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“Cattolici in osservazione” – Quanti musoni in giro! Dov’è la gioia che dovrebbero mostrare?
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Gli psicologi insegnano che l’intelligenza per essere di alto livello deve far prendere coscienza, in modo realistico, dei pregi di cui si è dotati, facendoli apprezzare e valorizzare correttamente. Ma avvertono, altresì, che prerogativa di intelligenza ancor più elevata, è saper acquisire consapevolezza dei propri limiti, difetti ed errori, e sapersi ravvedere . Poiché noi cattolici sappiamo che “siamo tutti figli di Dio, ma imperfetti e bisognosi di perdono e di aiuto”, è bene essere accorti e solerti nel correggerci e migliorarci. Ora, in buona misura, qualche stimolo ad essere consapevoli e autocorrettivi ci viene fornito dalle varie osservazioni che ci verranno sommessamente segnalate. Giovano a farci riflettere su ciò che in noi andrebbe modificato o eliminato, in modo da migliorare il nostro modo di essere cattolici. Così come qui ci viene evidenziato dalla nostra “Cattolica osservante”, a proposito della gioia non espressa.
Prima di cimentarmi in descrizioni più o meno particolareggiate sui vari “esemplari” di cattolici praticanti e non, credo sia doveroso fare una premessa. Che siamo tutti figli di Dio, ma imperfetti e bisognosi di perdono e di aiuto. Pertanto cercherò di rendere i miei rilievi scevri da quella saccenza tipica di chi nel descrivere i difetti altrui, pecca di superbia credendosi immune da quelle piccole o grandi mancanze che sta mettendo in luce.
Bene! Da dove comincio? Ma dall'”esemplare” del “cattolico triste”!!!
Entriamo nelle chiese, osserviamo, parliamo, ascoltiamo la parola di Dio. Ecco… Credo sia una vera e propria incongruenza dell’umanità cristiana, dei credenti, parlare della gioia che ci dà la Buona novella del Vangelo senza averne mai fatto esperienza. Perché è risaputo che quando pretendi di parlare di qualcosa (in questo caso appunto la letizia evangelica) senza neppure sapere cosa sia, trasmetti a chi ti ascolta un messaggio travisato nel suo significato più intimo e vivificante. Questo è uno dei principali motivi che contribuiscono alla formazione di tanti cattolici tristi, musoni, curvi e oppressi nonostante la loro ligia osservanza dei 10 comandamenti. Perché la gioia non si impara… Si dona e basta; e se non la possiedi non parlarne come se già l’avessi. Piuttosto cercala. E invita a cercarla. E quando, per grazia, invaderà il tuo cuore, non avrai bisogno di parlarne. Perché basterà guardarti, e chi è triste si delizierà del tuo sorriso, dei tuoi occhi brillanti, e le tue parole diverranno gioia vera, diffusione di bene, simpatia e sollievo.
La “Cattolica osservante”