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Giornata violenza donne: “Dissociazione tra sesso e amore”. “Carenza dedizione dell’uno all’altra e prevalenza amore egoistico”
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Molte le manifestazioni svolte nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, a sostegno della campagna che promuove l’impegno a contrastare i tanti crimini di genere che si commettono in Italia e nel mondo. Oggi sulla terra una donna su tre subisce violenza fisica o sessuale durante la propria vita, e spesso autore della violenza è il partner. Quasi 750 milioni di donne e ragazze, nel 2018, si sono sposate prima del loro diciottesimo compleanno; mentre 200 milioni hanno subito mutilazioni genitali. Una donna su due nel mondo è uccisa da un partner o da un familiare, per gli uomini la statistica è di uno su venti. Il 71% di tutte le vittime della tratta di esseri umani nel mondo sono donne e ragazze e 3 su 4 subiscono sfruttamento sessuale. La violenza contro le donne è una causa grave di morte e somma le morti per incidenti stradali e malaria.
Nel giorno dedicato a questa lotta di civiltà, ecco una delle attestazioni registrate in Italia: “La violenza degli uomini sulle donne deve, ma soprattutto può, essere fermata”. Lo affermano gli esperti della materia e i responsabili dei servizi di Consulenza per uomini.
La giornata contro la violenza sulle donne serve soprattutto a sensibilizzare su questa piaga sociale. Contro la violenza, però, non è sufficiente la condanna. “È fondamentale riconoscere e prevenire i comportamenti violenti, ha spiegato Guido Osthoff, responsabile Caritas di Bolzano del primo servizio di Consulenza per uomini in Italia – Proprio per questo, dal 2011, offriamo come servizio a uomini che hanno avuto comportamenti violenti o che sentono il bisogno di elaborare tale tematica un corso di Training anti-violenza completamente gratuito”. Obiettivo principale del corso, realizzato in stretta cooperazione con i Centri per la protezione delle donne e con il sostegno dell’Ufficio per la tutela dei minori e l’inclusione sociale della Provincia di Bolzano, è quello di far cessare in modo immediato e a lungo termine ogni tipo di violenza. I partecipanti imparano infatti ad analizzare i meccanismi emotivi che li conducono alla violenza, a gestire le situazioni conflittuali, apprendendo anche tecniche per il controllo dei loro stati emotivi che li aiutano a rinunciare ad utilizzare la violenza in potenziali situazioni di conflitto.
Su questo grave fenomeno, Indubbiamente l’informazione ai nostri giorni è rapida quando non simultanea e pure il coraggio della denuncia non manca, afferma Cristiana Dobner. Si è superato anche quel crinale che impediva alla donna vittima di violenza di esternare per vergogna, per un malinteso senso di dignità, molto vicino all’onore delle donne del siglo de oro. Però, continua la Dobner nelle sue riflessioni, né l’informazione che consente di prendere delle misure, né il senso di dignità della donna contemporanea, sembrano arginare episodi che lasciano traccia irreversibile non solo nella donna stessa ma in tutto il suo ambito di vita. Sconcerto, indignazione, riprovazione lo provano tutti (o quasi tutti) e scuotono il capo. In realtà però quali sono le iniziative, gli interventi concreti?
Non basta additare questa o quella donna che con il suo abbigliamento (o non abbigliamento) oppure con la sua, chiamiamola disinvoltura, pare attirare impeti di violenza, atti riprovevoli. Non basta neppure giocare su affermazioni di consenso o di pseudo consenso. Tutte queste opzioni sono soltanto una sorta di cerotto su di una ferita profonda che richiederebbe l’intervento di un medico esperto.
Sono tutti pretesti per non guardare in faccia la realtà e girare comodamente pagina. Inchieste ed indagini serie confermano che le donne patiscono violenza proprio dalle persone loro vicine, siano mariti, compagni o amici. E suscita profondo sgomento che la persona con cui condividi tutta te stessa, si scatena irrazionalmente proprio contro di te. L’ottica con cui si osservano questi dolorosi fatti è unilaterale e soltanto denunciataria. Troppo poco e, francamente e paradossalmente, inutile, perché tutto continua e chi subisce, continua a subire. È carente il rispetto per la persona, ridotta ad un uso che poi conosce il suo “uso getta”. Rapido e comodo.
E’ importane venga rimarcato che è carente il rispetto per l’amore, per la dedizione dell’uno all’altra, mentre viene sempre esaltato e pubblicizzato il sesso. Quando è carente la dedizione per l’altra e prevale l’amore egoistico Eppure esiste una chiave che possa consentire di entrare nel gorgo del problema e trovare una via non d’uscita che viene a mascherarsi di silenzio ma una via di salvezza. All’interno delle grandi conoscenze della nostra epoca in ambiti di competenza, si è introdotta una micidiale divisione fra sesso e amore. Divisione che non apre alla felicità dell’altro ma osserva solo se stesso, lasciando il varco a istinti incontrollati e, forse, incontrollabili. Non esiste più, nell’educazione e nella prassi che si insegna ai giovani, un ascolto della persona, del suo sentire, del diventare affini e vicini.
Mille e più le concause che fanno di ogni violenza, una tragedia dura e difficile da superare. Non sappiamo più guardarci negli occhi con limpidezza, libertà e desiderio di autentica complementarietà, condividendo gioiosamente un progetto comune. Tutto il turbinio dell’animo maschile subisce una scossa che, se non è educato, si rivolta in gesti inconsulti.
Da credenti il richiamo ad uno sguardo che sappia riconoscere l’amore vero e autentico e consenta di camminare con il calore degli sguardi incrociati verso la meta della pace, della gioia, è quello evangelico: impossibile alzare la propria mano contro chiunque, a maggior ragione, alzarla contro chi si ama. Certamente con il presupposto di fondare il proprio amore sul grande Amore che ci ha creati.
Redazione da Ag di I.