Dalla “memoria” al “turismo religioso”

Redazione1
di Redazione1 Febbraio 10, 2016 00:14

Dalla “memoria” al “turismo religioso”

Alcuni stralci di un articolo di Mons. Carlo Mazza, attualeVescovo di Fidenza e già Direttore Ufficioduomo-di-firenze Turismo, Sport e tempo libero della CEI, riferiti alle evoluzioni del fenomeno del turismo religioso, dal Giubileo ad oggi, offrono un inquadramento chiaro del fenomeno del turismo religioso e del suo legame con la fede, con la cultura e con i territori.

«La rivalorizzazione della“memoria”– scrive Mons. Mazza – è  forse il dato più direttamente interessante per il turismo religioso e per il pellegrinaggio. Si è avvertita infatti una domanda insistente di interpretazione della storia religiosa, un desiderio di conoscenza e di confronto con se stessi, un bisogno di identificazione con un passato che sembra sfuggito, appartenente a epoche lontane, ma che appare necessario all’oggi.
Ribadire la memoria, con una carico di risonanze per il vissuto attuale, significa ricercare un radicamento perduto, un approdo a sponde sicure, attraverso l’acquisizione di significati oggi non image 5reperibili sul “mercato” delle relazioni sociali, delle sfide economiche, commerciali, fondate sull’utile e sul conveniente, sulla competitività ossessiva e sulla velocità dei cambiamenti.

Rivisitando chiese e basiliche, catacombe e monasteri, abbazie e luoghi sacri della fede storica, il popolo si è come riappropriato di una memoria appartenente alla sua “genealogia”, identificandosi con quella linfa e quei valori che essa custodisce. […] Crescendo la qualità dell’istruzione e della conoscenza, cresce la qualità della richiesta culturale contro una certa cialtroneria delle chiacchiere turistiche e della cultura dell’aneddoto. […] Se il turista veloce si accontenta della semplice informazione, il turista religioso insiste sui significati e diventa più esigente, più interessato, più curioso, più rispettoso della natura, della finalità e della storicità dell’opera d’arte. […] Da qui il turismo religioso non può non prendersi cura delle opportunità offerte dagli itinerari turistici che rivelano la bellezza e la gloria di Dio nascosta ma presente nelle “opere” 370dell’uomo, sollecitando il turismo ad “andare oltre” le apparenze e la mera soddisfazione edonistica, e, ripercorrendo le vie del mondo, a ridare all’uomo ciò che va cercando senza riuscirci: la gioia di possedere la Verità.

 

 

Domenico Siracusano

Redazione1
di Redazione1 Febbraio 10, 2016 00:14

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