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Papa Francesco, appello alla comunità internazionale: “Vincere contro la fame e la povertà”
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Nel discorso rivolto al Consiglio dei Governatori del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad), nel corso della sua terza visita alla sede della Fao, il Papa ha rivolto un accorato appello alla comunità internazionale a favore dei popoli che vivono in condizioni di grave indigenza. “Offrire soluzioni concrete e reali” per vincere “la battaglia contro la fame e la povertà”, partendo dal “protagonismo” dei popoli indigeni e da un “meticciato culturale” in cui non esistono popoli di prima e di seconda classe, ha detto Francesco. Ha ricordato inoltre “i bisogni e le necessità della moltitudine di nostri fratelli che soffrono nel mondo”, i quali “vivono situazioni precarie”: “L’aria è inquinata, le risorse naturali impoverite, i fiumi contaminati, i suoli acidificati; non hanno acqua sufficiente per loro stessi e per le loro coltivazioni; le loro strutture sanitarie sono molto carenti, i loro alloggi sono scarsi e difettosi”.
“Queste realtà si prolungano nel tempo quando, dall’altra parte, la nostra società ha compiuto grandi progressi in tutti i campi del sapere”, ha denunciato il Papa, secondo il quale “siamo di fronte ad una società che è capace di progredire nei suoi propositi di bene, e vincerà anche la battaglia contro la fame e la povertà, se solo lo vorrà seriamente”. Solo così, infatti, si potrà un giorno ascoltare la frase, non come uno slogan ma come una verità: “La fame non ha presente né futuro. Solo passato’”.
Per realizzare questo obiettivo, secondo Francesco, “è necessario l’aiuto della comunità internazionale, della società civile e di quanti possiedono risorse”. La Santa Sede, da parte sua, ha sempre “sostenuto gli sforzi messi in campo dalle agenzie internazionale per fronteggiare la povertà”, ha ricordato il Papa, che sul Libro d’onore ha posto questa dedica, in spagnolo: “Con i miei auspici migliori e con la mia preghiera affinché continuiate, con il coraggio che vi caratterizza, nel vostro lavoro in favore delle zone rurali. Che Dio vi benedica”.
È “paradossale” che buona parte degli oltre 820 milioni di persone che soffrono la fame e la malnutrizione nel mondo vivano in zone rurali. Denunciando questo dato, Francesco ha esortato a promuovere tale tipo di sviluppo, che coincide con i primi due obiettivi dell’Agenda 2030 della comunità internazionale. “Si tratta di fare in modo che ciascuna persona e ciascuna comunità possa dispiegare le sue proprie capacità in modo pieno, vivendo una vita umana degna di tale nome”, ha spiegato il Papa, lanciando un appello a “quanti hanno responsabilità negli Stati e negli organismi internazionali, ma anche a chiunque possa contribuire al settore pubblico e privato, a sviluppare i canali necessari affinché si possano implementare i mezzi adeguati nelle regioni rurali della terra, in modo che siano artefici responsabili della loro produzione e del progresso”.Incentivare “una scienza con coscienza” e “porre la tecnologia realmente al servizio dei poveri”, l’appello finale del suo discorso.
L’antidoto sono la fraternità e la vigilanza sul pianeta, di cui l’uomo è custode e non proprietario, “affinché non si perda la biodiversità, l’acqua possa continuare ad essere sana e cristallina, l’acqua pura, i boschi frondosi e il suolo fertile”. Anche se determinate decisioni prese finora l’hanno rovinata, “non è mai troppo tardi per apprendere la lezione e adottare un uovo stile di vita”, l’invito di Francesco, per “superare l’individualismo atroce, il consumismo convulso e il freddo egoismo”.
“oggi è urgente un meticciato culturale in cui la saggezza dei popoli originari possa dialogare allo stesso livello con la saggezza dei popoli più sviluppati”. Oggi, invece, “pochi hanno troppo e troppi hanno poco, molti non hanno cibo e vanno alla deriva, mentre pochi annegano nel superfluo”, ha detto Francesco salutando il personale dell’Ifad al termine dell’incontro: “Questa perversa corrente di disuguaglianza è disastrosa per il futuro dell’umanità”.
Redazione da Ag. di I.