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Crisi Usa-Iran. Il Papa: “Evitare innalzamento dello scontro”. “Pregare per la pace del mondo”
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“Particolarmente preoccupanti sono i segnali che giungono dall’intera regione, in seguito all’innalzarsi della tensione fra l’Iran e gli Stati Uniti e che rischiano anzitutto di mettere a dura prova il lento processo di ricostruzione dell’Iraq, nonché di creare le basi di un conflitto di più vasta scala che tutti vorremmo poter scongiurare”. Con queste parole il Papa, nel discorso al Corpo diplomatico, ha affrontato la questione geopolitica al momento più urgente, rinnovando il suo appello, dopo quello di domenica scorsa all’Angelus, “perché tutte le parti interessate evitino un innalzamento dello scontro e mantengano accesa la fiamma del dialogo e dell’autocontrollo, nel pieno rispetto della legalità internazionale”. Rompere la “coltre di silenzio che rischia di coprire la guerra che ha devastato la Siria nel corso di questo decennio”, l’altro appello del Santo Padre, che ha definito “particolarmente urgente trovare soluzioni adeguate e lungimiranti che permettano al caro popolo siriano, stremato dalla guerra, di ritrovare la pace e avviare la ricostruzione del Paese”.
“La Santa Sede accoglie con favore ogni iniziativa volta a porre le basi per la risoluzione del conflitto ed esprime ancora una volta la propria gratitudine alla Giordania e al Libano per aver accolto ed essersi fatti carico, con non pochi sacrifici, di migliaia di profughi siriani”, ha proseguito Francesco, denunciando che “purtroppo, oltre alle fatiche provocate dall’accoglienza, altri fattori di incertezza economica e politica, in Libano e in altri Stati, stanno provocando tensioni tra la popolazione, mettendo ulteriormente a rischio la fragile stabilità del Medio Oriente”, accentuando il pericolo che si allarghi il conflitto.
Nell’omelia durante la Messa mattutina a Santa Marta, il Pontefice, richiamando il fatto preoccupante che “in questi giorni ci sono stati tanti fuochi di guerra accesi, dobbiamo pregare per la pace del mondo, ha detto. “Dobbiamo sempre avere davanti questo dono di Dio che è la pace e chiederlo per tutti”. “Dove c’è il Signore – ha aggiunto Francesco – c’è la pace. E’ Lui che fa la pace, è lo Spirito Santo che Lui invia a fare la pace dentro di noi. Se noi rimaniamo nel Signore il nostro cuore sarà in pace; e se noi rimaniamo abitualmente nel Signore quando noi scivoliamo su un peccato o un difetto sarà lo Spirito a farci conoscere questo errore, questa scivolata. Rimanere nel Signore. E come rimaniamo nel Signore? Dice l’Apostolo: se ci amiamo gli uni gli altri. E’ questa la domanda, questo è il segreto della pace”.
“Abitualmente – ha concluso il Pontefice – il nostro modo di agire in famiglia, nel quartiere, nel posto di lavoro è un modo di agire di guerra: distruggere l’altro, sporcare l’altro. E questo non è amore, questa non è la pace sicura che abbiamo chiesto nella preghiera. Quando noi facciamo questo non c’è lo Spirito Santo. E questo succede a ognuno di noi. Subito viene la reazione di condannare l’altro. Sia un laico, una laica, un sacerdote, una religiosa, un vescovo, un Papa, tutti. E’ la tentazione del diavolo per fare la guerra”.
Redazione da Ag di I.