- I giovani di Azione cattolica: così vegliamo il corpo di Papa Francesco nella Basilica Vaticana
- Testamento, Papa Francesco: “ho offerto l’ultima parte della mia vita per la pace nel mondo”
- La morte del papa ci lascia il patrimonio di un prezioso “magistero dei gesti”: accoglienza verso i poveri, gli ultimi, e un’umanità universale
- Papa Francesco: “Facciamo germogliare la speranza della Pasqua nella nostra vita e nel mondo!”
- Venerdì Santo. Pasolini: “la Croce, misterioso trionfo di Dio”
- Piazza San Pietro, Francesco: “Buona Domenica delle Palme, buona Settimana Santa”
Un libro coraggioso, singolare e stimolante: per imparare le virtù alla scuola degli animali
Articoli collegati
- Papa Francesco: ferma condanna dell’uso di armi nucleari. “Il disarmo integrale non è un’utopia”
- Biblioteca Regionale di Messina -“Il Cardinal Guarino ‘Angelo Consolatore di Messina’”: inaugurazione mostra “fra storia e devozione “, giovedì 19
- Focolari, iniziata l’Assemblea generale del Movimento, online fino al 7 febbraio
“L’asina di Gesù – viaggio tra virtù umane e cristiane”. Titolo che incuriosisce. Di solito, infatti, per trattare un argomento così impegnativo come le virtù (umane e, a maggior ragione, cristiane) non si parte da un animale e per di più da un animale che nell’immaginario collettivo è indice di scarsa intelligenza, nonché di testardaggine e ostinazione, come l’asino.
Ma, non appena si legge l’introduzione dell’autore, mons. Pietro Aliquò, si apprende come, in questo suo percorso tra le virtù “che rendono significativa, interessante e bella la vita degli uomini”, l’asina sia stata una sua compagna di viaggio, insieme ad altri animali “presenti nella vita e nell’insegnamento di Gesù”.
Gli animali, infatti, soprattutto nel Vangelo sono tutt’altro che irrilevanti figure marginali o elementi di secondo piano: Gesù, in realtà, dà loro grande importanza tanto da citarli come simboli carichi di significato, necessari per veicolare in modo chiaro il suo messaggio e indicare in modo comprensibile a tutti la via da percorrere per raggiungere la salvezza eterna.
Certo, mons. Aliquò, non è il primo autore ad occuparsi degli animali citati nei testi sacri. Ma lo fa in modo diverso, seguendo cioè proprio l’essenza dell’insegnamento di Gesù: un cammino volto al bene coltivando, mediante regole di autodisciplina, le virtù rappresentate dagli animali. Mentre ciascun animale eccelle solo in qualcosa (la colomba in purezza e semplicità, l’agnello in umiltà, la pecora in docilità, il cane in fedeltà, il gallo in vigilanza, il serpente in prudenza e l’asino non certo nell’ignoranza, che tra l’altro non gli appartiene, ma nell’altra sua caratteristica ossia la pazienza), l’uomo le ha tutte in nuce dentro di sé.
Sono chiaramente anche virtù umane e l’una o l’altra possono far parte del profilo caratteriale di ciascun uomo. Ma diventano cristiane allorché l’uomo mette in moto la sua capacità di svilupparle e potenziarle, tutte insieme, per avvicinarsi a Dio e conquistare la vita eterna. Se non vuole, per qualche aspetto, finire nel fango e ricordare l’animale che è simbolo di lussuria, avarizia, ingordigia, ozio o sporcizia, in altre parole somigliare ai porci.
Virtù, ovviamente, tutte presenti in modo perfetto in Dio, come è dimostrato dalle varie citazioni dell’Antico Testamento da parte di mons. Aliquò nei paragrafi “Virtù di Dio”. Tutte presenti, naturalmente, anche in Gesù che le ha vissute da uomo, calandole nella materialità con la sua incarnazione, per indicarci che è possibile vincere le imperfezioni e la fragilità della nostra condizione umana (paragrafi “Virtù di Gesù”).
Virtù in tutti i tempi poco amate dagli uomini, ma nella società odierna addirittura latitanti se non quasi disprezzate: la purezza, infatti, è considerata anacronistica, la semplicità e la docilità sono sinonimo di inettitudine, la fedeltà fa a pugni con l’egoismo imperante dell’uomo d’oggi, la prudenza e la pazienza sono ritenute inadeguate perché è più utile fare la voce grossa, ecc. Trovando, quindi, più moderni e interessanti quei vizi che, invece, “rendono pesante il passo di chi cammina lungo il sentiero della libertà interiore”.
Un libro coraggioso, quindi, questo di mons. Aliquò. Una delle poche voci, oggi, fuori dal coro che con delicatezza, discernimento e linearità, ci fornisce tanti spunti di riflessione.
Col linguaggio semplice, chiaro e scorrevole che cont0raddistingue tutto il suo libro (Ed. Giotto Stampa, Messina, pag. 130), l’autore prosegue questo viaggio lungo ed esauriente tra le virtù umane e cristiane, spaziando dai riferimenti al passato e alla tradizione popolare, ai confronti col presente vissuto dall’uomo dei tempi d’oggi, fino alla prospettiva del futuro, cioè alla meta di questo nostro peregrinare sulla terra, raggiungibile solo facendo crescere e maturare la nostra anima, perché possa nascere alla vera vita.
Infine, al termine di ogni tappa di questo viaggio inserisce il paragrafo “linee di spiritualità” in cui ci indica le linee guida indispensabili per attuare questo itinerario e trasformare le virtù umane in virtù cristiane.
Fenia Abate