonizzazione avvenuta per la prima volta fuori dalle mura vaticane.
A.M.
Video della tramissione: